Molteno: Carlo Cottarelli interviene sul Recovery Fund. ''Occorrono investimenti''

I peccati capitali dell'economia italiana. Erano il tema dell'ultimo volume scritto dall'economista Carlo Cottarelli, presentato due anni fa a Molteno (https://www.casateonline.it/articolo.php?idd=111717). Da allora, come lui stesso ha ammesso, le cose non sono granché cambiate. Ora si è aggiunta la pandemia, che ha inevitabili effetti negativi sull'economia. La "ricetta" per tornare a crescere proposta dall'economista sono gli investimenti. Il professore, direttore sull'osservatorio dei conti pubblici italiani dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è tornato ospite per la seconda volta del comune di Molteno, nell'incontro promosso online lunedì 27 luglio da Matteo Bonacina.

Questa volta al centro del dibattito c'era l'ultimo consiglio europeo: un vertice dalla portata storica non solo per la durata temporale dei negoziati - 90 ore, il più lungo nella storia europea - quanto per il piano di aiuti concesso tramite bond europei. La forma scelta è il Recovery Fund, un fondo che ammonta complessivamente a 750 miliardi di euro, composto da sussidi per 390 miliardi e 360 miliardi di prestiti. "Le differenze tra i 27 paesi europei sono non solo a livello economico, ma anche di storia e società e pesano sull'accordo europeo. Il compromesso è l'unica strada possibile perché ci si concentri sul bene generale piuttosto che quello di un singolo stato" ha esordito Matteo introducendo la serata, mentre il sindaco Giuseppe Chiarella, ringraziando il professore per la disponibilità, ha detto: "Oggi con queste somme che l'unione europea devolverà abbiamo forse il pretesto per attuare qualcuna di queste riforme che Cottarelli citava nel libro di cui avevamo parlato nel precedente incontro".
Concisa la riflessione che Cottarelli ha portato in merito alla situazione attuale. Ha offerto tantissimi spunti ma, grazie al linguaggio diretto che fa rendere i concetti economici comprensibili anche ai meno avvezzi, è riuscito a far comprendere meglio quanto accade intorno a noi, a partire dal fatto che il nostro paese è stato colpito da una crisi sanitaria ed economica, a cui non è seguita una crisi finanziaria grazie all'intervento dell'unione europea.

"La caduta del prodotto interno lordo (PIL) ha due componenti: se si sta a casa, non si lavora e non si produce (sono gli effetti del lockdown), quindi c'è un calo dell'offerta, mentre l'altra causa si lega al fatto che le imprese producono se pensano di poter vendere. La caduta della domanda ha due componenti: una è la crisi di offerta (con il lockdown, famiglie hanno perso reddito e hanno meno soldi in tasca) e l'altra è l'incertezza perché non sappiamo se ci sarà una seconda ondata, se gli altri paesi torneranno a richiedere la nostra merce!" ha spiegato Cottarelli.
Il crollo del PIL è quindi dovuto a restrizioni sull'offerta e sempre più ai problemi di domanda. Quali politiche economiche dovrà mettere in campo lo stato per risollevare la situazione? L'intervento sulla domanda può essere fatto
attraverso politiche di bilancio pensate per favorire i consumi. "Lo stato, con misure difensive, può reintegrare parte del reddito perso con la cassa integrazione o i trasferimenti per commercianti, professionisti e imprese. E' quanto fatto finora dal governo. Le misure espansive, invece, cercano di aggiungere domanda a quella che ci sarebbe stata in assenza di Coronavirus" ha proseguito l'economista. "Quest'anno sulla base delle decisioni già prese, lo squilibrio tra spese e entrate (deficit pubblico, ndr), dovrebbe salire a quasi 200 miliardi mentre l'anno scorso era a 32-33 miliardi. Il deficit alimenta il debito, che crescerà di misura corrispondente, ovvero di 25 punti percentuali, il più forte aumento di debito dall'unità d'Italia, eccetto nel 1919 con la prima guerra mondiale. Di fronte al peggioramento repentino dei conti pubblici, il tasso di interesse sui conti pubblici ha cominciato a crescere e la situazione stava andando fuori controllo quando sembrava che l'Europa non fosse intervenuta in nostro sostegno". E qui entra in gioco l'Unione Europea, che ha permesso di evitare la crisi finanziaria.
In un primo tempo è intervenuta la banca centrale europea (BCE) che ha acquisito titoli di stato per circa 200 miliardi "con l'intenzione di introdurre moneta nell'economia e non di sostenere i governi". L'obiettivo è infatti quello di tenere l'inflazione intorno al 2%.

L'altro strumento adottato è quello del Recovery Fund, "fondi presi a prestito dalla Commissione europea che vengono trasferiti ai paesi". Dovrebbero arrivare nel prossimo triennio, in parte sotto forma di prestiti e in altra parte come trasferimenti a fondo perduto. "Se ci muoviamo bene, almeno il prossimo anno arrivano 70 miliardi e questo ci permette di evitare la crisi finanziaria. I rischi sono dovuti al fatto che non sappiamo quanto durerà la crisi sanitaria. Gli ultimi dati sui contagi ci fanno vedere un aumento contagi ma con livelli ancora bassi".
Cottarelli ha fatto un breve cenno al meccanismo europeo di stabilità (MES), che prevede il prestito di 36 miliardi a tassi agevolati per spese sanitarie. "Non si vuole prendere perché si teme la trappola, che secondo me non c'è. Non lo si prende per motivi politici perché non ci si fida dell'Europa".

Ora che abbiamo ottenuto le risorse, come aumentare il tasso di crescita di medio e lungo termine? "Dobbiamo fare azioni come investimenti in infrastrutture, semplificare la burocrazia, fare digitalizzazione, rendere la giustizia più veloce e pensare alla pubblica istruzione (l'Italia +è uno dei paesi che ha speso meno negli ultimi quindici anni e siamo al penultimo posto, seguiti dalla Romania per numero di laureati)".
M.Mau.
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