Oggiono: ottiene la fiducia di un'anziana e le svuota il conto corrente, facendole poi vendere la casa. 51enne a processo

Il tribunale di Lecco
È entrato nel vivo questo pomeriggio il processo che ruota attorno ad una (presunta) truffa perpetrata ai danni di un'anziana residente a Oggiono, con l'audizione dei primi testimoni della pubblica accusa.
Al banco degli imputati R.L., 51enne di origini svizzere, difeso dall'avvocato Paola Zimbaldi del foro di Milano in sostituzione di un collega, accusato di truffa perchè -secondo le accuse sostenute dalla Procura ancora tutte da dimostrare- avrebbe, dopo averne conquistato la sua fiducia nel corso di diversi anni, svuotato i conti correnti dell'anziana tra il 2017 e il 2018 e non da meno convinto la donna a vendere la sua casa per trasferirsi in Liguria dove avrebbe beneficiato dell'aria di mare per i suoi problemi di salute.
Il quadro accusatorio è stato confermato anche dai testimoni chiamati quest'oggi a riferire dei fatti a loro conoscenza. I sospetti di un possibile "raggiro" nei confronti dell'anziana donna sono partiti dal vicino di casa.
"Un giorno di maggio del 2018 ho trovato un cartello di un'agenzia immobiliare fuori dalla porta del condominio, proponevano di vendere un appartamento nella mia scala. Ho chiamato subito in quanto volevo far avvicinare i miei anziani suoceri" ha detto il vicino di casa rispondendo alle domande del Vpo Mattia Mascaro. "Pochi giorni dopo gli agenti mi hanno fatto vedere l'appartamento: era quello della mia vicina, diceva che voleva trasferirsi in Liguria. Con lei c'era un signore che non avevo mai visto, ma sia lei che lui dicevano che erano zia e nipote; io comunque ero interessato all'appartemento ed ho stipulato subito il compromesso, dando 10mila euro di caparra su un totale di 70mila. Poi è proseguito tutto normalmente fino al rogito, quando abbiamo stabilito la data del rilascio dei locali".
Avvicinatasi la data entro cui la signora avrebbe dovuto liberare l'abitazione il vicino si sarebbe insospettito ma il presunto nipote e l'anziana gli avevano assicurato che anche nel caso in cui non avessero trovato la sistemazione in Liguria la signora sarebbe stata per un certo periodo in albergo. "Poi dopo qualche settimana lei era ancora lì, così sono andato in agenzia" ha continuato l'uomo. "Non volevo niente da lei, solo che andasse via perchè avevo fatto anche io dei sacrifici e i miei suoceri avevano bisogno, mi sentivo preso in giro. In agenzia mi hanno detto di andare a denunciare dai Carabinieri. Avevo capito che c'era qualcosa che non andava. Sono anche andato in banca a chiedere informazioni sul conto corrente della signora, avevo paura che fosse stata truffata e non avesse più soldi e così infatti è stato". Il quadro è risultato più chiaro quando la signora, incalzata dalle domande insistenti del titolare dell'agenzia immobiliare che ha gestito la vendita del suo appartamento è riuscito a farsi dire la verità sul rapporto di parentela che legava i due. ''Mi ha confessato che non era suo nipote" ha detto l'immobiliarista, "e che non aveva più soldi perchè aveva pagato delle cambiali e dei debiti. Mi ha detto che non era nemmeno riuscita a pagare il signore che le portava i surgelati".
A quel punto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Oggiono, che hanno iniziato ad indagare sulla vicenda. "Questo R.L. la signora l'aveva conosciuto quattro anni prima, era un venditore porta a porta" ha detto rispondendo alle domande del Vpo Mascaro un operante della caserma oggionese. "La signora ci ha raccontato che erano diventati amici. Lei non ha figli, è vedova e non è autosufficiente per problemi di salute ma di testa è presente quindi si avvaleva dell'aiuto di amici e conoscenti per le pratiche quotidiane".
Una situazione nella quale l'imputato si era "intrufolato" facilmente, intuendo che la donna aveva bisogno di aiuto e che era una persona di buon cuore. "Quando siamo andati a casa sua" ha continuato il teste, "le abbiamo chiesto se avesse un bancomat e ci ha risposto indicando un cassetto e chiedendoci se volessimo il codice. Questo ha fatto capire da subito quanto la signora si fidasse del prossimo". Il -presunto- truffatore avrebbe così scoperto che la donna voleva trasferirsi al mare e si è offerto di darle una mano e di trovarle lui la casa. "Ha aperto un conto cointestato" ha raccontato l'operante, "dove erano stati versati i soldi della vendita della casa. Quel che rimaneva erano solo 5mila euro, trattenuti dal direttore della banca perchè insospettito da così tanti prelievi. Poi si è fatto consegnare 12 monili in oro da custodire, mai più ritrovati. In più abbiamo traccia di tantissimi prelievi dal bancomat personale della signora, che la stessa ha detto di aver dato a lui in più di un'occasione. Nella perquisizione di casa sua abbiamo rinvenuto le chiavi dell'appartamento ormai venduto della donna e una matrice di assegni del conto corrente cointestato".
Secondo la ricostruzione dell'accusa quindi, l'uomo si sarebbe "intascato" un totale di circa 77mila euro dai conti della donna. "Ci siamo presi a cuore questo caso" ha concluso l'operante, "la signora nonostante i problemi di salute è molto gioviale e amichevole, ci si affeziona velocemente a lei. Ancora adesso ci capita di andare a salutarla, per fortuna il Comune è stato molto presente e attraverso i servizi sociali è riuscito a trovare un'altra sistemazione alla donna".
Da ultimo è stato sentito anche un imprenditore milanese titolare di un'azienda che fornisce mobili e accessori per la casa. "La signora mi contattava telefonicamente quando aveva bisogno e le si portava il materiale per farglielo visionare" ha detto l'uomo, "nell'estate del 2018 mi ha chiamato perchè voleva saldare il conto dato che il pagamento avveniva con cambiali. Mi ha dato circa 10mila euro quella volta, per gli ordini accumulati nel corso dei tre/quattro anni precedenti. Mi disse che aveva molta disponibilità economica perchè aveva venduto l'appartamento".
Nell'udienza calendarizzata per la giornata di oggi avrebbe dovuto partecipare anche la signora in qualità di teste, tuttavia l'avvocato Andrea Artusi -costituitosi parte civile per l'amministrazione di sostegno della donna- ha rappresentato al giudice che purtroppo l'anziana ha subito un infortunio nella notte tra giovedì e venerdì scorso e al momento si trova impossibilitata a comparire. Prendendo atto del legittimo impedimento del teste, il giudice ha rinviato il processo al prossimo 29 settembre per gli ulteriori testimoni dell'accusa residui.
B.F.
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