Missaglia: vicino al traguardo degli 80 anni Nando Caldirola sfoglia il libro della sua vita tra industria, famiglia e passioni

Ottant'anni e non sentirli. Li compirà il 26 agosto ma il primo quasi a non crederci è proprio lui, Nando Caldirola, uno tra i più affermati capitani d'impresa della Brianza.
Otto decenni vissuti intensamente i suoi: se volessimo sintetizzare in poche parole il concetto, potremmo dire che ha venduto il ghiaccio agli eschimesi. In realtà Nando Caldirola è andato oltre, ha addirittura venduto la vodka ai russi, la sangria agli spagnoli e lo "spumello" ai tedeschi. Ha invaso il mondo con i suoi vini, dall'Europa ai Paesi dell'Est fino alla Cina, trasformando quella che era l'osteria di famiglia in un'azienda internazionale.

Nando Caldirola

Primogenito di papà Gaetano e mamma Dina, eredita il nome (oltre ovviamente al cognome) del nonno Ferdinando che aveva fondato a Contra, oggi frazione di Missaglia, la vinicola, con annesso campo per il gioco delle bocce, e una salumeria, gestita successivamente dai genitori di Nando e dalle zie.
Non è facile oggi aprire il libro dei ricordi, sono tanti i momenti e le emozioni che si affollano nella mente, ma da qualche parte bisogna pure iniziare.
Il tempo allora era scandito dai lavori in campagna, ma è stato il vino ad accompagnare la vita di Nando Caldirola.
"Ho iniziato ad occuparmene prestissimo, ancor prima che me ne accorgessi... Mio padre e mia madre gestivano un'osteria e mi hanno battezzato nel vino: il suo profumo mi ha sempre accompagnato nella vita, insieme a quello del mosto, del legno delle botti e del sughero... I profumi occupano un posto importante nei i miei ricordi".

I genitori erano molto impegnati nel lavoro, così Nando Caldirola si ritrovò presto in collegio, come "interno", al De Amicis di Cantù, dove rimase fino quasi al diploma di ragioniere.
"Tornavo a casa solo la domenica mattina e rientravo il pomeriggio. All'epoca con me in collegio c'erano ragazzi che si sono fatti strada nella vita, tra cui i fratelli Farina, Bettino Craxi, Peppino Franchini dei Supermercati Brianzoli. Nei periodi di vacanza lavoravo in azienda, imparando i trucchi del mestiere: la combinazione dei vini, il rispetto maniacale dell'igiene e la ricerca di soluzioni per snellire il lavoro. In questo consistevano i miei primi ‘master' estivi".
Da Cantù non tornò a casa con in tasca l'agognato diploma.

"Non riuscii a portare a termine gli studi, sono uscito prima. Troppa chiesa e troppe preghiere per un tipo d'azione come me. Ancora oggi quando sento il bisogno di raccogliermi e di riflettere preferisco farlo al cimitero, tra le tombe dei miei cari, piuttosto che in chiesa. Ora invece vado in chiesa di frequente, accompagnato dalle mie nipoti".

Caldirola non rinunciò comunque al diploma, che conseguì dopo qualche tempo frequentando una scuola serale.
"La ragioneria non è mai stata la mia passione, però mi piace che i conti tornino, sempre! I miei maestri sono stati mio padre e ognuno dei collaboratori, poi i clienti e anche i concorrenti".

Nel 1981, quando dopo anni di malattia venne a mancare l'amato papà Gaetano, Nando Caldirola venne chiamato ad assumersi importanti responsabilità.

''Allora l'azienda era composta da me, dalla mamma, da mia sorella Gianna (di sei anni più giovane che sposerà poi Giuseppe Biella della "Biella Petroli" di Bellusco ndr), mia moglie Federica e cinque dipendenti. Dovetti quindi prendere in mano le redini dell'azienda, che fino ad allora operava prevalentemente in Brianza. Mio padre mi aveva però già avviato a nuove responsabilità e la rete di conoscenze che avevo costruito nel frattempo mi offrì stimoli per ragionare in grande. Avevo intuito che si doveva andare oltre, sviluppare l'azienda, altrimenti sarebbe stato il declino. La Brianza, che pure ho sempre amato, mi stava diventando stretta''.

