Retesalute: un parere della Corte dei Conti liquidazione con 4 esercizi su 5 in perdita. Il ripiano dei debiti resta obbligo per i soci

Un parere quello della Corte dei Conti, e come tale non vincolante, ma che senza dubbio segnerà la discussione tra i soci circa il futuro di Retesalute. Si tratta in realtà di una conferma a quanto già noto e di una precisazione molto importante. Partiamo dalla conferma.

La sede di Retesalute in piazza Vittorio Veneto a Novate

In sostanza il parere ribadisce (art 1 comma 555 legge 27 dic 2013 n.147) che in caso venissero certificati (anche a posteriori) risultati di bilancio negativi di 4 su 5 esercizi l'azienda vada messa in liquidazione, indipendentemente dal fatto che le cause derivino o meno da fatti di gestione. Dunque, non per ipotesi né tanto meno per sentito dire ma, come abbiamo sempre ribadito, dovrà essere una società di revisione a certificare l'esistenza incontrovertibile di quattro esercizi in perdita a partire dal 2015. Proprio questa mattina il Consiglio di Amministrazione di Retesalute ha conferito l'incarico di revisione dei bilanci alla BDO Italia Spa di Milano. La società prescelta si metterà al lavoro riprendendo tutte le scritture contabili per ricostruire di fatto i bilanci degli esercizi precedenti. In caso rilevasse la continuità delle perdite dal 2015 al 2018 la liquidazione coatta amministrativa scatterebbe d'ufficio. E fin qui quanto già si sapeva.

La novità invece sta nel ripiano dei debiti che secondo l'orientamento giurisprudenziale consente ai Comuni di deliberare, nell'esercizio dei propri poteri discrezionali, il ripiano del debito di liquidazione. In sostanza resta il punto fermo che i debiti andranno comunque saldati e ciò a tutela dei fornitori che in futuro potranno mantenere l'erogazione dei servizio anche a favore di una nuova azienda speciale pubblica. Quindi dovranno essere i sindaci, e non i segretari comunali, ad assumere la decisione finale. Sinora molti di loro si erano trincerati dietro la figura del segretario.

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