Accadeva 30 anni fa, gennaio-marzo 1990: via ai progetti di recupero delle vecchie cascine. Tensioni sindacati-Vismara

Il 1990 inizia con una brutta sorpresa per i mutuati di Valaperta: i primi pazienti che il 2 gennaio si sono presentati in via Carlo Porta 2 hanno trovato l'ambulatorio chiuso. Sconcerto per qualche minuto poi arriva uno dei tre medici che lo utilizzano (Fausto Novati 1.120 mutuati, Giancarlo Rizzo 1.840 mutuati e Massimo Verri 889 mutuati) e annuncia che l'accordo col proprietario è scaduto. In realtà l'ambulatorio era stato affittato dal Comune che poi però aveva preferito aprirne uno a Rogoredo lasciando sulle spalle dei medici tutte le spese. Lo scontro tra medici e Comune, guidato da Giovanni Maldini, medico pure lui, si infiamma. E mentre alcuni mutuati, per lo più anziani si fanno visitare nell'auto del dottore, Rizzo in particolare, consigliere comunale del Pri, accusa Maldini di voler risparmiare sulla pelle dei pazienti. E la "guerra" si trasferisce a Palazzo.

Il dottor Giancarlo Rizzo

A Barzanò viene inaugurato il nuovo forno di cottura della ceramica presso il centro socio-educativo di via Paladini, regalato dalla famiglia Baccin. All'inaugurazione sono presenti tra gli altri il sindaco Giuseppe Aldeghi e il presidente dell'Associazione genitori e amici degli handicappati Massimo Bergamini.

Singolare iniziativa di Giovanni Zampieri di Barzanò, esponente del Comitato per la pace di Cassago che dopo la delibera del Consiglio comunale di dichiarare Cassago comune denuclearizzato e operatore di pace, invia una lunga lettera al presidente della Repubblica Francesco Cossiga con allegato il foglio di congedo illimitato rilasciato il 23 marzo 1963 al termine del servizio militare. Tra l'altro scrive il pacifista rinnovo la mia fedeltà alla Costituzione ma ritengo privo di ogni validità il giuramento fatto a suo tempo cui fui obbligato che vincola all'obbedienza cieca e pronta. Ogni secondo, nel silenzio dell'informazione di massa - aggiunge Zampieri - si spendono 40 milioni di lire per armamenti mentre ogni due secondi un bimbo muore di fame.

Il Pci di Missaglia si prepara alle elezioni e sulla scia dei venti che spirano da Roma e dalla segreteria retta da Achille Occhetto dicendosi disposto addirittura a non presentare il simbolo ne il nome pur di allargare la lista allo scopo di mandare la Democrazia Cristiana - che governa il paese dal dopoguerra - all'opposizione. Ambiente, piano regolatore, servizi alla persona e associazioni sono i quattro temi attorno ai quali la segreteria locale punta di coagulare forze anche no nallineate e pure i socialisti con cui ci sono abboccamenti ma, in queste fasi, ancora piuttosto freddi. Sullo scacchiere provinciale le posizioni tra conservatori e innovatori si delineano. Per il no alla svolta di Occhetto si dichiarano Beatrice Stasi della segreteria provinciale (oggi direttore generale del papa Giovanni XXIII di Bergamo, in quota Lega), Giulia Catanzariti e Volfango Pirelli della Cgil e Tino Magni. Per il sì l'on.Guido Alborghetti, il sindacalista della Fiom Pio Galli, gli ex segretari provinciali Tommaso Meschi e Donato Di Santo, quello in carica Giuseppe Conti, Isidoro Galbusera segretario provinciale della Cgil e Gino Sala.

Sono passati venti giorni dall'improvvisa "serrata" dell'ambulatorio di Valaperta. La protesta dei cittadini investe il Palazzo che dapprima risponde declinando le responsabilità - sono questioni tra i medici e il privato proprietario dello stabile - poi prendendo atto della sollevazione della popolosa frazione. Nel corso di un'assemblea pubblica il dottor Rizzo annuncia la riapertura dell'ambulatorio e, dal canto suo il sindaco Maldini assicura interventi per attenuare il peso economico dell'utilizzo del locale ai tre medici.

Scambio di terreni tra la Parrocchia e il Comune. Quest'ultimo cede una proprietà di 10.385 metri quadrati a 5mila lire il mq. alla parrocchia San mauro di Campofiorenzo che ha necessità di spazi per costruire il nuovo oratorio mentre la parrocchia cede un terreno di 1.790 mq. lungo la provinciale La Santa.