Per la Vini Caldirola era giunto il momento del grande passo. Come spesso accade è però importante incontrare le persone giuste al momento giusto. E così è stato anche per Nando Caldirola.
"Devo ringraziare un amico che è stato determinante per la mia carriera, si tratta di Giuseppe (Beppe) Biella di Osnago. Personaggio brillante, produttore di panettoni, era all'avanguardia dal punto di vista commerciale. Mi presentò alla fine degli anni '70 il dottor Gennaro Landi, direttore acquisti dell'Euromercato, uno dei primi ipermercati in Italia. Mi permise di mettere piede a Milano e questo rappresentò il trampolino di lancio verso nuovi orizzonti. Iniziò così l'espansione dell'azienda...".

La squadra ciclistica sponsorizzata da Caldirola

Con il dottor Landi ci fu solo una collaborazione commerciale?
"No, assolutamente. Io ero un anello della sua catena di approvvigionamenti e come fornitore discutevo con lui non solo di vino, ma di prodotti in generale, di promozioni e opportunità di vendita. Non potrò mai dimenticare quanto fu preziosa la sua collaborazione. Grazie a lui compresi che da soli non si va da nessuna parte, servono gioco di squadra e una rete di rapporti. Fu dopo la conquista del primo supermercato che presi coraggio e partii alla conquista di nuovi mercati all'estero. Iniziai con la Germania grazie a Roberto Mazzei, per allargarmi poi verso i paesi dell'ex Unione sovietica e via via molti altri, senza però mai trascurare l'Italia".

Come gestì la trasformazione da azienda di famiglia a gruppo internazionale?
"Applicavo una sorta di proporzione che mi permetteva di fare crescere il numero dei collaboratori in funzione dell'aumento di fatturato: mi serviva un miliardo di lire di fatturato in più l'anno per ogni dipendente da assumere. Immaginavo di costruire una scala e a ogni pianerottolo mi fermavo per verificare che i conti tornassero, se le cose andavano per il meglio proseguivo per un'altra rampa, altrimenti soprassedevo per il tempo necessario per riformare la scorta di capitale e ripartire di nuovo".

Il brindisi con Silvio Berlusconi

E i numeri come cambiarono?
"Consideri che nel 1982 in vinicola eravamo in tutto una decina. Nel massimo dello sviluppo arrivammo a settanta addetti solo a Missaglia e 120 come gruppo Caldirola, senza contare l'indotto. Abbiamo raggiunto un volume giornaliero di vino equivalente a 360 mila bottiglie. La Caldirola era l'unica azienda italiana in grado di offrire una linea completa di vini regionali in tutte le pezzature e di commercializzarla in funzione dei target dei consumatori".

Quali erano i marchi con cui operavate sui mercati?
"Dall'azienda di Missaglia uscivano i vini Caldirola ovviamente, ma anche La Cacciatora, Maestri Cantinieri, Conte Lorenzo Sormani, Corte Antica, Marchesa Vincenza Stanga e Bellavita".

Il vino si fa con l'uva... Non ha mai pensato di coltivare direttamente le viti per produrre il vino?
"Non siamo mai stati produttori di vino in proprio. Non una zolla della mia terra è stata dedicata alla produzione di uva... mai posseduto un'azienda agricola, vigneti e cantine. Ho sempre preferito fare il mio mestiere, che consisteva nell'acquistare il vino, imbottigliarlo, confezionarlo e rivenderlo in tutto il mondo".

