Molteno: Alessandro Villa e i suoi nuovi brani sul bullismo

Sono trascorsi due anni dal suo giorno ''nero''. Alessandro Villa di Molteno è riuscito ad andare avanti tra tante difficoltà, nella consapevolezza di avere opportunità diverse dai coetanei e oggi vuole lasciare un messaggio a coloro che, come lui, sono vittime del bullismo e di esclusione sociale. Lo fa attraverso la sua testimonianza e grazie a due testi musicali appena preparati. Degli anni di sopportazioni e delle emozioni in relazione alla sua esperienza ha parlato in un video, diffuso sui suoi canali social. Anni di esclusione che proseguono fin dai tempi della scuola e che lo hanno portato a vivere di nascosto le sue amicizie.
”Bullismo per me è la maschera di persone che nascondono le loro fragilità – ci ha detto – I loro atteggiamenti sono uno spaccato della loro fragilità: dal momento che non si vogliono sentire “sfigati” e deboli, hanno come reazione la violenza. Io credo che non nascano così, ma vivono episodi che si vergognano a mostrare. Di fronte a situazioni problematiche, quindi, reagiscono nel modo sbagliato, proiettando violenza sugli altri”.
Lo ha conosciuto personalmente il bullismo, lui che è stato ripetutamente oggetto di scherno e derisione, nonostante i suoi tentativi di inserirsi in un gruppo di ragazzi, aspirando a trovare un po’ di serenità insieme ad alcuni giovani che, pur parte di una compagnia più ampia, avevano mostrato maggiore sensibilità nei suoi confronti. Ha descritto una serie di aggressioni subite.
“Una volta mi trovavo al parco e, mentre ero impegnato al telefono a capire chi mi stesse facendo scherzi con una serie di chiamate anonime, alcuni ragazzi mi tiravano le bacche in testa. Episodi che si sono ripetuti anche mentre avevo iniziato a incamminarmi verso casa – ha raccontato - Un’altra volta, invece, mi hanno detto che ho un handicap e tolgo i soldi dei cittadini onesti. In un’occasione, dopo che mi sono seduto in un locale, mi hanno detto di spostarmi perché quel posto era già occupato da un altro ragazzo o, ancora, hanno provato a dirmi che non mi volevano al loro fianco perché gli facevo schifo”. E ancora. “Ricordo ancora bene quando, per accettarmi nel gruppo, alcuni mi hanno chiuso nel baule dell’auto e mi hanno traportato per un chilometro”.
Episodi che, ripetuti nel tempo, lo hanno portato a ipotizzare una soluzione che potesse mettere la parola fine a tutto. In un’occasione più recente, invece, è scappato di casa, dormendo all’addiaccio. “Io mi sono spinto a tanto sapendo che non era normale né prima l’idea del suicidio, né poi scappare di casa – ha proseguito Alessandro - Nel primo caso, tutto è stato frutto di un fraintendimento perché volevo allargare la cerchia di amici, mentre la seconda volta volevo fare un gesto dimostrativo perché speravo che la persona in cui avevo trovato un riferimento si chiarisse con me, anziché scegliere la strada più facile e allontanarsi per mettersi in mostra con gli amici. Non si è forti quando si schernisce ma quando, all’interno di un branco, una persona che la pensa diversamente e vede che l’altra persona ha difficoltà, cerca di trovare il modo di integrarla, facendo capire che è sbagliato bullizzarla ed è meglio integrarla”.
Alessandro ha spiegato anche come sente questi episodi. “Vivo le azioni dei bulli creandomi un senso di colpa perché non sono capace di vedere l’amico come una persona da cui mi devo difendere. Quando c’è una persona con cui riesco a stare bene, non penso alla mia disabilità”.
Da qui l’idea di girare un video per lanciare un messaggio. “Tutti questi episodi mi hanno portato a pensare al peggio, ma poi l’ho superato. Dico a tutti di cercare una piccola luce che, se anche piccola, c’è. Dopo la pubblicazione del video, ho capito che voglio battermi per il fenomeno del branco. Sono tante le persone che si sono suicidate per bullismo e io voglio che questo fenomeno finisca”.
Alessandro ha anche realizzato due testi musicali per lanciare il suo messaggio anche attraverso questo canale. “Uno che si chiama “Simo” ed è relativo al tema dell'esclusione dalle compagnie, mentre l’altro è “scusami se”, che ho scritto proprio ispirandomi a quello che succede nelle varie compagnie quando si crea il fenomeno di massa nel quale, per non dimostrarsi sfigati, si segue la massa schernendo il più debole” ha aggiunto il moltenese. “Questo brano mi è stato ispirato proprio da un ragazzo che ha, di base, un’indole buona e comprensiva ma che, nel gruppo, si comporta come un duro. Ho inviato il brano a Mirko Visintin (cantautore sociale Romano della band “Mirko Valeri & i Via Greve”): con lui sto collaborando anche al progetto sociale “Un Impero Sorgeraà”, che si sta per costituire in una vera e propria associazione APS con l’obiettivo di valorizzare attraverso la musica l'espressione delle persone portatrici di disabilità. Il mio brano è piaciuto e, insieme abbiamo pensato di produrlo con la collaborazione dello psicoterapeuta, a cui ho chiesto espressamente di esserne l’interprete”.
M.Mau.
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