30 anni fa/20: quasi conclusa la caserma dei Carabinieri, che fine farà quella a Missaglia?

I lavori per la realizzazione della nuova caserma dei carabinieri, in Via Bixio a Casatenovo, sono quasi ultimati allo scadere del mese di aprile 1987, ma sui banchi del consiglio comunale già divampa la polemica.
Enrico Fumagalli, consigliere comunista, chiede infatti spiegazioni al sindaco Giovanni Maldini sull'origine delle infiltrazioni d'acqua che si sono registrate durante il cantiere e che hanno causato un aumento dei costi inizialmente preventivati. Ma il vero ''giallo'' riguarda la destinazione dell'edificio. Secondo ''vox populi'' riportate in aula dall'esponente dell'opposizione, il Comune avrebbe cambiato idea sull'ipotesi di realizzare una ''casa'' per gli uomini della Benemerita, attualmente di stanza in Via Matteotti a Missaglia. Una sortita, quella di Fumagalli, che suscita perplessità in assise e che viene smentita seccamente dal primo cittadino. E' proprio Maldini infatti, ad aver combattuto più di tutti per ottenere un presidio di sicurezza sul territorio di Casatenovo. ''I motivi che ci avevano indotto a dare il via a questo progetto non sono cambiati'' afferma in aula il sindaco casatese, spiegando di aver chiesto all'Arma la possibilità di insediare nella struttura anche i cinofili, attualmente ospitati a Villa Greppi di Monticello, e di essere in attesa di risposte in merito.

Il cantiere per la caserma di Via Bixio a Casatenovo e il sindaco Giovanni Maldini

Se il consiglio comunale provvede alla nomina dell'ingegnere incaricato del collaudo dei cementi armati della caserma, il vero quesito è un altro: ''quale sarà il futuro della stazione dei carabinieri di Missaglia?''. L'edificio di Via Matteotti, con la costruzione del presidio di Casatenovo si troverebbe in una sorta di regime di concorrenza. Del resto già nel 1983, quando il progetto era stato approvato, nel comune confinante vi era stata una vera e propria ''levata di scudi'' da parte dei cittadini, fermamente intenzionati a mantenere la caserma sul loro territorio.
Insomma, complice la malavita sempre più scatenata, Casatenovo ha deciso di ''scendere in campo'' dando un contributo concreto sul fronte sicurezza. Sul futuro dell'edificio di Missaglia invece, le incognite sono parecchie, ma non resta che
Vittorio Cazzaniga,
sindaco di Monticello
attendere l'evolversi degli eventi.
La cronaca nera intanto, non resta a guardare. All'istituto commerciale Greppi di Monticello vengono messi a segno due furti nel giro di una settimana, per un bottino complessivo di circa 15milioni di lire. Il salone della mensa e le aule di laboratorio fanno da cornice alle scorribande dei malviventi, che sottraggono registratori, materiale didattico, ma anche una macchinetta del caffè, un'affettatrice e stoviglie varie. Nel negozio Expert di Via Casati a Casatenovo invece, si consuma una rapina: un bandito solitario entra in azione e, armato di pistola, si fa consegnare dalla commessa 750mila lire, per poi dileguarsi nel nulla. Su entrambi gli episodi indagano i carabinieri di Missaglia.
Cambiando decisamente argomento, tra aprile e maggio 1987 il consiglio comunale di Monticello stabilisce che Via Volta, traversa della provinciale 51 in località Casirago, diventi a senso unico di marcia. La conformazione dell'arteria, piuttosto stretta, unitamente alla presenza di una gelateria particolarmente frequentata, spinge i residenti a presentare due petizioni in Comune, con la richiesta di garantire maggiore sicurezza. Il dibattito si rivela piuttosto vivace, con diverse posizioni emerse; ma alla fine a ''spuntarla'' è appunto quella del senso unico, per buona pace dei detrattori.
A Casatenovo nel frattempo si costituisce una nuova associazione. Si tratta de ''La Colombina'', con sede in Via Leone XIII, la cui finalità principale è quella di vivacizzare la vita del rione, proponendo una serie di iniziative di carattere ludico-aggregativo. Il sogno tuttavia, resta quello di una sede, o meglio, di un centro socio educativo; a questo proposito i volontari del sodalizio chiedono al Comune la possibilità di avere a disposizione un terreno sul quale edificare - a proprie spese - la struttura.


Chiudiamo con Colle Brianza, dove a inizio maggio 1987 monta la polemica per la situazione dell'acquedotto comunale. Dai rubinetti delle abitazioni dell'intero territorio scende infatti acqua inquinata, tanto che i cittadini sono costretti a bollirla prima di usarla sia per scopi igienici che alimentari. Per il sindaco Patrizio Zuffi tuttavia, la situazione sta lentamente tornando alla normalità, tanto da auspicare un imminente ritiro dell'ordinanza emessa per scongiurare il consumo dell'acqua, ritenuta non potabile. Nel frattempo, c'è chi al documento non presta più di tanto attenzione e, nonostante i dubbi, va avanti a....bere!
G. C.
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