Cortenuova: da 12 anni in Kenya, Suor Federica si occupa di offrire assistenza sanitaria ai più deboli

''Cortenuova ce l'ho nel cuore. Sarò sempre grata alla mia comunità d'origine: qui ci sono le mie radici''. Suor Federica Zoia ha concluso con queste parole, pronunciate con il sorriso stampato sul volto, l'incontro-intervista che abbiamo organizzato con lei nei giorni scorsi per conoscere meglio la sua storia religiosa, ma soprattutto umana.

Suor Federica tra i bambini di uno dei villaggi keniani in cui opera

Laureata in medicina e appartenente alla congregazione delle Suore del Preziosissimo Sangue - di cui la sorella Donatella ricopre la carica di Madre generale - la monticellese risiede da ormai molti anni in Kenya, in un villaggio chiamato Kathonzweni, a sud-est di Nairobi, la capitale dello stato africano.

Una realtà sicuramente molto diversa dalla nostra, nella quale Suor Federica ha trovato la propria dimensione. ''Sono medico e opero in un dispensario della salute'' ci ha spiegato la religiosa, sottolineando la grande collaborazione che si è instaurata con il governo locale, che a dispetto di quanto si potrebbe pensare, pone un'attenzione particolare al tema della salute. ''Dal 2016 svolgiamo anche un servizio di mobile clinic: due giorni alla settimana portiamo l'ospedale in sette villaggi e in carcere, offrendo assistenza sanitaria a bordo di un mezzo attrezzato. Sapere di ricevere il sostegno e la considerazione delle istituzioni in questa sfida è davvero importantissimo''.

Il Coronavirus ha raggiunto anche il Paese africano: il 12 marzo, per la precisione, si è registrato il primo caso di contagio e l'indomani si è dato vita ad una specie di lockdown, meno stringente di quello italiano, ma durante il quale diverse attività sono state costrette al fermo in attesa di conoscere l'evoluzione della pandemia. ''L'emergenza è stata gestita bene e anche la popolazione si è comportata egregiamente: tutti hanno dimostrato forte impegno, anzi con il senno di poi forse la prudenza è stata eccessiva, ma tutto questo è servito affinchè la pandemia non si sviluppasse oltremodo'' ha spiegato la religiosa.
Nella missione keniana Suor Federica collabora con altre cinque religiose e con giovani volontarie che desiderano consacrare la propria vita al Signore, occupandosi delle attività di pastorale, ma anche della promozione umana e della tutela delle donne.

Queste ultime ad esempio sono le protagoniste del progetto sociale Greenhouse, che punta all'inserimento nel mondo del lavoro e mediante la coltivazione di pomodori e peperoni grazie anche alla collaborazione con alcune associazioni italiane. ''La coltivazione e la vendita consentono loro di guadagnare qualche soldo che possono impiegare per il pagamento della retta scolastica dei loro figli'' ha aggiunto Suor Federica, impegnata anche nell'attività pastorale nei confronti dei più giovani, che in Kenya come in Italia rappresentano un segnale di forte speranza per il futuro.
Lo stato africano d'altra parte, è ricco di contraddizioni. Innanzitutto dal punto di vista economico: da una parte la bellezze sfruttate a livello turistico e la ricchezza che caratterizza soprattutto la capitale; dall'altra parte l'estrema povertà nei villaggi, dove l'economia è basata quasi esclusivamente sull'agricoltura.

I keniani tuttavia, sono un popolo allegro, sempre in festa. ''C'è la capacità di gioire per ogni singolo successo, senza pensare troppo al domani. Si valorizza ogni cosa, ogni incontro: dal punto di vista relazionale si sta molto bene, perchè si impara a vedere il lato positivo in tutto. Non ci si preoccupa, ma ci si occupa: è questo il motto della quotidianità in Kenya'' ha aggiunto la missionaria partita dall'Italia nel 2008 per vivere un'esperienza forte, dopo aver preso i voti.

La missionaria con la mamma e la sorella durante una breve vacanza estiva

Una vocazione la sua, maturata negli anni universitari, durante l'attività di animatrice e catechista presso l'oratorio di Cortenuova e culminata con la decisione di entrare in convento a Monza nel 1999, seguendo l'esempio della sorella Suor Donatella, di undici anni più grande e riferimento per l'intera congregazione. Proprio la religiosa monticellese faceva parte del gruppo di quattro missionarie che per prime hanno raggiunto il Kenya nel 1987. ''Sono grata e felice per tutto. Ognuno in questi anni mi ha regalato qualcosa di importante: del resto chi incontri in qualche modo ti cambia'' ha concluso.

Una breve vacanza in Italia che per Suor Federica sta per terminare: giovedì infatti, a distanza di due mesi dal suo arrivo (a cui ha fatto seguito il periodo di quarantena imposto dalle normative anti-Covid), dovrà tornare in Kenya con un abbraccio speciale alla mamma e alla sorella e un arrivederci al nostro Paese nel quale farà ritorno, come di consueto, fra tre anni.
Gloria Crippa
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