Milano: ordinazione presbiteri in Duomo. Tra loro 6 lecchesi. Delpini: ''Chiamati a ricevere un dono prima che un incarico''

Celebrazione solenne stamane nel duomo di Milano per le ordinazioni presbiterali. Un momento di grande emozione per i 22 diaconi diocesani e di 5 appartenenti al Pontificio Istituto Missioni Estere che hanno concluso il loro percorso, indossando la l'abito talare rosso.

Alcune immagini della celebrazione di questa mattina in Duomo tratte da TvSat 2000 e dal sito www.chiesadimilano.it

La messa, durata oltre due ore, è stata presieduta dall'Arcivescovo, monsignor Mario Delpini che ha lasciato un messaggio di grande efficacia, rivolto non solo ai presbiteri ma anche, più generalmente, alla riforma della chiesa a partire proprio dai nuovi ministri della chiesa. Ha parlato di "tre aspetti di una riforma della chiesa di cui sento la responsabilità e per cui chiamo a collaborare quelli che il sacramento dell'ordine rende partecipi nell'unico presbiterio: la gioia di chi dimora nello stupore, il volersi bene come un cuor solo e un'anima sola; la condivisone di tutto ciò che uno sa ed è capace di fare perché ci sia un cammino di comunione della chiesa, un'identica missione".

I novelli preti ambrosiani provengono principalmente dalle Zone di Monza e Lecco, hanno un'età compresa tra i 24 e i 37 anni e diversi percorsi di studio e lavorativi alle spalle. Tra loro anche sei lecchesi: Riccardo Cagliani di Verderio, Riccardo Fumagalli di Merate, Marco Molteni di Dolzago, Marco Ruffinoni di Introbio, Marco Sala di Casatenovo e Lorenzo Valsecchi di Civate. Tra i diaconi ordinati questa mattina, due saranno destinati nel territorio lecchese: don Marco della Corna, originario di Besana Brianza, sarà a servizio della Comunità pastorale Madonna del Rosario, mentre Simone Zappa, di Cantù (tra l'altro il più giovane prete ordinato questa mattina), sarà accolto nella parrocchia dei santi Nazaro e Celso di Bellano.
I diaconi hanno concluso il loro percorso con il pellegrinaggio a Roma lo scorso agosto per incontrare papa Francesco e hanno svolto gli esercizi spirituali al seminario di Venegono la settimana prima dell'ordinazione.

Da sinistra don Riccardo Cagliani, don Riccardo Fumagalli, don Marco Molteni
Sotto don Marco Ruffinoni, don Marco Sala e don Lorenzo Valsecchi

All'inizio dell'omelia, l'Arcivescovo ha espresso la propria gratitudine per i candidati ma anche per tutti coloro che li hanno accompagnati in questo percorso. "La nostra gratitudine ha la sua ragione nell'originalità provocatoria della risposta alla chiamata della chiesa e del Vescovo che questi candidati esprimono - ha detto monsignor Delpini - Il vescovo li chiama perché cerca collaboratori di cui ha bisogno perché la missione della chiesa continui. Stiamo celebrando un evento che è motivo di meraviglia e gratitudine perchè smentisce le visioni deprimenti che talora si esprimono sul tempo che stiamo vivendo. Molti parlano di questo tempo come stremato dalla fatica di sopravvivere, assediato da problemi insolubili, spaventato dalle incertezze sul futuro, invecchiato nel suo egoismo sterile, suscettibile. Io non so dare un giudizio sul nostro tempo. Vedo però qui un gruppetto di uomini liberi, adulti, consapevoli, confortati dal discernimento di questi anni che si fanno avanti e dicono "sì, io voglio vivere la mia vita come un servizio in nome di Dio".

L'arcivescovo Monsignor Mario Delpini

Poi, la riflessioni su questi uomini che hanno affrontato una scelta consapevole, un percorso di discernimento che oggi si è concluso con la conferma, la decisione definitiva: "Questi uomini che si fanno avanti e dicono questo sì non vengono da un altro pianeta ma vengono da questa nostra terra - ha proseguito l'Arcivescovo - Non sono eroi senza paura, santi senza peccato, personalità ineccepibili sotto ogni aspetto. Sono, come tutti noi, peccatori che chiedono perdono, persone fragili che riconoscono le loro paure, persone incompiute che cercano la liberazione dalle meschinità e la tentazione di ripiegarsi su di sé. Sono uomini che, nella loro grandezza e piccolezza, dicono che questa terra, questa chiesa è tempo di grazia, è benedetta, è una chiesa feconda che genera persone liete di fare della loro vita un dono. È questa originalità provocatoria rispetto al clima deprimente che ci sembra di respirare, che non è uno spettacolo da applaudire ma una provocazione per tutti noi. Ciascuno può dire a se stesso "anche io posso!". Anche in questa situazione mi può raggiungere una proposta. Io ringrazio per questo segno senza retorica, senza spettacolarità, ma con una evidenza convincente e promettente".

