Costa: ponte di Rogolea in stato di degrado. Il Comune impone limiti al transito dei mezzi

"Stato di degrado e ammaloramento" tali da "contemplare demolizione e ricostruzione". Sono le parole contenute nella relazione sullo stato di fatto del ponte in località Rogolea a Costa Masnaga, redatto, su incarico del Comune, dall'ingegnere Davide Manara secondo il quale il manufatto "non può assolvere la funzione di ponte per una strada di prima categoria", come è classificata via Dante Alighieri, l'arteria sulla quale si trova.

Il ponte masnaghese

L'amministrazione, su suggerimento del professionista, ha quindi appena emesso un'ordinanza che limita il transito a una velocità massima di 30 Km/orari e impone il divieto di transito dei veicoli con una massa complessiva superiore a 3,5 tonnellate. Già da tempo non è consentito il passaggio dei mezzi autoarticolati.
Il manufatto è stato costruito a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta dello scorso secolo ed è da tempo sotto l'attenzione dell'amministrazione comunale che prevede di realizzare, in accordo con il parco della Valle del Lambro, un nuovo ponte per permettere il transito veicolare da e verso Lambrugo. Il comune, lo scorso anno, aveva firmato un protocollo d'intesa, con la relativa convenzione, per la costruzione del nuovo manufatto. Opera che, del resto, era già stata annunciata nel 2002 ma mai realizzata a causa del mancato arrivo del finanziamento.

Veniamo al contenuto della relazione. Le lesioni e i danni riscontrati nel documento consegnato al comune "hanno subito una diminuzione della sezione resistente" e "indicano verosimilmente cedimenti differenziati degli appoggi (spalle, pila centrale) e/o eccessive azioni di compressione alla base e lungo le arcate, conseguenza dei carichi eccessivi d'esercizio in relazione alle sezioni resistenti indebolite".

Il ponte risulta inadeguato sia "per compatibilità idraulica" (significative le esondazioni del torrente Lambro nelle abitazioni poste a monte e nelle immediate vicinanze dell'alveo) sia strutturale.
In particolare, lo sperone spartiacque, vale a dire il pilone centrale, presenta "completa rottura e distacco sia nel rivestimento che nella parte di muratura portante sottostante".

A seguito del rilievo, l'ingegnere ha valutato la presenza di lesioni longitudinali sui fianchi e interne, di porzioni di muratura mancante, lesioni trasversali localizzate, macchie di umidità di infiltrazione o risalita (generano il fenomeno di dilavamento, portando la struttura verso ulteriore degrado) e polverizzazione. Quest'ultima "pare associata a un sensibile schiacciamento in alcune aree localizzate alle basi delle arcate. Fenomeno verosimilmente associato a un incremento dei carichi e a un'azione di compressione non adeguatamente supportata dalla struttura". Quanto alle lesioni e fessure, invece, il professionista ha rilevato che "facilitano e amplificano l'azione erosiva da parte dell'acqua sia associata a fenomeni di infiltrazione o risalita, sia conseguente alle piene del fiume Lambro e contribuiscono così all'innesco di fenomeni di polverizzazione e perdita di materiale".

Il suggerimento dell'ingegnere è stato quello di intervenire "con effetto immediato" limitando il transito stradale a mezzi leggeri" e "ridurre la velocità di transito in entrambi i sensi di marcia, in modo da minimizzare le vibrazioni che possono amplificare ulteriormente i danni rilevati, mediante idonea cartellonistica e/o dissuasori in entrata e uscita". In tal modo ha agito il comune, emettendo un'ordinanza per il limite di portata e di velocità consentiti sul ponte.
M.Mau.
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