Bosisio: il consiglio commemora l’architetto Aldo Villa, storico collaboratore comunale
Professionista riconosciuto, sia nel comune che tra i cittadini. Il consiglio comunale di mercoledì 22 luglio a Bosisio Parini si è aperto con la commemorazione di Aldo Villa, storico collaboratore del nostro comune, scomparso lo scorso 27 marzo a 71 anni. La cerimonia ha visto gli interventi di diversi rappresentanti del mondo amministrativo e politico, che si sono uniti in un commosso ricordo dell'architetto davanti alla famiglia, rappresentata dalla moglie Carla e dal figlio Massimo.
Aldo Villa
L'architetto cominciò la collaborazione, su segnalazione dell'allora assessore Renato Brambilla, il 16 agosto 1994. Sarebbe dovuto fermarsi a Bosisio solo sei mesi, il tempo necessario perché l'amministrazione potesse riorganizzare l'ufficio tecnico, rimasto sotto organico dopo le dimissioni di Sergio Molinari, ma rimase per oltre 15 anni, terminando l'incarico il 31 dicembre 2009. Lavorò quindi con quattro sindaci: Sala, Galli, Fronterre e Borgonovo.Diverse le opere portate a termine durante il suo lavoro a Bosisio, ancora oggi visibili. Tra le tante, sono state citate la passeggiata lago, la ristrutturazione interna del municipio, la nuova ala del cimitero comunale, il parcheggio e il nuovo parco pubblico nei pressi dell'asilo, il rifacimento della rete idrica e fognaria in via Giulini e in via Vittorio Veneto, i parcheggi in via IV Novembre e via Valloggia con piazza padre Mauri. La sua opera più importante, riconosciuta da più parti, è senz'altro la riqualificazione del Complesso Dubini, comprendente la filanda, la cosiddetta "Casa Brescianini", attuale sede della direzione didattica e la filandina, oggi centro studi.
Silvia Nogara
La parola è poi passata al sindaco, Andrea Colombo: "Non l'ho conosciuto personalmente, ma mi è bastato parlare con i colleghi di lavoro per rendermi conto della stima e del rispetto che avevano nei suoi confronti. Lo ringrazio per quanto ha fatto in 15 anni di lavoro, realizzando opere ancora sotto gli occhi di tutti".
Marilena Lobrutto
Sono seguiti i pensieri dei capigruppo, a partire da Walter Gaiardoni, per la maggioranza: "Mi sono trovato bene perché era una persona a modo, tranquilla e competente. L'ufficio tecnico con lui ha fatto una mole di lavoro importante: abbiamo fatto tre piazze (piazza Mauri, san Francesco e piazza dell'ospedale), creato via Valloggia e rifatto la piazza Parini. Abbiamo cambiato l'assetto del paese e gli saremo sempre grati". Alla sua riflessione si sono accodate quelle dei colleghi delle minoranze che, per la recente esperienza politica, non hanno avuto modo di collaborare con lui. Giacomo Gilardi, per Bosisio Viva, ne ha riconosciuto "popolarità e consenso" mentre Paolo Gilardi, per Bosisio nel cuore, ha parlato di un "professionista esemplare che ha dato slancio al paese".
Onorina Binda
Silvia Nogara, seconda collaboratrice di Villa in ordine temporale (tecnico dal 1999 al 2009) ha detto: "È stato per me il maestro che ogni apprendista tecnico dovrebbe avere. In questo decennio ho conosciuto un professionista serio, esemplare, disponibile all'ascolto e paziente al confronto tecnico ma fermo nei principi deontologici oltre che una persona onesta" ha affermato, ricordando la sua capacità di problem solving "con il fine dell'interesse del bene di Bosisio".
Al centro la moglie Carla e il figlio Massimo
Onorina Binda, per gli ex dipendenti, ha infine sottolineato che "era un tecnico competente con un'innata capacità di gestire ciò che era complesso. Per me è stato un privilegio lavorare con lui: è stato un padre e un maestro. Ho imparato a gestire le emergenze, sempre in agguato nella pubblica amministrazione. Era un uomo buono che voleva bene ai colleghi e che ha sempre dimostrato disponibilità nei confronti dei cittadini".
A concludere il ciclo di ricordi, proprio il figlio che, con poche, sommesse, parole, per via dell'emozione, ha commentato: "Ho apprezzato come, con la giusta semplicità, avete ricordato papà. Semplicità, come piaceva a lui, nel lavoro e nella vita. Mi ricordo quando, da ragazzino, lo accompagnavo qui e di come le persone lo salutavano. Si capiva che non era qui solo per lavoro, ma per costruire relazioni. Ancora oggi dovremmo passare dalle vie del paese per ammirare i segni da lui lasciati".
M.Mau.