Carte, cartine e incartati
Capita ogni tanto che qualcuno, forse perfidamente, faccia circolare gli scritti di Diego Minonzio, direttore della Provincia di Como, Lecco e Sondrio. Il quale, Minonzio, si è avvitato su un assioma che, pur essendo solo ed esclusivamente suo, finge di attribuire ai lettori: una cosa gratis, lo sanno tutti, è una cosa che non vale niente. Cancellando così, con una semplice battuta, venticinque anni di storia di Mediaset. Giusto per citare qualcuno di noto urbi et orbi. Chissà perché questo Minonzio si scalda tanto: se è sicuro che i lettori la pensano così, vuol dire che nessuno legge cose che non valgono niente. Mentre, al contrario, convinti che le cose che si pagano valgono, fanno la fila per comperare il giornale cartaceo, il quale, per definizione, è autorevole. Secondo Minonzio, ovviamente. Perché gli esempi contrari si sprecano. Ricordate quell'invito a tutta pagina, in piena emergenza coronavirus apparso sull'edizione di Lecco: USCIAMO DI CASA" (1 marzo)? E Il giorno dopo per far credere che la gente abbia obbedito: "SI' SIAMO USCITI DA CASA"? Peccato che proprio quel giorno partiva la campagna "#STATEINCASA". Che autorevolezza. Ma, sempre per dirla con Minonzio, non è questo il punto. Il punto è che all'ultima o penultima rilevazione delle vendite i tre quotidiani di Como, Sondrio e Lecco (1 milione e 200mila abitanti) messe assieme arrivavano a fatica a 18mila copie. Un po' poche per parlare di ressa davanti alle edicole per comperare La Provincia. Fossimo in lui - e per nostra fortuna non lo siamo - ci preoccuperemmo di questa evanescenza più che dei giornali gratis. Quelli sono sul mercato ben visibili e con direttori responsabili mentre di questo passo i suoi rischiano di diventare fogli clandestini. Che in futuro lo si debba leggere indossando la mascherina?
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