Casatenovo in lutto per la scomparsa di Giuseppe Besana, sacrestano in S.Giorgio. Il ricordo commosso di don Andrea

Giuseppe Besana
La battuta pronta e il cuore in mano, schietto, generoso e disponibile, sempre attento ad ogni dettaglio.
È cosi che i casatesi, con commozione e cordoglio, ricordano Giuseppe Besana, scomparso nella giornata di sabato per le conseguenze di un malore patito qualche settimana fa.
Classe 1967, impiegato presso un'azienda del territorio, Giuseppe era un punto di riferimento nella vita della parrocchia San Giorgio per il ruolo di sacrista che ricopriva come volontario fin da quando frequentava le scuole medie. Un divertimento, un passatempo diventato poi un vero e proprio impegno, che ha svolto con cura, creatività e attenzione ai dettagli fino al mese scorso.
Feste solenne, messe feriali e domenicali: la chiesa di San Giorgio era diventata la sua seconda casa, il "duomo della Brianza", di cui amava prendersi cura e "vestire a festa", come lui stesso aveva raccontato qualche anno fa in occasione di un'intervista sul suo ruolo di sacrista, raccolta tra le pagine del giornalino della comunità pastorale "Il Pentagramma".
"Dai, la nostra chiesa è troppo bella!", aveva scherzato durante l'intervista. "...cerco sempre di vedere l'architettura e i dipinti da diverse angolazioni... e con occhi sempre nuovi... E tutte le volte mi regalano emozioni diverse".
Sposato con l'amata Ilaria da più di vent'anni, Giuseppe aveva iniziato il suo impegno come sacrestano insieme al prevosto don Franco Annoni, per poi proseguire con don Sergio Zambenetti, don Antonio Bonacina, l'attuale parroco e prevosto della comunità pastorale casatese.
Momento fondamentale per lui, come racconta nell'intervista, la nascita della comunità pastorale, che gli aveva permesso di stringere legami forti di collaborazione e amicizia con i volontari delle altre parrocchie casatesi, impegnandosi nei momenti comunitari con tutti i sacerdoti e i religiosi della comunità.
"L'ultimo progetto realizzato insieme è stato il palco e l'altare per la prima Messa di don Marco Sala a Valaperta", ha ricordato don Andrea Perego, vicario per la pastorale giovanile della comunità. "Con Ilaria e Giuseppe siamo stati fino alle tre di notte a lavorare quel sabato, perché tutto risultasse preparato a regola d'arte! Di Giuseppe ho sempre ammirato la ricerca per il bello e la passione per l'arte, in ogni sua forma. Non una ricerca effimera o personale, ma messa al servizio della Liturgia per la maggior gloria di Dio e a favore di tutto il popolo".
E proprio il rapporto con le persone era una delle cose che Giuseppe amava di più. "...dai bambini alle persone più adulta, senza distinzione... con le loro parole e osservazioni sono sempre fonte di arricchimento! A volte anche un semplice saluto, soprattutto dalle persone con cui non hai mai parlato, ha la sua importanza e per me vuol dire tanto", aveva spiegato lui stesso, descrivendo la bellezza del prendersi cura della chiesa perché fosse bella e accogliente per tutti e raccontando anche delle amicizie nate e coltivate in tutta la diocesi e fino a Viterbo, con altri ragazzi e giovani impegnati nello stesso ambito e con la stessa passione. "è una vera e propria passione, qualcosa che senti dentro, credetemi, è cosi!".

Cordiale e generoso, solare e disponibile, Giuseppe amava stare dietro le quinte. "Non amava mettersi in mostra, seguiva la messa da uno spiraglio della porta della sacrestia. Il suo carattere, a tratti ruvido, non risparmiava neanche noi sacerdoti che non si vergognava di rimproverare per il modo con cui ci vestivamo per la Santa Messa, per la qualità della predicazione o per il modo con cui ci approcciavamo alla gente. Tutto sempre fatto senza paura del giudizio altrui, e con un vero spirito di servizio", ha proseguito don Andrea Perego, ricordando anche la grande fede di Giuseppe. "Mi ricordo la sua fede concreta, dal modo con cui si aggirava intorno al tabernacolo sempre con compostezza e con una certa riverenza, fino alla cura di ogni singolo dettaglio perché si onorasse a dovere il Signore, la Madonna del Carmine e San Giorgio ai quali era particolarmente legato e che adesso
Giuseppe Besana con la divisa alpina
lo stanno accogliendo tra la schiera dei beati, insieme al suo amatissimo papà e a don Franco al quale era legato in modo speciale".
Giuseppe stesso, sempre nel corso dell'intervista, aveva spiegato le emozioni vissute giorno dopo giorno come volontario. "Trovandomi in chiesa la sera, a volte addirittura fino a notte fonda, avvolto nel silenzio della magnifica volta con tutte quelle splendide figure di evangelisti e santi che ti guardano e che riescono a parlarti nonostante il loro silenzio, ho maturato la convinzione che il tempo e il lavoro che impieghi lo spendi innanzitutto per Lui, perché tutto è per Lui ed è Lui che da senso a tutto quello che fai".
I funerali saranno celebrati lunedì, alle 15, presso la sua amata Chiesa di San Giorgio. Parteciperà anche una delegazione del gruppo Alpini, associazione di cui Giuseppe faceva parte, avendo svolto il servizio militare fra le penne nere, battaglione Edolo presso la Caserma Rossi di Merano. Cordoglio e vicinanza alla famiglia sono i sentimenti espressi dal cavalier Giovanni Beretta e nome del sodalizio, in particolare dal capogruppo Dino Pirovano e dal vice Uberto Villa.
"La notizia della sua morte, dopo giorni di Calvario e lunghe preghiere da parte di tanti, ci ha spiazzato tutti! Saremo vicini ad Ilaria, perché si senta abbracciata da tutti noi e dalle nostre preghiere. Giuseppe, mentre prepari l'altare per la liturgia del cielo, prega anche per noi che lasci qua sulla terra" ha concluso don Andrea.
Laura Vergani
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.