30 anni fa/42: P.zza Mazzini, PCI e PSI chiedono un restyling per renderla più viva. A Cremella 'braccio di ferro' sui visoni

Piazza Mazzini s'ha...da rifare. Nel settembre 1988 le minoranze consiliari PCI e PSI spingono per un nuovo progetto che rivoluzioni il centro di Casatenovo. Secondo le opposizioni bisognerebbe creare una sorta di isola pedonale tra Via Manzoni e Via Mameli in modo da alleggerire il traffico diretto verso la piccola piazza del paese.

Piazza Mazzini a Casatenovo

Per il comunista Antonio Colombo è necessario dare lustro alla zona, rendendola un luogo vivibile, un punto di riferimento e di aggregazione per tutti i casatesi e non solo. Anche per i socialisti una riorganizzazione degli spazi è necessaria, soprattutto dei posteggi. In aggiunta vanno creati posti a sedere e coperture protettive davanti ai negozi, migliorate le facciate degli edifici e
Il sindaco Giovanni Maldini
adeguate le insegne. Insomma serve un vero e proprio restyling che renda più appetibile e piacevole la sosta in Piazza Mazzini. Le proposte delle minoranze non vengono però accolte di buon grado dal sindaco Giovanni Maldini, secondo il quale è pressochè impossibile migliorare la fruibilità di un'area a ridosso della Santa, dalla quale transitano 14mila veicoli ogni giorno.
Il primo cittadino casatese in quei giorni è maggiormente concentrato su un altro tema, quello viabilistico e - incurante delle critiche degli ambientalisti e dei partiti all'opposizione - sposa la proposta della Pedemontana. Il 64% dei mezzi di passaggio dal centro di Casatenovo fa parte del cosiddetto traffico di attraversamento. Una soluzione per alleggerire le strade che tagliano in due il territorio casatese va trovata. E per Maldini quest'ultima non può essere una bretellina di collegamento tra la rotonda di Casirago a Monticello e le frazioni casatesi. Un'alternativa, quest'ultima, che a detta dell'amministratore democristiano incrementerebbe il carico di traffico in una zona già particolarmente sensibile, in quanto crocevia tra il casatese e il meratese.
Se in quegli stessi giorni la parrocchia di San Carlo a Valaperta festeggia i 25 anni di fondazione, a Cassina de' Bracchi prosegue l'emergenza chiesa. Sul soffitto della struttura dedicata a Sant'Anna si è aperta una crepa che ha costretto il Comune a dichiarare lo stato di inagibilità dell'edificio religioso. Viene così installato un tendone nel terreno adiacente, affinchè possano essere celebrate comunque le funzioni liturgiche. Il parroco don Antonio Brambilla esprime però la sua preoccupazione: si va verso il periodo autunnale e il freddo non consentirà la permanenza nella struttura provvisoria. Tuttavia c'è grande speranza da parte del sacerdote: il consiglio pastorale si sta prodigando per trovare delle soluzioni che possano gestire l'emergenza, tenendo conto sia della sicurezza, sia dell'estetica.
Intanto proseguono le polemiche sulla nuova caserma dei carabinieri di Via Bixio. L'Arma ha richiesto al Comune la realizzazione di un eliporto, una direzione di tiro e di acquistare un terreno adiacente da destinare alle esercitazioni dei cani del nucleo cinofili, attualmente ospitati nella vicina Villa Greppi.

Don Antonio celebra la messa a Cassina de' Bracchi


Il sindaco Maldini ammette che si tratta di servizi che vanno al di fuori delle ordinarie competenze di una stazione, e che proprio per questo motivo quella di Casatenovo potrà fungere da riferimento per l'intero territorio. Il primo cittadino continua a sostenere
L'allevamento di visoni a Cremella
l'opportunità di mantenere anche l'attuale caserma di Via Matteotti a Missaglia, in maniera tale da garantire un doppio presidio di sicurezza al servizio del territorio casatese-meratese. La Benemerita però non sembra pensarla allo stesso modo.
A Barzanò è tutto pronto per l'inaugurazione della nuova baita alpini in Via Marconi, mentre il sindaco Giuseppe Aldeghi lancia la proposta di creare un servizio di day-hospital a favore dei tanti anziani residenti in paese. Nella vicina Cremella invece, è ancora scontro tra il Comune e uno degli allevamenti di visoni con sede in paese a seguito delle lamentele dei residenti della zona per le molestie olfattive e il rumore. A questo proposito l'Ussl impone la riduzione dei capi presenti da 20mila a 12mila.
Chiudiamo con Missaglia dove sono giorni delicati sul fronte della cronaca nera: un vivaio di fiori con sede in paese subisce un furto da 50 milioni di lire, mentre a Maresso va completamente a fuoco un allevamento bovino a causa di un fulmine abbattutosi sulla struttura durante un temporale, con danni ingentissimi e i vigili del fuoco costretti a lavorare per dodici ore ininterrotte.
G. C.
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