Cesana, il Comune sul futuro dell’ex cava: ''c'è uno studio di generatore fotovoltaico''

Il sindaco di Cesana, Eugenio Galli
Una grande centrale ad energia solare. Era questa la proposta avanzata dal consigliere provinciale - e anche sindaco di Dolzago - Paolo Lanfranchi, in merito al recupero sociale dell'ex cava sul monte Cornizzolo, nei paesi di Cesana Brianza e Suello (https://www.casateonline.it/articolo.php?idd=123752). La proposta, che risale a un paio di settimane fa, era stata avanzata al presidente della provincia di Lecco Claudio Usuelli, con l'obiettivo di intercettare una parte delle risorse del Recovery Fund europeo da investire sul territorio locale, nell'ambito di un progetto di energia rinnovabile su tutta l'area che oggi è inattiva. "Cogliamo l'occasione, dataci dall'articolo pubblicato in merito all'intervento del sindaco dolzaghese Paolo Lanfranchi che, in qualità di consigliere provinciale, si è espresso sull'argomento recupero sociale della cava di Suello-Cesana, per chiarire alcuni punti sull'argomento ex cementeria" hanno riferito oggi dall'amministrazione comunale di Cesana, precisando "come da anni siano in corso "tavoli di discussione" con Regione Lombardia e Holcim Italia sulla questione".
L'attività estrattiva si è chiusa nel 2011 dopo sessant'anni dall'apertura. Da quel momento sono in corso valutazioni - ci sono state anche proposte di progetti - sul recupero ambientale e funzionale della cava dell'Alpetto, posta in larga parte sopra l'abitato di Cesana, ma a distanza di nove anni dalla chiusura non è ancora noto il futuro destino di quest'area che chiaramente non potrà tornare alla morfologia originaria. Quello squarcio aperto sul fronte sud della montagna, resterà infatti a imperitura memoria del passato industriale e minerario a cui questa porzione di Brianza lecchese è rimasta legata per anni. C'erano stati in passato idee in ambito sportivo o ancora relative all'installazione di pannelli fotovoltaici: quest'ultima, in particolare, sembra essere tornata in campo.
"L'idea di installare una centrale produttrice di energia pulita, sul nostro territorio, è sicuramente lodevole: vanno però fatti studi, ricerche e sperimentazioni sull'impatto ambientale che un tale impianto, di considerevoli dimensioni, potrebbe avere anche sulla eventuale alterazione del microclima, con conseguente ricaduta sulla biodiversità e sul paese" hanno proseguito gli amministratori. "Siamo a conoscenza del fatto che attualmente, un gruppo di professionisti, rappresentati dall'ingegnere Paolo Casiraghi e dall'architetto Tiziano Corti, sta effettuando uno studio inerente la realizzazione di un generatore fotovoltaico sulla ex-cava di Cesana Brianza".

In un primo incontro effettuato con l'amministrazione di Cesana, il team di professionisti ha chiarito: "L'impianto, della potenza di 6MW, sarebbe in grado di alimentare 2.000 unità. Lo studio di fattibilità, in fasi di redazione, ha raccolto il favore della Società Holcim Italia S.p.A e degli investitori. L'impianto prevederà un percorso didattico guidato rivolto alle scuole, il recupero di aree a verde attrezzate e farà del design un obiettivo primario, con la convinzione che il "bello" possa essere applicato agli impianti tecnologici".
Segnali in relazione alla volontà di recupero della superficie sono arrivati anche dalla multinazionale svizzera che, per ultima, ha lavorato sulla cava ed è ancora proprietaria dei luoghi: "Anche Holcim Italia, nei vari incontri, ha manifestato la disponibilità all'amministrazione per trovare la miglior soluzione di recupero dell'area estrattiva compatibilmente con la salvaguardia del territorio, dell'ambiente e delle comunità in cui opera" hanno aggiunto dal comune, rimarcando l'interesse sulla riqualificazione dell'area: "L'amministrazione comunale - hanno sottolineato i consiglieri di maggioranza - si è sempre posta e si pone come obbiettivo primario la salvaguardia della salute dei suoi cittadini e dell'ambiente che la circonda, ambiente che negli ultimi 50 anni ha dato tanto dal punto di vista estrattivo e del lavoro, ma che ora riteniamo giusto, nel limite del possibile, tutelare sotto tutti i punti di vista".
Cesana, che in passato si era interessata alla cava facendo togliere l'amianto presente sugli edifici e chiedendo un intervento sugli argini del torrente Molino, chiede in primo luogo che "venga garantita la sicurezza", consapevole però che il progetto della multinazionale dovrà essere validato da Regione Lombardia mentre al comune verrà chiesto un parere. A questo punto, dopo i primi colloqui con gli interlocutori, resta quindi in attesa di poter valutare la presentazione di un nuovo progetto: "Come amministrazione siamo aperti alle nuove soluzioni che abbiano alla base i principi di cui sopra e per tanto, restiamo in attesa di poter visionare e discutere coi professionisti incaricati, la società proprietaria della ex miniera, con il coordinamento della Regione Lombardia, i progetti che intenderanno sottoporci".
M.Mau.
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