Prima di un mandato, questi ex diaconi hanno ricevuto un dono. "Sono chiamati a ricevere un dono, prima che un incarico. Saranno adatti al ministero se vivono di questa gloria ricevuta. Hanno molte qualità, si sono preparati, ma non possono fare niente se non rimangono disponibili a vivere in Gesù come Gesù vive nel padre".
In conclusione di riflessione, ha detto: "Siete stati preparati e conosciuti e ora siete mandati. Siate grati, siate lieti, non siate attaccati a quello che è vostro, il vostro punto di vista per essere cuore solo e anima sola perché il mondo creda".

Al termine di questa importante celebrazione, l'arcivescovo ha rivolto un pensiero a tutte le persone che avrebbero voluto presenti e che, causa norme in materia sanitaria, non hanno potuto presenziare. Tra costoro c'è il cardinale Angelo Scola: "Non presente per motivi di cautela, mi ha raccomandato di dirvi che vi accompagna e vi benedice". L'invito finale: "È importante questa presenza che dice che si diventa preti per la gente, per la chiesa. Non vorrei che questo trattenere i gesti trattenga la gioia e l'amicizia: troviamo il modo per esprimere intensamente la gioia e la simpatia del popolo cristiano a coloro che dedicano la vita al servizio della chiesa".

Uno scrociante applauso ha chiuso la celebrazione per l'ordinazione di questi nuovi ministri. Nelle parrocchie di provenienza, la festa è già stata programmata: i sacerdoti saranno attesi e accolti dalla comunità al termine di questa lunga giornata che resterà in maniera indelebile nella loro memoria.
Sono già state rese note le destinazioni dei novelli sacerdoti che, come ha ricordato l'arcivescovo, sono "solo un luogo di partenza di esercizio del ministero dentro l'unica grande chiesa di Milano e cattolica".

Riccardo Cagliani sarà Vicario Parrocchiale della Comunità Pastorale "Madonna delle Grazie" in Cantù, composta dalle Parrocchie dei Santi Pietro e Paolo in Vighignolo di Cantù, Santi Martiri Greci in Mirabello di Cantù, S. Dorotea V. e M. in Cascina Amata di Cantù e S. Gaetano in Brenna.

Riccardo Anselmo Fumagalli sarà Vicario Parrocchiale delle Parrocchie: S. Alessandro, S. Maria Solaro, nel comune di Mozzate; S. Maria Assunta, nel comune di Carbonate; Ss. Quirico e Giulitta, nel comune di Locate Varesino.

Marco Molteni assumerà il ruolo di vicario parrocchiale della della Comunità Pastorale "Beato Carlo Gnocchi" in Inverigo, composta dalle Parrocchie di S. Ambrogio, S. Lorenzo M. in Villa Romanò, S. Michele Arc. in Romanò Brianza e S. Vincenzo M. in Cremnago.

Marco Ruffinoni, invece, sarà vicario parrocchiale della Comunità Pastorale "S. Nicone Besozzi" in Besozzo, composta dalle Parrocchie dei Santi MM. Alessandro e Tiburzio in Besozzo, S. Brizio in Olginasio di Besozzo, S. Martino in Cardana di Besozzo, S. Vito M. in Bogno di Besozzo e Santi Pietro e Paolo in Brebbia.

Marco Sala è destinato alla comunità Pastorale "S. Fermo M."in Nerviano, composta dalle Parrocchie di S. Stefano, Maria Madre della Chiesa, S. Francesco d'Assisi in Garbatola e S. Ilario in Sant'Ilario Milanese, tutte nel Comune di Nerviano.

Lorenzo Valsecchi, infine, diventerà vicario della comunità pastorale "Madonna dell'aiuto" a Gorgonzola.

M.Mau.
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