La ricerca delle parole dentro consonanti e vocali. Sembra un gioco dell'estate invece è una tecnica applicata ai ragazzi della 1° media di Missaglia dalla preside Rigato in collaborazione con le insegnanti di italiano Arlati e inglese Brioschi. Così Roma diventa amor, o mora o ancora ramo. La parola diventa anche il centro di una frase e attorno ad essa, durante le attività integrative, i ragazzi imparano a sviluppare il linguaggio e ad arricchirlo imparandone anche il significato (semantica). Se è vero che questa è la società dell'immagine, sapere comunicare correttamente significa disporre di una marcia in più.

Terza rapina, 13 febbraio, all'ufficio postale di Barzanò nel giro di pochi anni e nonostante la posizione centralissima, a poche decine di metri dal Municipio. Atteso che il vigile urbano ritirasse la corrispondenza due persone armate di pistola - un terzo è rimasto sulla porta - hanno fatto irruzione nell'ufficio. Uno dei due di bassa statura e con un marcato accento meridionale dopo aver saltato il banco ha puntato l'arma contro la direttrice obbligandola a consegnare 7 milioni di lire. Usciti dalla posta i tre però non hanno potuto salire sull'Audi 80 rubata a Milano e parcheggiata giudiziosamente nelle strisce pedonali a causa di un altro automobilista assai indisciplinato che aveva posteggiato in seconda fila impedendo all'Audi di muoversi. I tre banditi non si sono persi d'animo hanno fermato una Fiat uno con a bordo una signora di Olgiate e la figlia costringendo entrambe a scendere, poi si sono dati alla fuga.

A Besana non si ricordava una rapina da 35 anni a questa parte. Invece ecco che il 21 febbraio, grazie anche alla confusione creata dal mercato settimanale, tre banditi danno l'assalto alla filiale del Banco di Desio. Tecnica analoga alla rapina di Barzanò: uno resta sulla porta due entrano, il rapinatore più basso salta il bancone, punta la pistola alla testa del direttore e lo costringe a aprire la cassaforte. In una borsa infila le banconote arraffate poi i tre si danno alla fuga non prima di aver chiuso gli impiegati in un locale della banca. Bottino più ricco stavolta: 30 milioni di lire.

Gerolamo Corno e Daniele Ripamonti, architetti in forza presso l'Ussl 14 di Merate predispongono il progetto di revisione viabilistica per l'accesso all'Inrca di Casatenovo, che finanzierà la stessa Unità Socio-Sanitaria Locale. In pratica si tratta di realizzare una variante per far scorrere il traffico verso Besana su un asse sottostante mentre la strada superiore conduce esclusivamente all'Istituto e ai parcheggi esistenti. Sotto invece, in fregio alla variante sono previsti altri posti auto per un totale di 120. Dal parcheggio sottostante una ampia scala conduce fino all'ingresso dell'Inrca. L'attività dell'Ente anconetano, soprattutto al mattino, è molto intensa con il centro prelievi, la radiologia, la pneumologia, la cardiologia e trovare un posto auto è un'impresa. Il progetto ha un costo stimato di 700 milioni di euro parte dei quali con mutuo dalla Cassa Depositi e Prestiti. Intanto la stessa Ussl pensa alla Cascina Fiume come sede della Comunità protetta, il terzo livello, quello per la criticità più elevata, resosi necessario dopo l'introduzione della rivoluzionaria (ma poco attuata) legge 180.

A Monticello don Domenico Ferrario lascia la parrocchia di Cortenuova dopo 32 anni di servizio. Dopo aver preso parte alla guerra in Albania, nel '46 don Domenico era stato consacrato sacerdote. Dodici anni vicino a Luino e poi nel'58 a Cortenuova.

Sempre a Monticello, il paese si stringe attorno a don Vittorione, il prete missionario. Davanti al pubblico che gremisce la chiesa il sacerdote si scaglia contro gli sprechi soprattutto alimentari. I negozi - dice -sono pieni di cibi per animali, cani e gatti mentre in Uganda il 60% dei bambini muore prima di 7/8 anni per mancanza di cibo, di igiene e di medicine. Gli alpini gli consegnano una busta con quanto raccolto durante numerose iniziative benefiche.

Prende corpo la mega operazione "Levada", il progetto dell'Immobiliare Teodolinda Spa che mira a edificare un'area di oltre 20mila metri quadrati sulla collinetta a sud di Casatenovo. Negozi, residenza, uffici e un ipermercato sono le strutture che la Spa monzese intende realizzare sull'area di proprietà ottenuta la variazione d'uso. Il calcolo degli oneri fissa come contropartita al Comune 1,5 miliardi di lire che però l'Amministrazione guidata da Giovanni Maldini non intende monetizzare. In cambio delle concessioni edilizie viene chiesta la piena proprietà - con apposita convenzione - di Cascina Levada che appartiene ad un azionista della società attiva nell'operazione nonché nel Simmenthal Monza. L'orientamento della Giunta casatese è quello di acquisire l'immobile per poi destinarlo a centro sociale.