Le giuste intuizioni e le buone idee hanno certamente contribuito a raggiungere dei risultati inimmaginabili.
"Non ho timore a dire che il sistema di vendita nella Grande distribuzione italiana lo inventammo io e altri pionieri temerari come me, primo fra tutti il dottor Landi. Lanciammo quello è ormai noto a tutti come "3X2", le promozioni natalizie, quelle pasquali ma anche quelle post feriali: quando la gente tornava dalle vacanze con pochi soldi in tasca noi eravamo lì con le nostre proposte convenienti. Con le promozioni realizzai risultati incredibili: incassavo subito il denaro al termine della promozione e ottenevo dai fornitori tempi lunghi di pagamento. Il tempo lavorava per me e questo mi ha permesso di costruire l'azienda: capannoni, uffici, impianti...".


Cos'altro inventò a quei tempi?
"L'acqua minerale per cani e gatti... Bill e Bull veniva imbottigliata a Castelletto d'Orba e distribuita da un'azienda del gruppo Caldirola. Ne parlò anche il Corriere della Sera... Come spesso accade per le cose molto innovative, l'acqua minerale per animali arrivò sul mercato prima che il pubblico fosse pronto ad accettarla".
In occasione dei mondiali di calcio Italia 90 la "Vini Caldirola" balzò agli onori della cronaca in tutto il mondo, grazie a una sua felice intuizione che la portò a realizzare le bottiglie della Coppa del Mondo.
"Succede ancora oggi che gli amici mi confidino di custodire tra le cose più care la bottiglia a forma di Coppa del mondo. Successe che una vetreria acquistò i diritti di riproduzione della coppa dallo scultore Silvio Gazzaniga che l'aveva ideata per la Fifa. Io ottenni invece l'esclusiva per la riproduzione delle bottiglie a forma di coppa di diverse misure, dal tre quarti di litro fino a sei litri. Ci mettemmo dell'ottimo vino e ne vendemmo milioni di esemplari... Soprattutto in Germania, che quell'anno vinse il mondiale in Italia".

Sono in molti ancora oggi a ricordare la grande festa per il centenario della fondazione Caldirola, organizzato nell'ottobre del 1997 all'interno della fabbrica. Fu una celebrazione memorabile, dell'azienda ma anche dell'uomo che era alla guida del gruppo.
"Non cercammo ospiti d'onore perché volevamo che fosse una festa tra di noi... I protagonisti furono i miei familiari, i collaboratori e gli amici che mi hanno aiutato a fare grande la Caldirola. Eravamo in trecento alla cena preparata dallo staff di cuochi di Pierino Penati. Per la scenografia vennero usati i cartoni dei nostri vini più pregiati. Venne allestito un palco sul quale don Ugo, parroco di Lomaniga, celebrò la messa. Poi chiamammo uno ad uno i dipendenti per consegnare loro un premio. La madrina della festa non poteva che essere mamma Dina, che più di me aveva vissuto la crescita dell'azienda. Io avrei voluto condividere il nostro successo con papà Gaetano e nonno Ferdinando: mi sembrava ingiusto che fossimo lì solo noi a raccogliere i frutti della semina iniziata cento anni prima".

Nando Caldirola con la sua famiglia

Tutti sanno che lei è tifoso della Juventus, quindi destò una certa sorpresa quando il logo Caldirola e La Cacciatora apparirono sui campi dove giocava il Milan.
"L'accordo che stipulammo con il Milan nella stagione 97-98 è stato molto prestigioso e permise alla Caldirola di diventare fornitrice ufficiale del Milan Athletic Club e del centro sportivo di Milanello. Il nostro marchio è comparso diverse volte sui cartelloni a bordo campo a San Siro. Anche durante le partite internazionali all'estero delle squadre italiane e della Nazionale comparivano spesso i marchi della nostra azienda. Avevo scelto di farli collocare a circa 10 metri oltre la linea mediana del campo, su entrambi i lati. Avevo notato che i rinvii del portiere finivano al 90% in quella fascia di campo e che la telecamera seguendo la parabola del lancio finiva per zoomare proprio dove si trovavano i nostri marchi".

