30 anni fa/45: la caserma di Missaglia chiude, Castagna scrive al Ministro Gava. Erogata la ''cassa'' ai lavoratori Agrati-Garelli

Una lettera aperta, sottoscritta da oltre 150 missagliesi, da inviare alle autorità competenti - Comune, Ussl, Provincia - per denunciare le condizioni di degrado del torrente Lavandaia, a seguito di un grave episodio di inquinamento. Nel novembre 1988 il corso d'acqua si colora di rosso e i residenti, esasperati, chiedono che venga aperta un'indagine per fare luce sulle cause, dal momento che non si tratta della prima volta che si verificano fatti analoghi. Una vicenda di cui si interessa anche Pietro Redaelli, noto fotografo nonchè rappresentante del consiglio di circolo della scuola, che si fa portavoce della problematica per conto dei genitori dei tanti alunni che ogni giorno percorrono a piedi il tratto di strada accanto al torrente per recarsi a lezione. Difficile tuttavia risalire con esattezza al responsabile dello scarico che ha colorato di rosso le acque del torrente: da Viganò a Missaglia sono parecchie le aziende situate nei pressi della Lavandaia e al momento non c'è alcuna prova di colpevolezza contro nessuna di esse, ma nemmeno contro altri. Si ''brancola nel buio'' come si suol dire.

Pietro Redaelli e un'immagine del torrente Lavandaia

Lamentele in municipio anche da parte dei residenti di Via Gorizia, una traversa della strada provinciale Monticello-Paderno, in località Bariano. L'arteria è caratterizzata infatti da scarsa visibilità in uscita a causa soprattutto del vicino posteggio che penalizza non poco i mezzi che devono immettersi sulla SP54, tanto è vero che è piuttosto frequente il verificarsi di sinistri stradali in quel tratto. Il gruppo di minoranza PCI a questo proposito ''interpella'' giunta e amministrazione comunale per capire se hanno intenzione di prendere provvedimenti seri per arginare le condizioni di pericolosità di quel tratto. Sulla questione qualche tempo prima si era già espresso anche l'assessore provinciale ai lavori pubblici, Elio Panzeri, segnalando l'opportunità di istituire il divieto di sosta alle autovetture - e non invece agli autobus di linea - ai margini della strada provinciale 54, in modo da garantire la necessaria visibilità durante le manovre.
E' quasi tutto pronto invece per aprire il nuovo palazzetto dello sport, costato al Comune un miliardo e mezzo di lire. L'assessore Giorgio Merli spiega che la struttura si sviluppa su due piani: sotto c'è uno spazio gioco attrezzato per la pallavolo, basket, tennis, ginnastica e atletica, oltre agli spogliatoi, all'infermeria e alle gradinate capaci di ospitare almeno trecento spettatori. Sopra invece due piccole palestre per le attività di educazione fisica della scuola primaria.

Il cantiere del nuovo palazzetto dello sport di Missaglia

Notizie positive e negative in quei giorni per l'amministrazione del sindaco Gabriele Castagna, che riceve una temuta conferma: la caserma dei carabinieri di Via Matteotti il 12 dicembre dovrà chiudere i battenti, con i militari chiamati a trasferirsi nel nuovo presidio militare di Via Bixio a Casatenovo. A deciderlo è stata la Prefettura di Como, ma in realtà non si tratta di una sorpresa: la cessata attività della struttura missagliese era già stata annunciata a più riprese. Eppure la DC missagliese e il suo sindaco non si arrendono e tentano il tutto per tutto per impedire che la storica caserma di Via Matteotti possa chiudere. Intanto le polemiche da parte delle opposizioni si sprecano: Aldo Amati del PSI e Claudia Manzoni del PCI puntano il dito contro l'amministrazione, rea di non aver fatto il possibile per mantenere i carabinieri sul proprio territorio. Come estremo tentativo, Castagna - supportato dal casatese Domenico Galbiati, collega di partito - prende carta e penna e scrive una missiva al ministro dell'Interno Antonio Gava, sottolineando il recente intervento di ristrutturazione datato 1983 e la lettera sottoscritta da quattordici sindaci del territorio per chiedere che la caserma di Missaglia non chiuda. Senza contare poi l'aumento degli episodi di microcriminalità e dunque la necessità di mantenere un doppio presidio militare nel territorio casatese. Fra i più eclatanti il doppio episodio di rapina che si è registrato qualche giorno prima ai danni di due coppiette appartatesi in Valle Santa Croce nel Parco del Curone, derubate di vestiti, effetti personali, soldi e dell'autovettura.

Da sinistra Domenico Galbiati, Gabriele Castagna e Aldo Amati

Rapinata, in quegli stessi giorni, anche la Banca Popolare di Lecco, filiale di Barzanò. Due individui all'apparenza insospettabili fanno irruzione nell'ufficio di Viale Manara e dopo aver minacciato - pistola in pugno - gli impiegati e il direttore riescono a farsi aprire la cassaforte, dandosi alla fuga con un cospicuo bottino pari a 60 milioni di lire.
A Monticello invece, è ancora crisi per i dipendenti dell'Agrati-Garelli di Cortenuova. Grazie anche all'interessamento dell'amministrazione comunale rappresentata dal sindaco Vittorio Cazzaniga però, l'azienda si impegna a versare ai quarantadue dipendenti in cassa integrazione un anticipo salariale di 700mila lire, cercando poi di sollecitare all'Inps il pagamento della cassa integrazione già concessa.

Scioperi davanti alla sede della Agrati Garelli di Cortenuova

Una boccata di ossigeno per le tante famiglie che attendono di vedersi corrisposti i pagamenti dei mesi di setttembre e ottobre.
G. C.
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