Oggiono: messa solenne per S.Eufemia con quattro preti 'in festa'. Messaggio da Scola


Le volontarie con il dolce per S.Eufemia preparato per l'occasione

Tra i primi appuntamenti oggionesi del nuovo anno pastorale, iniziato con la messa del primo settembre per il dodicesimo anniversario dalla costituzione della comunità pastorale San Giovanni Battista, si è celebrata oggi, mercoledì 16 settembre, la festa patronale di Sant’Eufemia. Numerosi i fedeli che nella mattinata hanno preso parte alla celebrazione eucaristica, presenziata, come da tradizione, dai sacerdoti nativi di Oggiono e coloro che vi hanno svolto, o svolgono attualmente, il proprio ministero.




“Questo giorno di festa e gioia, in cui riscopriamo la fede fondata sulla Pasqua di Cristo tramite il martirio di Eufemia, è anche il momento in cui la nostra parrocchia ricorda gli anniversari di ordinazione sacerdotale” ha detto don Maurizio Mottadelli all’apertura della celebrazione ricordando il proprio ministero giunto al quarantesimo anno, il trentacinquesimo di don Alessandro Vismara, il trentesimo di Padre Riccardo Ratti ed il quindicesimo di don William Abruzzese.




Il parroco don Maurizio Mottadelli

Rivolto un pensiero particolare durante la celebrazione anche al Cardinale Angelo Scola, giunto al cinquantesimo anno di ordinazione presbiterale, il quale per motivi di salute non ha presenziato alla messa ma ha scritto una lettera alla comunità. “Carissimi, non potendo intervenire di persona alla festa patronale non voglio far mancare a tutti voi la mia vicinanza nella preghiera e nell’affetto. Il cammino della comunità mi sembra attento alle prescrizioni stabilite dalla autorità civili ma non per questo meno presente nel suo compito di annuncio di Cristo. Certamente il signore ci indicherà nuove strade per l’annuncio cristiano ma la radice della tradizione non verrà meno, anche se cambiate le forme. Rivolgo un grazie particolare alla comunità pastorale che in vari modi ha celebrato il mio cinquantesimo anniversario di ordinazione”.


Il sindaco Chiara Narciso con il luogotenente Nicolino Ombrosi, il comandante
della PL Mauro Sala e il consigliere comunale e onorevole Roberto Ferrari



Durante l’omelia don Maurizio Mottadelli si è rivolto ai fedeli ricordando che le condizioni nella quali ci troviamo oggi, che ci vedono costretti a vivere la liturgia in modo differente, non fanno venire meno i valori sui quali si fonda l’esperienza cristiana. “In questo momento di celebrazioni mi ritrovo a pensare al significato dell’essere prete. Per me è un’occasione per guardare al passato e ringraziare il Signore, unico vero protagonista della mia vita sacerdotale che mi ha accompagnato in questi quarant’anni."




"È anche un’occasione però per guardare avanti interrogandomi non tanto sui nuovi progetti da portare a termine ma soprattutto sulle modalità e lo spirito con cui essere prete secondo la volontà del Signore. Il prete di cui la società ha bisogno è un uomo di Dio, che coltivi la spiritualità per avvicinarsi meglio ai fedeli. Noi preti siamo chiamati a parlare tanto ma è bene fermarsi a comprendere che siamo tutti discepoli dell’unico maestro che è Gesù. La prima nostra preoccupazione deve essere la persona, soprattutto le persone più fragili. A volte può sembrare più gratificante, ed al contempo più facile, dedicarsi alle opere piuttosto che ad ascoltare coloro che hanno bisogno di parlare e confidarsi, ma è proprio questo ciò che deve fare il prete” ha concluso.


Al termine della celebrazione, sul piazzale antistante la chiesa, i sacerdoti hanno scambiato gli auguri con la popolazione e consegnato il tradizionale dolce di Sant’Eufemia a tutti i presenti.
Sa.A.
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