Tour nell'Oggiono Napoleonica scoprendo Palazzo Prina, la parrocchiale e la darsena

Per il diciottesimo anno è tornata la manifestazione "Ville Aperte in Brianza", il cui format prevede l'apertura con visita guidata di alcune ville di delizia ed edifici culturalmente importanti nel territorio brianzolo.

La visita a Palazzo Prina

Una parte di questi edifici sono aperti tutto l'anno, altri sono raramente accessibili, per cui la loro apertura straordinaria ha rappresentato un'occasione unica per visitarli e conoscerli. Il progetto, gestito e coordinato dalla Provincia di Monza e Brianza, fa parte di "BrianzaRestart", un'iniziativa che coinvolge istituzioni, associazioni, ordini professionali, sindacati, realtà del welfare e della scuola nella costruzione di un nuovo modello di sviluppo economico, produttivo e sociale post covid 19. Essendo la cultura e il turismo dei motori di crescita e sviluppo del territorio, la manifestazione ha anche avuto l'obiettivo di lanciare un messaggio positivo di ripresa e ritorno alla normalità, partendo dal territorio che dobbiamo, a poco a poco, tornare a frequentare con fiducia e sicurezza.

Uno degli itinerari più caratteristici proposti durante il weekend del 26 e 27 settembre è stato ad Oggiono, dove il percorso prevedeva tre tappe lungo un cammino che ripercorreva l'Oggiono Napoleonica. Il condottiero francese, infatti, è indirettamente legato a questa cittadina brianzola, soprattutto per tre luoghi di interesse oggionesi, i quali hanno costituito, per questa occasione, le tre tappe dell'itinerario. Gli iscritti all'evento, che sono stati circa centrotrenta, si spostavano quindi da una tappa del percorso all'altra e in ognuna di queste li aspettava una guida che li accompagnava alla scoperta dell'oggetto di interesse.

Il primo edificio, nonché punto di partenza del percorso, è stato Palazzo Prina. Situato in pieno centro storico, questo palazzo è un ottimo esempio di barocchetto lombardo. L'aspetto attuale del palazzo risale ai primi decenni del ‘700, dopo essere stato sede delle autorità spagnole durante i secoli del loro dominio ma anche sede del governo francese, quando Oggiono era capoluogo della "Regione della Montagna".

La pianta è a U, lato principale in fregio alla via Primo Maggio, come ora si chiama l'antica via romana e medioevale, e i lati minori formanti il cortile interno con il giardino sullo sfondo. Questo è separato visivamente dal resto da due esemplari di magnolia grandiflora e, fino agli anni 20 del ‘900, giungeva fino all'attuale via Marco d'Oggiono, con un sontuoso ed elegante ingresso carraio che ora non esiste più.

Il portale, recentemente allargato per motivi di accessibilità carraia, è sormontato da un poggiolo centrale che costituisce il centro visivo della facciata, rigorosamente simmetrica. Il portico, invece, ampio tutto il fronte del cortile interno, è sorretto da colonne binate in granito, nell'elegante stile toscano.
Dal portico si accede a destra allo scalone d'onore, dagli eleganti gradini in granito e dalla balaustra in arenaria traforata; scala che porta al piano nobile, attualmente adibito ad uffici. Al centro del soffitto dello scalone è visibile un affresco a soggetto sacro, in una elegante cornice barocca in buon stato di conservazione. Le finestre interne, prive dei contorni in rilievo presenti sulla facciata verso la strada, sono decorate con ornamenti barocchi, conferendo un tocco di eleganza all'intero cortile.
Il ringraziamento per lo stato di questo palazzo va ai privati che hanno creduto in esso e che lo hanno ristrutturato e conservato come quello che oggi vediamo.

La colonna di Sant'Eufemia

Il tour napoleonico è proseguito verso la piazza della chiesa, dove l'assessore alla cultura Giovanni Corti attendeva il gruppo. Corti ha spiegato che Palazzo Prina era la sede del governo, dove si pagavano le tasse; Prina era, infatti, il ministro napoleonico delle finanze per il Regno d'Italia. Odiato per il suo ruolo, durante la fase discendente del periodo Napoleonico Prina venne brutalmente ucciso dalla folla a Milano: prima defenestrato dal suo palazzo, poi finito a ombrellate.

Al periodo di decadimento francese risale anche un curioso fatto legato alla colonna di Sant'Eufemia, posta vicino alla chiesa principale di Oggiono, sede della seconda tappa del percorso. In cima a questa colonna, sul capo della santa, vi era posta una corona; dato che, durante quel periodo, tutti i re di Francia stavano lentamente scomparendo ad opera del popolo, la colonna vide la rimozione della corona da parte dei cittadini, in linea con l'onda di cambiamento della Rivoluzione Francese.