Nando Caldirola con Roberto Formigoni e Franco Spreafico

Il primo ottobre del 1990 veniva ufficialmente costituita Vera Brianza, prestigiosa associazione di imprenditori che ha reso famoso il nostro territorio in tutto il mondo. L'associazione di fatto è nata alla Palazzina, la storica cascina di Lomaniga che ancora oggi è il "buen retiro" di Nando Caldirola .
"Tutto iniziò da un'idea dell'onorevole Gianni Cervetti. Ci siamo incontrati alla Palazzina con alcuni amici desiderosi di presentare al mondo la Brianza. In pochi mesi arrivarono oltre duecento adesioni da parte di industriali, artigiani e commercianti, ma anche liberi professionisti. Il primo presidente fu proprio Cervetti, poi toccò a Giangiacomo Corno... Io ricoprii la carica di vice presidente e insieme mettemmo a punto un calendario con numerose iniziative, tra le quali l'avvio di rapporti commerciali con i paesi dell'est, realizzando una prima Fiera dei prodotti della Brianza a Mosca. Nel gennaio del 1993 partimmo da Linate alla volta della Russia, eravamo una dozzina di imprenditori. Nel mese di giugno dello stesso anno all'interno dell'Ex Maneggio di Mosca, chiamato anche Sala Equestre degli Zar, a pochi passi dal Cremlino e dalla Piazza Rossa si svolse la prima Fiera. Quarantotto espositori in rappresentanza di 147 aziende... A sorpresa ricevemmo la visita del Presidente Gorbaciov e nacque così un rapporto di amicizia durato negli anni...".

Non passò molto tempo che il presidente Gorbaciov, come aveva promesso durante l'incontro a Mosca, durante una visita in Italia venne in Brianza.
"Riuscimmo ad avere la conferma della visita il giovedì per la domenica... Si mise in moto una mastodontica macchina organizzativa per preparare l'evento. Accompagnato dalla moglie Raissa visitò la Vinicola Caldirola, una delle prime aziende ad aver creduto nelle potenzialità del mercato russo".

Nel 1995 fu proprio lei ad assumere la presidenza di Vera Brianza e dopo otto anni di intensa attività passò il testimone nel 2003 a Franco Spreafico.
"Sei fiere a Mosca, le visite di Gorbaciov, le numerose missioni in tutti i paesi dell'Est, le varie iniziative a favore del territorio... In quel periodo avevamo ben 960 iscritti. Molti dei nostri imprenditori scoprirono il mercato russo grazie a Vera Brianza. Quando decisi di lasciare, al termine del mio intervento i 150 imprenditori presenti mi tributarono un saluto che ancora oggi mi scalda il cuore a ricordarlo: erano tutti in piedi, mi regalarono un applauso che mi sembrò interminabile".


La Vini Caldirola è stata protagonista nel mondo dello sport ma non solo nel calcio, anche nel ciclismo professionale. Tutto inizia nel 1995 quando venne costituito il Gruppo Sportivo Vinicola Caldirola Under 23.
"Fu Enrico Maggioni della Advantage a propormi la sponsorizzazione di una squadra ciclistica. E' di Missaglia anche lui e prima di occuparsi di ciclismo come manager fu un corridore dalla carriera interessante. Nel 1995 il suo gruppo cambiò nome e diventò Vini Caldirola: quell'anno conquistammo 39 vittorie. Nel 1996 rinnovammo quasi completamente la squadra e i risultati non mancarono. Il 10 ottobre del 1996 conquistammo con Gianluca Sironi il Campionato del Mondo Under 23 a cronometro. Quando rientrammo a Missaglia don Ugo suonò le campane a festa e l'allora sindaco Luciano Mottadelli ci ricevette in Municipio. Dappertutto c'erano manifesti con scritto "Con te la Brianza ha i colori dell'iride".

