Epidemia di mixomatosi nei conigli. Anche il casatese nella zona di protezione di ATS

In questi giorni ATS Brianza ha accertato in alcuni comuni del lecchese - dopo gli episodi verificatisi nella provincia di Monza - l'esistenza di un'epidemia di mixomatosi tra i conigli selvatici, firmando una specifica ordinanza per contenere il contagio.
Il documento è piuttosto chiaro: anche diversi paesi della Brianza casatese, oggionese e dell'hinterland di Lecco sono stati inclusi nella ''zona di protezione'' contro la malattia. Si tratta di Bosisio, Cesana, Suello, Annone, Molteno, Civate, Oggiono, Sirone, Nibionno, Rogeno, Garbagnate, Costa Masnaga, Bulciago, Cassago, Cremella, Barzago, Dolzago, Ello, Barzanò, Galbiate, Malgrate, Valmadrera, Lecco, Pescate, Garlate, Abbadia, Pescate, Mandello, Castello Brianza, Sirtori, Viganò e Monticello.
A emettere il documento nella giornata di ieri è stata ATS Brianza - Dipartimento veterinario e Servizio sanità animale con sede a Monza - nella persona del dottor Fabrizio Galbiati. L'allerta sulla proliferazione della malattia tra i conigli selvatici della zona è arrivata dall'analisi delle carcasse prelevate a Bosisio in Via Sabina, a Garbagnate in Via Provinciale e a Valmadrera in Piazza Rose. Segnalazioni che si aggiungono a quelle provenienti dal territorio monzese, dove già da tempo i residenti avevano evidenziato la presenza di colonie malate e di esemplari morti.
L'ordinanza di ATS obbliga al ''divieto di immettere dentro la zona di protezione, o di asportare dalla stessa, conigli vivi o morti'', alla ''vigilanza sanitaria periodica'' e alla ''distruzione degli animali abbattuti o reperiti morti mediante incenerimento da arte di ditte autorizzate''. Non solo: secondo il dottor Galbiati è doveroso ''l'abbattimento dei conigli infetti da effettuarsi esclusivamente da parte della polizia provinciale''.
Le norme appena elencate sono fondamentali soprattutto per arginare la proliferazione della malattia tra i conigli domestici o quelli da allevamento (che comunque possono essere sottoposti a vaccinazione).
Non ci sono tuttavia pericoli per la salute dell'uomo, nè per quella di altre specie animali: la mixomatosi non si trasmette né direttamente, né consumando carni di coniglio. La malattia - che deriva dal ceppo del vaiolo - può essere ''passata'' fra conigli per via cutanea (zanzare o pulci), respiratoria o venerea e l'incubazione può variare dai 2 ai 20 giorni. Tra i principali sintomi vi sono congiuntivite, tumefazione delle palpebre, edemi, nodosità o tumefazioni sulla testa, sul dorso e sulle aree genitali.
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