30 anni fa/16: timori per le sorti dell'Agrati-Garelli, confronto tra i sindaci e l'azienda. Settimo ''colpo'' alla Posta di Maresso
Un vertice tra la proprietà e i sindaci del casatese per conoscere le prospettive del ''colosso'' Agrati-Garelli con sede produttiva a Cortenuova di Monticello, a seguito della richiesta di amministrazione controllata avanzata dinnanzi al tribunale di Lecco.
Sul finire del mese di gennaio 1987 è forte la preoccupazione rispetto alle sorti dell'azienda, nella quale operano circa quattrocentro lavoratori. Il primo cittadino monticellese Vittorio Cazzaniga, raccogliendo l'invito dei sindacati e dei dipendenti organizza un ''faccia a faccia'' con gli esponenti della famiglia Agrati, alla presenza anche dei sindaci di Casatenovo, Besana, Barzanò, Renate, Viganò, Sirtori, Missaglia, Cremella, Cassago, ovvero l'ampio bacino territoriale dal quale provengono i lavoratori dell'azienda produttrice di ciclomotori, nota a livello internazionale.
Se la disponibilità manifestata dall'azienda rappresenta un segnale positivo per gli amministratori, tra i dipendenti monta la protesta, con una serie di iniziative intraprese tra le quali il blocco dei cancelli, della produzione e un presidio presso il vicino mercato di Barzanò, per rendere il più possibile nota la situazione di crisi e le sue eventuali conseguenze economico-sociali.
La cronaca nera intanto si arricchisce di due gravi episodi. A Maresso di Missaglia viene rapinato l'ufficio postale: due banditi armati di pistola fanno irruzione nei locali di Via Manzoni, minacciando il direttore e le due impiegate allo sportello. Dopo essersi fatti consegnare i soldi contenuti nella cassaforte - 8milioni di lire - i banditi si danno alla fuga verso l'esterno, dove ad attenderli c'è un complice a bordo di una Fiat 128 di colore blu, subito fuggita in direzione Lomagna.
Scattato l'allarme alle forze dell'ordine - non senza difficoltà, visto che i malviventi strappano i fili del telefono per ritardare la chiamata - sul posto si portano i carabinieri della stazione di Missaglia e i colleghi del nucleo radiomobile di Lecco, che danno il via alle indagini per risalire ai responsabili della rapina. Sconvolti i dipendenti dell'ufficio postale maressese, non nuovo a episodi di questo tipo: si tratta infatti del settimo colpo messo a segno ai danni dell'esercizio pubblico in pochi anni. E subito monta la protesta rispetto alla scarsa sicurezza dell'ufficio e alla necessità di trovargli un'altra collocazione.
A inizio febbraio invece, nella vicina Barzago, un commando di malviventi sequestra tre persone all'interno di un noto ristorante. La banda penetra nell'albergo poco dopo la mezzanotte, per mettere a segno probabilmente un semplice furto. La presenza di una dipendente che alla vista dei banditi inizia ad urlare chiedendo aiuto, spinge i balordi a ''tenere d'occhio'' anche il direttore e l'unico cliente ospite della struttura, asportando nel frattempo un milione di lire in contanti e un televisore. Prima di dileguarsi, i ladri strappano i fili del telefono, per impedire alle vittime di poter lanciare subito l'allarme ai carabinieri.
Sul fronte politico invece, desta curiosità la proposta del consigliere repubblicano di Casatenovo, Giancarlo Rizzo, che lancia l'ipotesi di realizzare una casa di riposo diurna, per offrire un pasto caldo, una sala per chiacchierare in tranquillità e un servizio di lavanderia e stireria agli anziani in difficoltà residenti in paese. Un argomento che sarà oggetto di un vivace dibattito in consiglio comunale, avendo Rizzo presentato un'interpellanza ''ad hoc'' sull'argomento. Sulla scrivania del sindaco Giovanni Maldini arriva intanto una lettera di protesta che riguarda Via Monteregio, ritenuta insicura sia dai residenti che dai lavoratori dell'Inrca, in quanto resasi qualche volta scenario di incidenti, purtroppo anche mortali. A questo proposito il consigliere del PCI Antonio Colombo presenta un'interpellanza da discutere in consiglio comunale per chiedere alla maggioranza quali interventi si intendono adottare per garantire una percorribilità sicura all'arteria: dai marciapiedi, a eventuali percorsi pedonali, passando per un'opportuna segnaletica stradale.
A Viganò infine, si assiste al trasferimento delle suore preziosine, che dopo cinquant'anni di onorato servizio lasciano il paese e in particolare la scuola dell'infanzia, dove sono considerate un vero e proprio punto di riferimento. Un addio dovuto alla decisione della Casa Madre della congregazione di richiamarle a sè, per destinarle in una sede con maggiori necessità, stante anche il calo di vocazioni femminili. Commossa la funzione di saluto alle suore, celebrata dal parroco don Fausto Tuissi, ''maestro'' del giovane Angelo Scola, oggi arcivescovo della diocesi di Milano.