A destra l'onorevole Maurizio Lupi

Tre anni dopo, era il 1998, nasce la Vini Caldirola - Longoni Sport e contemporaneamente avviene il grande salto nel professionismo, sempre con la supervisione di Enrico Maggioni. Il primo anno non mancarono le soddisfazioni, ma fu il 1999 a rivelarsi un anno mitico: il numero delle vittorie è impressionante: sono trenta le medaglie d'oro conquistate dalla Vini Caldirola.
"Alla fine di quell'anno fantastico ci venne consegnato il 25° Trofeo "Ammiraglia d'oro", un riconoscimento prestigioso assegnatoci "per aver saputo rilanciare Francesco Casagrande e per tutte le altre affermazioni".

Ma le soddisfazioni dal ciclismo non erano ancora finite...
"Ci chiedevamo se dopo le numerose vittorie dell'anno precedente sarebbe stato possibile ripeterci. Nei programmi avevamo puntato in alto: maglia Rosa, Coppa del Mondo e il podio al Tour. Centrammo tutti gli obiettivi e andammo anche oltre...".

Non sono mancati nella sua lunga carriera anche prestigiosi riconoscimenti istituzionali. Il 7 dicembre del 1985 il Comune di Milano gli ha assegnato l'Ambrogino d'oro, mentre nel 1999 la Regione Lombardia l'ha insignito della Rosa Camuna. E ancora, il presidente della Regione Roberto Formigoni nel 2005 gli consegnò il premio "Lombardia per il lavoro". Premi che oggi fanno bella mostra nel suo ufficio accanto alla "Chiave del successo", altro prestigioso riconoscimento ricevuto dall'imprenditore brianzolo.

Tra le principali passioni di Nando Caldirola c'è certamente la caccia. Una "malattia" che lo ha portato in giro per il mondo, in lungo e in largo, dalla Scozia all'Argentina, fino alla residenza di caccia degli Zar sul Mar Nero.
"Ho sempre cercato di coniugare la mia passione per la caccia con la necessità di difendere la natura. Sembrerà una contraddizione ma ho sempre vissuto la mia passione con un senso di gratitudine nei confronti di ciò che la natura è in grado di offrire, purché sia salvaguardata. E' una passione che porto con me da sempre, mi ha dato l'opportunità di conoscere paesi lontani e persone speciali, di vivere momenti emozionanti a contatto con la natura".

E poi un giorno, era il 2001, mentre tutto andava a gonfie vele, decise di vendere la Vini Caldirola...
"Era diventato un impegno troppo pesante, non potevo continuare con quei ritmi. Mi fu fatta una proposta di quelle che non si possono rifiutare e così cedetti le redini della Caldirola. Mi consultai con gli amici più intimi e poi decisi di accettare. Me ne sono andato senza voltarmi indietro dedicandomi ad altro. Ancora oggi quando incontro i miei ex collaboratori mi abbracciano e mi salutano con affetto e questo mi riempie di soddisfazione. Se mi sono mai pentito di quella scelta? Sì, mi sono pentito quasi subito, ma una volta presa una decisione non si può tornare indietro".

Pur non avendo mai fatto politica attiva è sempre stato considerato un uomo di centrodestra, forse a causa della sua amicizia con Silvio Berlusconi...
"Ho sempre votato per Berlusconi fino quando lui era in prima linea, ci incontravamo spesso a Milano. Poi ho votato anche per la Lega e la prossima volta chissà, forse voterò per la Meloni. Ma al di là del voto nell'urna, dalla Palazzina sono passati esponenti di tutte le correnti politiche, ho sempre parlato con tutti. Ho sempre ricevuto tutti senza preclusioni".

