Lago di Annone: cronaca di una moria annunciata?

“ Uno spettacolo allucinante: da lontano si aveva l'impressione di un indistinto formicolio lungo le rive, ma via via che ci si avvicinava al lago i puntini neri in movimento apparivano chiaramente per quello che erano. Migliaia di pesci boccheggianti, la testa fuori dall'acqua, disperatamente protesi a cercare nell'aria quello che nel loro elemento naturale non riuscivano più a trovare: l'ossigeno”.

“Ne sono state pescati 2000 quintali, ma continuiamo a prelevare anche pesce vivo ...”.


Germano Bosisio
I cittadini dei comuni rivieraschi sembra che possano forse stare, almeno per l'oggi, ancora tranquilli: quello descritto sopra non è quello che sta succedendo in questi giorni nel lago di Annone ma è quanto compare nel libro del compianto maestro Pirola di Oggiono che riporta un assai eloquente articolo della Rivista “Aqua” del 15 febbraio 1987 ( “Cronaca di una moria annunciata”, a firma Anna Jannello) riguardo i terribili avvenimenti occorsi al nostro gioiello lacustre nell'ottobre del 86'. Queste due sono le inquietanti testimonianze rispettivamente dell'allora sindaco di Annone e dell'allora assessore all'ecologia della Provincia di Como, coinvolti in prima persona nel tentare di coordinare il recupero di centinaia di quintali di pesce morto che, decomponendosi potevano rappresentare un rischio per la salute di chi viveva lungo il lago.
Da allora sono trascorsi molti anni ma, per chi si fosse documentato in passato e fosse stato presente o avesse letto i resoconti mediatici dell'incontro sullo stato di salute del lago svoltasi martedì 22/9 sera in sala Consigliare di Oggiono, sarebbero comunque questi gli scenari che si potrebbero immaginare ancora come possibili visto quanto è sembrato emergere nitidamente dalla relazione del dott. Alberto Negri. Infatti in quel contesto il noto,  e da sempre sul campo del nostro lago,  biologo ha parlato espressamente di un rischio “scenario Sartirana”, concretizzatosi quest'estate nel lago meratese quando si è verificata una forte moria di pesci.
Ma come, potrebbero dire molti, dopo tutto quanto si è cercato di fare per risanare il nostro lago si è ancora in presenza di questi rischi ?
Anni di costante spinta soprattutto da parte di cittadini sensibili come dei locali pescatori che avevano contribuito gradualmente a far assumere una serie di provvedimenti migliorativi da parte delle autorità, sembra possano ancora essere, di fatto, quasi vanificati ?
Solo per citarne alcuni : la realizzazione di un antesignano collettore – sin dall'85 - attorno al lago in cui convogliare le acque fognarie dei comuni rivieraschi collegato al relativo impianto consortile di depurazione a Valmadreda; il taglio periodico delle macroalghe; il monitoraggio periodico degli immissari finalizzato a tempestivi interventi di “bonifica”; gli studi annuali sulla salute del lago; la sperimentazione di un allevamento di un particolare tipo di pesce mangia micro alghe per alleggerire i cosiddetti nutrienti, in particolare il fosforo, alla base dell'effetto eutrofico e relativa riduzione dell'ossigeno ... ma soprattutto anche l'impianto di sifonamento e “graduale bonifica” del micidiale strato ipolimnico anossico dei fondali , tuttora operativo, costato assai cospicue risorse pubbliche di provenienza regionale/europea.
Ora a fronte di tutto questo (ma già prima se ne avevano avute avvisaglie anche se non così marcate) invece che determinare la completa fruizione del lago, a partire da una ritrovata balneazione comunque da perseguire e monitorare, si evidenzia ancora una situazione perlomeno a rischio ?
Come è possibile ad esempio che ancora ci siano periodicamente o occasionalmente travasi di sostanze fognarie e inquinanti negli immissari sia nell'Annone Ovest (che attualmente sembra essere il più critico) che in quello Est ? Scarichi che di fatto continuano a peggiorare la già delicata situazione dei fondali del primo e a pregiudicare la comunque positiva azione di risanamento prodotta dall'impianto di sifonamento in particolare nel secondo ?
In sostanza stiamo rischiando ancora una moria nel primo bacino (ma i due laghi sono tra loro connessi) e la vanificazione di anni di risanamento ( e di notevole spesa pubblica) soprattutto nel secondo ? Peraltro sembrerebbe che l'azione di sifonamento possa durare ancora per pochi anni ...
Una cosa è certa : le amministrazione rivierasche, pur volenterose, ora non possono più gestire quello che sembrava l'ordinario o limitarsi a promuovere una pur apprezzabile fruizione delle sponde (anello ciclo-pedonale) ma devono accelerare la soluzione di questi ineludibili problemi strutturali. E il fatto che possano oggi anche e soprattutto appoggiarsi (sollecitandone apertamente il contributo) a Lario Reti Holding, società pubblica partecipata dai Comuni che gestisce l'intero ciclo idrico provinciale, dovrebbe costituire un'ulteriore garanzia di tempestiva ed effettiva azione risolutiva. Visto peraltro le cospicue risorse economiche di cui dispone come pure la possibilità d'accesso a varie forme di finanziamento non solo a livello regionale ma anche nazionale de europeo, che potrebbero rendere percorribili anche progetti strutturali come il ponderato dragaggio dei fondali dell'Annone Ovest.
Ad ogni amministratore assumersi l'onere di produrre effettivi quanto tempestivi risultati ( indispensabile un'azione congiunta perlomeno dei comuni rivieraschi ) come ai cittadini sollecitare e vigilare sull'evolversi della situazione.
Germano Bosisio
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