Quattro ragazzi inghiottiti dal ghiaccio: la tragedia del lago di Oggiono
La temperatura era molto rigida, proprio come in questi giorni, in quel lontano mese di febbraio del 1954, quando avvenne la tragedia dei quattro ragazzi inghiottiti dal ghiaccio, in località Bagnolo sul lago di Oggiono. Era un pomeriggio di domenica; una lapide ricorda, presso la casa rosa di Bagnolo, i giovanissimi risucchiati nelle gelide acque del lago, dopo l'improvvisa rottura della crosta superficiale del ghiaccio. Qualcuno annegò, nel nobile tentativo di altruismo di salvare compagni in pericolo. La tragica notizia ebbe risonanza non solo nel lecchese, ma a livello nazionale, come conferma la pagina illustrata a colori della Domenica del Corriere, edizione settimanale del quotidiano Il Corriere della Sera.
Un pomeriggio di sole era tornato dopo giorni di intenso maltempo e di temperature siberiane e questo spinse gli allievi dell'Istituto missionario della Consolata di Bevera, in Comune di Castello Brianza, a compiere una passeggiata verso il lago di Oggiono. Erano ragazzi dai 12 ai 14 anni, una ventina, accompagnati da un giovane sacerdote. Lo specchio d'acqua si presentava tutto ghiacciato ed i ragazzi vollero provare le emozioni di corse e scivolate sulla candida distesa. Il sensibile rialzo della temperatura nel pomeriggio soleggiato fu all'origine della tragedia. La crosta si ruppe e si aprì il cratere di gelide acque che fecero annegare quattro ragazzi. I loro nomi sono incisi nella lapide sotto il frammento bronzeo che circonda le foto.
L'allarme venne dato alla vecchia Ca' Bianca di Silvietto. Tra i primi soccorritori vi fu il guardiapesca Ignazio Maggi, con Giancarlo Longhi della Ca' Bianca. Una donna di Bagnolo corse a cercare il più vicino telefono per dare l'allarme ad Oggiono. Nel frattempo altre donne delle case di Bagnolo, richiamate dalle urla di aiuto e di disperazione, avevano raggiunto la riva del lago per soccorrere ragazzi tremanti, fradici, impauriti.
Giunsero sul luogo della tragedia i carabinieri della stazione di Oggiono, i rappresentanti del Comune e della parrocchia, giovani dell'oratorio, frequentatori dei bar nella piazza del municipio, che stavano passando il pomeriggio festivo giocando a carte o a biliardo. Arrivarono soccorsi anche dalla Croce Rossa di Lecco. La tragedia avvenne in un tratto di lago antistante l'attuale lapide a memoria degli scomparsi. Purtroppo all'appello tra i venti partecipanti della passeggiata festiva ne mancavano quattro. La camera ardente venne allestita nella vicina chiesetta di San Francesco in Bagnolo, risalente ai primi anni del Novecento.
Ernesto Panzeri, attuale vice presidente dei Marinai lecchesi, era allora un ragazzo della V^ elementare; ricorda di aver raggiunto la chiesetta, nella giornata di lunedì, con i compagni di classe, guidati dal maestro Pirola, per un omaggio ed una preghiera presso le bare dei giovanissimi defunti.
I soccorritori di allora ricordavano che, purtroppo, non ci fu scampo al ghiaccio improvvisamente apertosi. Per quanto riguarda i soccorsi fu fatto tutto il possibile del tempo, considerando che il telefono non era ancora molto diffuso e che tutta la struttura di intervento per calamità o disgrazie non aveva l'organizzazione attuale della Protezione Civile e di altri gruppi. Ammirevole fu l'impegno della gente di Oggiono.
Un pomeriggio di sole era tornato dopo giorni di intenso maltempo e di temperature siberiane e questo spinse gli allievi dell'Istituto missionario della Consolata di Bevera, in Comune di Castello Brianza, a compiere una passeggiata verso il lago di Oggiono. Erano ragazzi dai 12 ai 14 anni, una ventina, accompagnati da un giovane sacerdote. Lo specchio d'acqua si presentava tutto ghiacciato ed i ragazzi vollero provare le emozioni di corse e scivolate sulla candida distesa. Il sensibile rialzo della temperatura nel pomeriggio soleggiato fu all'origine della tragedia. La crosta si ruppe e si aprì il cratere di gelide acque che fecero annegare quattro ragazzi. I loro nomi sono incisi nella lapide sotto il frammento bronzeo che circonda le foto.
L'allarme venne dato alla vecchia Ca' Bianca di Silvietto. Tra i primi soccorritori vi fu il guardiapesca Ignazio Maggi, con Giancarlo Longhi della Ca' Bianca. Una donna di Bagnolo corse a cercare il più vicino telefono per dare l'allarme ad Oggiono. Nel frattempo altre donne delle case di Bagnolo, richiamate dalle urla di aiuto e di disperazione, avevano raggiunto la riva del lago per soccorrere ragazzi tremanti, fradici, impauriti.
Giunsero sul luogo della tragedia i carabinieri della stazione di Oggiono, i rappresentanti del Comune e della parrocchia, giovani dell'oratorio, frequentatori dei bar nella piazza del municipio, che stavano passando il pomeriggio festivo giocando a carte o a biliardo. Arrivarono soccorsi anche dalla Croce Rossa di Lecco. La tragedia avvenne in un tratto di lago antistante l'attuale lapide a memoria degli scomparsi. Purtroppo all'appello tra i venti partecipanti della passeggiata festiva ne mancavano quattro. La camera ardente venne allestita nella vicina chiesetta di San Francesco in Bagnolo, risalente ai primi anni del Novecento.
Ernesto Panzeri, attuale vice presidente dei Marinai lecchesi, era allora un ragazzo della V^ elementare; ricorda di aver raggiunto la chiesetta, nella giornata di lunedì, con i compagni di classe, guidati dal maestro Pirola, per un omaggio ed una preghiera presso le bare dei giovanissimi defunti.
I soccorritori di allora ricordavano che, purtroppo, non ci fu scampo al ghiaccio improvvisamente apertosi. Per quanto riguarda i soccorsi fu fatto tutto il possibile del tempo, considerando che il telefono non era ancora molto diffuso e che tutta la struttura di intervento per calamità o disgrazie non aveva l'organizzazione attuale della Protezione Civile e di altri gruppi. Ammirevole fu l'impegno della gente di Oggiono.
A.B.