Il dipinto ad opera di Andrea Appiani

La seconda tappa del percorso era legata ad un dipinto ad opera di Andrea Appiani. "Lo sposalizio della Beata Vergine e di San Giuseppe". Andrea Appiani, la cui madre era di Bosisio Parini, fu uno dei più grandi pittori al servizio di Napoleone. Figlio di medico, volle fare il pittore e imparò prima a bottega, poi frequentando l'Accademia di Brera, fondata da Maria Teresa d'Austria che prima di Napoleone aveva il potere sul territorio. Quando scese in Italia, Napoleone venne ritratto a carboncino da Appiani. Questo ritratto piacque molto a Napoleone che lo nominò commissario di arte, ovvero giudice delle opere d'arte che Napoleone avrebbe portato via dall'Italia e che, tutt'oggi, come ben sappiamo si trovano nella quasi totalità al Louvre di Parigi.

A sinistra il Battistero

Il quadro in questione, che si trova sulla destra appena entrati nella chiesa di Sant'Eufemia, è stato spiegato ai turisti da una guida di Arcao, Associazione Culturale Archeologica di Oggiono. L'opera è stata realizzata nel 1790, quando il pittore si trovava a Bosisio Parini, città originaria, oltre che della madre, anche dei nonni. L'affresco, come riportato negli archivi parocchiali dal canonico Carpani, fu realizzato in soli sei giorni. Lo Sposalizio della Beata Vergine e di San Giuseppe dimostra grazia e bellezza, in particolare nei colori intrisi di luce e nelle vesti ricche di profonde pieghe a "cannula". I personaggi più importanti sono caratterizzati da una gestualità lenta e da un atteggiamento maestoso, ma si possono rilevare, in alcuni particolari delle mani e dei personaggi di contorno, una certa approssimazione dovuta ai tempi stretti a cui, probabilmente, il pittore ha dovuto sottostare.

Il percorso terminava con una tappa alla Darsena al lago del Generale Domenico Pino, capo delle guardie quando il funzionario Prina fu ucciso. Egli, in quella occasione, non mosse un dito in quanto sapeva che a Milano stavano per arrivare gli austriaci e poiché sperava in una promozione. Pino era il proprietario di alcuni immobili sul territorio oggionese, tra cui la Darsena al Lago, un'abitazione con tanto di molo che si affaccia sul lago di Oggiono, nella quale approdò anche lo scrittore Stendhal durante la sua permanenza in Brianza.

La Darsena al lago del Generale Domenico Pino

La Darsena, di origine Settecentesca è un simbolo del lago e del patrimonio brianzolo e ad oggi, funge da casa del guardiano dello specchio d'acqua oggionese. La costruzione di questo edificio di elegante architettura neo-classica si può attribuire ai Riva-Finolo, nobili di Oggiono e comproprietari di parte del lago nella seconda metà del ‘700. La Darsena passò poi in proprietà al generale Pino, citato appena sopra. Successivamente ospitò la famiglia Annoni, il marchese di Montecuccoli e, dagli anni 30, la famiglia Citterio (conosciuta per il Salumificio Citterio) che ne è l'attuale proprietaria.

Lo stile della Darsena è neoclassico: ha una pianta rettangolare a due piani con accesso dalla strada mediante un piccolo portale settecentesco. Al piano terra si trova la darsena in acqua per il ricovero delle barche, mentre al piano superiore un piccolo alloggio per il custode e l'ampio salone con loggia aperta sul lago. All'interno della darsena, sul muro, è segnato lo "Zero idrometrico" del lago, l'unità di misura per definire la quota della superficie del lago stesso. L'edificio è stato progettato per una giornata ricreativa: gli ospiti giungevano la mattina in carrozza e ripartivano la sera. Pertanto non è prevista alcuna funzione residenziale, se non di supporto logistico alla gita in barca e la colazione sulla loggia o all'interno del salone panoramico.

A destra l'assessore alla cultura Giovanni Corti

Questo è stato il tour dell'Oggiono Napoleonica, curato dalla città di Oggiono con la collaborazione dell'Associazione Palazzo Prina, ARCAO, Università del Monte di Brianza e l'associazione Brianza Nostra, la quale ha curato l'accoglienza alla Darsena. L'iniziativa è stata sicuramente apprezzata sia dai cittadini oggionesi che dalle persone venute da fuori, suscitando l'interesse verso un periodo della storia di questo comune brianzolo che era, per lo meno ai più, sconosciuto.
Alessandro Vergani - Giovanni Pennati
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