Incontri sessuali e ricatti hard con vittime due preti: 4 anni e 8 mesi la pena più alta

Quattro anni e otto mesi. E' questa la pena più aspra inflitta nella giornata di martedì 21 luglio dal Giudice per le Udienze Preliminari del Tribunale di Monza Federica Centonze nei confronti di una decina di giovanissimi e non, residenti perlopiù nell'area casatese, arrestati nei mesi scorsi dai carabinieri per la torbida vicenda dei ricatti hard ai danni (anche) di due sacerdoti operanti nel vimercatese e nella bergamasca.
A patteggiare la condanna più elevata è stato Norberto B.F., il giovane di Missaglia che nel giugno 2019 era stato arrestato mentre si trovava in vacanza a Rimini, dopo la prima ordinanza di custodia cautelare emessa su richiesta della Procura brianzola nella persona del pubblico ministero Marco Santini.

L'ingresso alla Procura di Monza

Al 24enne con un passato da giardiniere, assistito dall'avvocato Simone Gatto del foro di Como, venivano contestati tutti e tre i capi di imputazione. Non solo i due ricatti nei confronti dei preti - uno del vimercatese che nel frattempo si è trasferito, e un altro religioso della provincia di Bergamo - ma anche un episodio di estorsione ai danni di una facoltosa donna brianzola che avrebbe pagato al gruppo una somma da capogiro: ben 80mila euro. L'imprenditrice sarebbe entrata in contatto con i giovani grazie ad amicizie comuni; al centro delle richieste - sempre più pressanti - di denaro, il desiderio di far ottenere la patente al figlio. Gli indagati, approfittando delle debolezze della vittima, le avrebbero fatto credere di essere in grado di trovarle il documento, grazie alle loro millantate ''conoscenze nella camorra'', in realtà inesistenti.
Quattro anni la pena inflitta ad Antonio Fernando S., 57enne senza fissa dimora (e per questa ragione ancora in carcere), ma con una precedente residenza a Casatenovo e piuttosto conosciuto anche a Missaglia dove ha abitato e svolto un breve periodo professionale. A quest'ultimo venivano contestati due dei tre episodi al centro dell'indagine, ovvero i ricatti nei confronti dei sacerdoti, circostanze nelle quali l'uomo avrebbe avuto il ruolo di ''palo'' (o complice che dir si voglia).
Più basse invece le altre condanne inflitte, in abbreviato o con patteggiamento, con la più lieve che si attesta in due anni con il beneficio della pena sospesa.
Nelle scorse settimane, tramite i propri difensori, gli imputati avevano chiesto di poter accedere a riti alternativi: alle sei richieste di patteggiamento presentate se ne erano aggiunte un numero più ristretto - tre per la precisione - per affrontare il processo in abbreviato, dal momento che le vittime nel frattempo avevano ottenuto un risarcimento del danno, costituendosi parti civili. Fra loro anche i due religiosi appunto, intercettati attraverso una chat erotica e sorpresi durante incontri sessuali con ragazzi che si fingevano minorenni per incutere ancora più terrore nelle loro vittime. 16mila euro circa il bottino fruttato alla banda e sborsato dai due sacerdoti affinchè venisse garantito il silenzio sulla vicenda.
A sporgere denuncia ai carabinieri della Compagnia di Zogno era stato proprio uno di loro, lo scorso anno, ormai provato da mesi di ricatti. Da lì i militari - coordinati dal pm Santini- avevano operato una prima serie di arresti (cinque per la precisione) spingendosi fino in Romagna, dove uno dei fermati, Norberto F.B., si era recato a spendere i soldi raccolti in serate in discoteca, bottiglie di champagne e auto di lusso. Lo scorso gennaio altri sei individui - quasi tutti giovanissimi, residenti tra il casatese e il meratese - erano finiti in manette in quanto destinatari di una seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Pansini. Le chat sui telefoni cellulari e sui social - unite alle dichiarazioni rese dai fermati nel corso delle indagini - si erano rivelate fondamentali per stringere il cerchio intorno ad altri individui, ritenuti responsabili (a vario titolo) di ricatti "hard" che partivano da siti di incontri online molto comuni.
Gli altri iscritti nel registro degli indagati dalla Procura brianzola, seppur con ruoli e contestazioni differenti sono: Leonardo S., 22enne di Bernareggio, Dario C., 29enne di Ronco Briantino e Sara V., 23 anni di Seregno, Elidon S., i fratelli Stefano e Mirko R., Giorgio F. e Georgie D., tutti di età compresa fra i 19 e i 23 anni, residenti tra Montevecchia, Sirtori, Viganò e Cremella. Unico ''fuori quota'' a livello anagrafico Vincenzo P., di 43 anni.
Il prete della bergamasca coinvolto nella vicenda, dopo avere già ottenuto il risarcimento quasi totale dei danni patrimoniali, ha chiesto anche quello dei danni morali, poichè sarebbe psicologicamente provato dall'estorsione e dalle sue conseguenze; il giudice però, ha disposto il solo pagamento dei danni patrimoniali, peraltro già corrisposto da quasi tutti gli imputati. Per il resto, lo si vedrà in un'eventuale causa civile.
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