Nell'ambito degli scambi culturali tra scolaresche, a Monticello arriva una delegazione di studenti russi, una ventina, che trovano posto nelle famiglie dei coetanei italiani. In precedenza erano stati proprio gli studenti del Greppi a fare visita ai colleghi russi. Ad attendere la delegazione sovietica il sindaco Vittorio Cazzaniga, la preside dell'Itc Anna Russo e gli assessori provinciali Giovanni Orsenigo e Giliola Sironi.

Il Consiglio comunale di Casatenovo, nell'ultima seduta del quinquennio, vara un maxi piano di risanamento delle tre grandi cascine casatesi: Rancate, Castelbarco e Levada.
Cascina Rancate è tra le più antiche della zona, risale al 1400 circa e in origine era un monastero con annessa chiesina. La Coop. Arcobaleno, proprietaria dell'edificio aveva avanzato al Comune la richiesta di ristrutturare i 5mila metri cubi cui in sede progettuale se ne aggiungeranno altri 5mila per realizzare circa 7.300 mc. di residenza e 2.300 mc. di artigianale. In cambio i lottizzanti si impegnano a cedere 1.290 mq. di terreno e l'uso gratuito della chiesina monetizzando 1.148 mq. a 16mila lire il mq.

La vecchia cascina Levada - disabitata al tempo - si offre allo sguardo di chi sale verso Casatenovo sulla destra in cima a una dolce balza del terreno. Il Comune, come si diceva, ha in animo di acquisirla in conto oneri di urbanizzazione dall'Immobiliare Teodolinda per ristrutturarla con una spesa prevista di 1,2 miliardi di lire. I 700 mq. utili sono destinati nelle intenzioni di Maldini e amici di partito a centro giovani e centro anziani al piano terra e a mini alloggi per anziani e giovani coppie al primo piano. Intorno il Comune si propone di acquisire sempre in conto oneri circa 4.600 mq. di area agricola.

"Casa di Casate" il cui legale rappresentante è Alessandro Lurani Cernuschi dell'omonima famiglia proprietaria di buona parte del centro di Cernusco Lombardone è la società che presenta al Comune il piano di recupero della cascina di via Castelbarco. Trattandosi forse della cascina più antica il Comune ha chiesto una ricerca storica al termine della quale il professionista suggerisce il mantenimento di alcune parti. L'intenzione della proprietà è di ricavare due appartamenti da affittare poi a persone anziane.

Domenico Galbiati, Gabriele Castagna e Aldo Amati

Finisce anche la consigliatura a Missaglia con l'ultima seduta infuocata. Il bilancio passa con i soli voti della Dc e dell'esponente socialdemocratico, contrari socialisti e comunisti. A dieci miliardi il pareggio di bilancio, con l'accusa dell'esponente del Pci Claudia Manzoni di aver dedicato ben poca attenzione agli anziani soprattutto in tema di assistenza domiciliare e infermieristica. Ancor più duro il confronto sul nuovo strumento urbanistico approvato proprio a fine mandato dalla Giunta di Gabriele Castagna con Domenico Galbiati capogruppo Dc e Albino Garavaglia assessore. Una fretta - accusano Amati del Psi e Manzoni del Pci, che poi abbandonerà l'aula - che ha impedito una seria valutazione del Prg in Commissione urbanistica. Garavaglia ammette che i tempi sono stati stretti per compensare il lungo stop elettorale mentre Castagna conferma l'attenzione al territorio ma anche allo sviluppo delle imprese artigianali, che in effetti si vedrà poi negli anni a venire con la realizzazione del comparto produttivo.

Salumificio Vismara e sindacati sono ai ferri corti, non tanto sul rinnovo del contratto integrativo per qualche migliaio di lire in più in busta paga quanto per il "prezzo" che l'occupazione sta pagando al piano di ristrutturazione aziendale che comprende anche robusti tagli ad alcuni settori produttivi. Dai mille dipendenti del 1986 si è scesi a 714, soprattutto dopo l'ingresso della multinazionale Nestlè nel capitale dell'azienda, avvenuto nel 1988, con una previsione di ulteriore riduzione a 650 entro fine 1990. Ogni anno lasciano l'azienda 60 lavoratori circa per il pensionamento ma il tourn over è bloccato. In più alcuni rami produttivi a minore valore aggiunto sono già stati tagliati. La preoccupazione del sindacato è che la più importante azienda casatese vada via via ridimensionandosi per le politiche estranee al territorio varate dalla multinazionale svizzera.

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