Nella sua vita ci sono state tante donne importanti. Oltre ovviamente a mamma Dina, ci furono tre zie: Anna (la nostra cuciniera), Edvige (donna tutto fare) e Lina (donna dal cuore d'oro). Poi la moglie Federica, la sorella Giovanna e le tre figlie Elisabetta, Giovanna e Simona. Una vita tra le donne verrebbe da dire.
"Le tre zie di fatto mi hanno cresciuto perché mia madre era molto indaffarata. Poi venne a vivere con noi anche nonna Giovannina, una donna che sapeva fare tutto, anche i lavori pesanti. E' stata di grande aiuto per la famiglia. In casa non c'è mai stato un litigio, il nostro motto era: tutti per uno e uno per tutti".

Nando Caldirola con la moglie Federica

Sua moglie Federica ha avuto un ruolo molto importante, come si dice? A fianco di un grande uomo c'è sempre una grande donna... E' d'accordo?
"Mia moglie Federica ha sempre rappresentato un punto di riferimento, lei si è sempre occupata delle figlie, ma quando poteva era al mio fianco, anche durante i viaggi all'estero. Mi è sempre stata vicina, anche se so di averla trascurata per inseguire il business. Mi ha sempre fatto fare bella figura: la sua presenza mi rendeva più sereno, mi aiutava a stabilire un buon rapporto anche con i clienti... Devo molto a mia moglie e in questi ultimi anni le sto dedicando il tempo che le ho sottratto in passato. Se lo merita. Insieme ci godiamo i nostri quattro splendidi nipoti: Anastasia di 18 anni, Alessandra di 16, Nicole di 11 e Giacomo di 8".

Nella sua lunga carriera ha incontrato tanti personaggi, alcuni a loro volta grandi capitani d'impresa. L'amicizia con loro ha certamente rappresentato un punto di riferimento.
"Penso di non avere nemici e questo è un aspetto che mi consente di vivere con grande serenità. Amici? Tanti, tutti importanti. In Brianza abbiamo dei veri e propri giganti, sia per quanto riguarda le capacità imprenditoriali che per l'aspetto umano. Elencarli non è facile, rischierei di dimenticarne sicuramente qualcuno e non voglio fare torti a nessuno...".

Se non lo fa lei possiamo provare noi a ricordarli. Iniziamo con Vittore Beretta di Barzanò.
"E' un personaggio... non trovo le parole adatte per descrivere una persona di una tale levatura, un grande, in tutti i sensi".

Franco Spreafico, anche lui di Missaglia, esattamente di Lomaniga, dove ha sede il suo quartier generale.
"Un signore, un grande signore. Si è costruito da solo con impegno e tenacia. Ha sempre avuto delle grandi intuizioni".

Non possiamo ovviamente tralasciare Elia Penati di Casatenovo, è noto che vi lega una profonda amicizia.
"E' vero, è un grande amico e un grande personaggio...".

A destra Elia Penati

Con Sergio Longoni avete condiviso anche dei momenti di grandi soddisfazioni con il ciclismo.
"Sergio è un'altra di quelle persone che si sono fatte sole, anche con lui mi lega una profonda amicizia...".

Beh Giovanni Mussi di Missaglia, nonostante abbia qualche anno più lei, da quando vi siete incontrati l'ha sempre seguita ovunque.
"Con Giovanni ci sentiamo e ci vediamo ancora adesso di frequente. Anche lui è un grande personaggio...".

Anche Fausto Panzeri di Santa Maria Hoè può essere annoverato tra gli amici...
"Certamente, è dotato di grande entusiasmo, una vera forza della natura...".

L'emozione alla fine ha il sopravvento. E' ancora lungo l'elenco di presone per le quali Nando Caldirola prova affetto e stima, impossibile ricordarli tutti. Per molti di loro c'è una vera e profonda ammirazione. Saranno in tanti a ricordarsi di lui il 26 agosto, quando compirà 80 anni. Ottantant'anni vissuti nel segno del rispetto e della stima reciproca e nel segno del "Tutti per uno, uno per tutti".

Auguri Nando...

Angelo Baiguini
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