Bulciago: Alice Brignoli in carcere a san Vittore, i 4 figli in una comunità protetta. Il marito morto per problemi di salute. L'operazione riuscita grazie alla collaborazione tra ROS e FBI


Koraichi e la moglie Alice

Alice Brignoli è stata riportata in Italia e con lei i suoi quattro bambini. I tre (di 6, 4 e 2 anni) partiti con lei e quello concepito in Siria con il marito Mohamed Koraichi, con il quale aveva lasciato Bulciago nel febbraio 2015, a bordo di una vecchia Citroen. Dalla Brianza i coniugi hanno attraversato diversi paesi dell'Europa dell'Est per raggiungere la Siria e abbracciare la causa dello Stato islamico. A cinque anni di distanza da quella partenza, avvenuta all'improvviso, i carabinieri del Ros hanno riportato in Italia la famiglia. Tutti, tranne Koraichi morto un mese fa a seguito di gravi problemi di salute. Non è perito da combattente ma a causa di un problema intestinale. Alice invece è stata recuperata nel campo di Al Hawl nel nord est della Siria, controllato dai curdi, dove viveva in condizioni durissime facendo da guardiana alle altre donne.

VIDEO - Il generale Angelosanto del Ros e il procuratore Nobili




L'operazione si è svolta anche grazie al contributo dei servizi segreti Usa, l'FBI. I quattro bambini stanno bene e ora si trovano in una comunità protetta individuata grazie all'aiuto dei servizi sociali del comune di Milano, la Brignoli invece è nel penitenziario di San Vittore a seguito dell'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Milano su richiesta della direzione distrettuale antiterrorismo. e domani sarà interrogata in carcere.
"Non abbiamo mai mollato, seguendo i suoi spostamenti" le parole del dottor Alberto Nobili della Procura antiterrorismo di Milano che ha coordinato l'operazione (rallentata per via del lock down). "I bambini ieri sera a Linate erano entusiasti di poter rientrare in Italia e anche la mamma era serena. Non ha mostrato resistenza né disappunto. Ha capito che è un grande regalo per loro. Ecco, noi crediamo che il terrorismo possa essere combattuto anche con una modalità umanitaria".
I dettagli dell'operazione sono stati illustrati nel corso della conferenza stampa convocata questa mattina in Procura a Milano dal generale Pasquale Angelosanto a capo dei carabinieri del Ros. A loro e al personale Digos è andato il ringraziamento dell'autorità giudiziaria meneghina, la stessa che aveva riportato in patria a Barzago Alvin Berisha, il piccolo trascinato in Siria dalla mamma Valbona.


Al centro il dottor Alberto Nobili a capo della sezione antiterrorismo della procura



Il generale Pasquale Angelosanto a capo dei carabinieri del Ros

La partenza di Brignoli e Koraichi sul finire del 2015 non è casuale a detta della Procura milanese: nel 2014 infatti era stata proclamata la nascita del Califfato con a capo Al Baghdadi. In Siria, Koraichi ha partecipato direttamente alle operazioni militari dell'Isis, mentre la moglie avrebbe ricoperto un ''ruolo attivo - secondo il Ros - nell'istruzione dei figli alla causa del jihad''.
Alice Brignoli è stata descritta come una vera e propria combattente, profondamente radicalizzata come appariva anche dalla sua immagine sul profilo Whatsapp che ritraeva la foto di uno dei suoi bambini vestito da foreign fighter e con il dito puntato verso il cielo. La latitanza della famiglia italiana si è chiusa a un lustro dalla partenza da Bulciago e con la morte del capofamiglia, il marocchino trapiantato in Italia, Koraichi.
Confermati dal dottor Nobili anche i rapporti con Abderrahim Moutaharrik, il pugile lecchese arrestato per la sua vicinanza al terrorismo e legato da profonda amicizia proprio con la famiglia di Koraichi.
G. C.
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