Parco Valle Lambro: non c'è l'accordo tra i soci. Slitta ancora la nomina del presidente

Fumata nera. Il nome del nuovo presidente del Parco Valle del Lambro non c’è ancora. L’ultima seduta di assemblea, che si è tenuta la scorsa settimana presso la sede di Triuggio, non è infatti riuscita a concludere i lavori con la nomina del consiglio di gestione.
L’ente pubblico, come si ricorderà, è stato commissariato alla fine di giugno, dopo le dimissioni del vicepresidente facente funzione Alfredo Viganò, dei consiglieri Vittorio Consonni, Paola Bernasconi e Matteo Vitali. Il 30 maggio era stato l’allora presidente, Eleonora Frigerio, a lasciare l’incarico, ma era un gesto atteso dato che la scendeva ufficiale del mandato risaliva al 31 ottobre 2019. Poi, l’assemblea della comunità dei sindaci, convocata tre volte (4 dicembre 2019, 3 marzo 2020 e 29 maggio 2020), non è riuscita a trovare un accordo per eleggere il nuovo presidente dei componenti del nuovo consiglio di gestione.
Alla quarta volta nemmeno. Su trentanove componenti della comunità del parco, erano presenti all’assemblea 23 rappresentanti dei comuni e delle tre province coinvolte (Como, Lecco e Monza e Brianza), pari a poco più della metà (il 57%) del totale. Per quanto concerne il territorio lecchese hanno presenziato Costa Masnaga, Nibionno e Rogeno mentre erano assenti Bosisio Parini, Casatenovo, Cassago Brianza e Cesana Brianza.
Claudio Usuelli
Da quanto si apprende, le province di Como e Lecco hanno presentato più volte, anche nelle precedenti assemblee, i candidati per il ruolo della presidenza ma ogni volta si sono scontrati con le esigenze del gruppo monzese. E la conclusione dei lavori è la stessa, da ormai quattro volte: la mancanza di nomina di una figura politica adatta a reggere l’ente.
Il rappresentante di Costa Masnaga, Umberto Bonacina, insieme al collega di Triuggio ha chiesto di individuare “con la massima urgenza” una figura da eleggere per poter andare avanti con i progetti bloccati ormai da troppo tempo. É stata poi avanzata esplicita richiesta alla Provincia di Monza e Brianza e al Comune di Monza “di concordare un nominativo in quanto i sindaci della Provincia di Como e di Lecco hanno già proposto dei nominativi”. Con il commissariamento vanno avanti le procedure ordinarie (durante l’assemblea è stato approvato anche il conto consuntivo 2019), ma i progetti continuano a rimanere al palo.
Il sindaco di Rogeno, Matteo Redaelli (in assemblea era presente il delegato, l’assessore Gianni Rossin), condivide l’idea di individuare il nuovo presidente prima possibile. “Non è possibile bloccare un ente del genere per un nome sul quale non c’è l’accordo. Noi ne facciamo una questione di necessità visto che ora l’organo fa il minimo sindacale. Un parco, invece, deve lavorare perché ci sono milioni di euro da andare a “cacciare”. Ne va della salute economico-finanziaria, oltre che del funzionamento complessivo dell’ente, con tutte le conseguenze che derivano”.
Anche la provincia di Lecco era rappresentata all’assemblea della scorsa settimana. Il presidente Claudio Usuelli è intervenuto considerando che “pur apprezzando i lavori egregi del commissario, dobbiamo nominare il presidente in modo che la politica porti avanti quello che c’è da fare. Come province di Lecco e Como avevamo indicato un presidente, ma se tocca a Monza non ci mettiamo d’ostacolo”.
Umberto Bonacina e Matteo Redaelli
La lista che si candida per il nuovo consiglio di gestione, da statuto, deve rappresentare tutto il territorio, ma il presidente della provincia lecchese ha lanciato una proposta: l’introduzione della presidenza e vice presidenza a turno, ovvero un candidato della provincia di Monza e Brianza e di Lecco e Como che si avvicendano, alternandosi. Per poter garantire questa turnazione però bisogna cambiare lo statuto dell’ente, dunque non è immediato. “A parole è stato approvato, ma non possiamo rimanere in stand-by” ha aggiunto Usuelli.
In accordo con la proposta il rappresentante del Comune di Verano Brianza, Massimiliano Chiolo. Riccardo Borgonovo, vice Presidente della Provincia di Monza e Brianza, ha annunciato che “si impegnerà personalmente a cercare l’accordo politico per l'elezione, quanto prima, del Presidente del Parco”.
Il rischio nella mancanza di una figura politica segna, secondo l’opinione diffusa tra alcuni rappresentanti lecchesi con cui abbiamo parlato, l’avvio verso una strada di “autodistruzione”.
L’ente quindi, in questo momento, davanti all’ennesima fumata nera, appare in bilico. Sono le diverse forze politiche che devono trovare un equilibrio. Senza procrastinare troppo, però.
Michela Mauri
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