Un presidio dei lavoratori dell'Agrati-Garelli all'esterno dei cancelli dell'azienda, in Via Immacolata a Cortenuova
Sul finire del mese di gennaio 1987 è forte la preoccupazione rispetto alle sorti dell'azienda, nella quale operano circa quattrocentro lavoratori. Il primo cittadino monticellese Vittorio Cazzaniga, raccogliendo l'invito dei sindacati e dei dipendenti organizza un ''faccia a faccia'' con gli esponenti della famiglia Agrati, alla presenza anche dei sindaci di Casatenovo, Besana, Barzanò, Renate, Viganò, Sirtori, Missaglia, Cremella, Cassago, ovvero l'ampio bacino territoriale dal quale provengono i lavoratori dell'azienda produttrice di ciclomotori, nota a livello internazionale.
Se la disponibilità manifestata dall'azienda rappresenta un segnale positivo per gli amministratori, tra i dipendenti monta la protesta, con una serie di iniziative intraprese tra le quali il blocco dei cancelli, della produzione e un presidio presso il vicino mercato di Barzanò, per rendere il più possibile nota la situazione di crisi e le sue eventuali conseguenze economico-sociali.
Il sindaco di Monticello, Vittorio Cazzaniga
La cronaca nera intanto si arricchisce di due gravi episodi. A Maresso di Missaglia viene rapinato l'ufficio postale: due banditi armati di pistola fanno irruzione nei locali di Via Manzoni, minacciando il direttore e le due impiegate allo sportello. Dopo essersi fatti consegnare i soldi contenuti nella cassaforte - 8milioni di lire - i banditi si danno alla fuga verso l'esterno, dove ad attenderli c'è un complice a bordo di una Fiat 128 di colore blu, subito fuggita in direzione Lomagna.
Scattato l'allarme alle forze dell'ordine - non senza difficoltà, visto che i malviventi strappano i fili del telefono per ritardare la chiamata - sul posto si portano i carabinieri della stazione di Missaglia e i colleghi del nucleo radiomobile di Lecco, che danno il via alle indagini per risalire ai responsabili della rapina. Sconvolti i dipendenti dell'ufficio postale maressese, non nuovo a episodi di questo tipo: si tratta infatti del settimo colpo messo a segno ai danni dell'esercizio pubblico in pochi anni. E subito monta la protesta rispetto alla scarsa sicurezza dell'ufficio e alla necessità di trovargli un'altra collocazione.
Una vecchia immagine dell'Inrca di Monteregio a Casatenovo
A inizio febbraio invece, nella vicina Barzago, un commando di malviventi sequestra tre persone all'interno di un noto ristorante. La banda penetra nell'albergo poco dopo la mezzanotte, per mettere a segno probabilmente un semplice furto. La presenza di una dipendente che alla vista dei banditi inizia ad urlare chiedendo aiuto, spinge i balordi a ''tenere d'occhio'' anche il direttore e l'unico cliente ospite della struttura, asportando nel frattempo un milione di lire in contanti e un televisore. Prima di dileguarsi, i ladri strappano i fili del telefono, per impedire alle vittime di poter lanciare subito l'allarme ai carabinieri.
Il consigliere casatese Giancarlo Rizzo e il sindaco Giovanni Maldini
Sul fronte politico invece, desta curiosità la proposta del consigliere repubblicano di Casatenovo, Giancarlo Rizzo, che lancia l'ipotesi di realizzare una casa di riposo diurna, per offrire un pasto caldo, una sala per chiacchierare in tranquillità e un servizio di lavanderia e stireria agli anziani in difficoltà residenti in paese. Un argomento che sarà oggetto di un vivace dibattito in consiglio comunale, avendo Rizzo presentato un'interpellanza ''ad hoc'' sull'argomento. Sulla scrivania del sindaco Giovanni Maldini arriva intanto una lettera di protesta che riguarda Via Monteregio, ritenuta insicura sia dai residenti che dai lavoratori dell'Inrca, in quanto resasi qualche volta scenario di incidenti, purtroppo anche mortali. A questo proposito il consigliere del PCI Antonio Colombo presenta un'interpellanza da discutere in consiglio comunale per chiedere alla maggioranza quali interventi si intendono adottare per garantire una percorribilità sicura all'arteria: dai marciapiedi, a eventuali percorsi pedonali, passando per un'opportuna segnaletica stradale.
Il parroco viganese don Fausto Tuissi
A Viganò infine, si assiste al trasferimento delle suore preziosine, che dopo cinquant'anni di onorato servizio lasciano il paese e in particolare la scuola dell'infanzia, dove sono considerate un vero e proprio punto di riferimento. Un addio dovuto alla decisione della Casa Madre della congregazione di richiamarle a sè, per destinarle in una sede con maggiori necessità, stante anche il calo di vocazioni femminili. Commossa la funzione di saluto alle suore, celebrata dal parroco don Fausto Tuissi, ''maestro'' del giovane Angelo Scola, oggi arcivescovo della diocesi di Milano.
G. C.