Cassago: misteri e curiosità su Raffaello con il Prof. Valentini

Una serata all’insegna degli aneddoti storici, delle curiosità nascoste e dei misteri irrisolti sul grande maestro rinascimentale Raffaello. Giovedì 15 ottobre nella sala consiliare in piazza Italia Libera a Cassago, si è tenuta la conferenza su Raffaello ad opera del professor Valentini. Il sindaco Roberta Marabese ha accolto i presenti che hanno deciso di partecipare, nonostante i numeri sui contagi non fossero tra i più rassicuranti. “La vostra presenza testimonia che la sete di cultura vince anche sul covid”, ha constato il sindaco. Silvano Valentini è professore della scuola secondaria di primo grado. Laureato in filosofia, ha poi perfezionato i suoi studi in campo artistico, realizzandosi come giornalista e critico d’arte.



La conferenza dedicata a Raffaello è stata realizzata in occasione dell’anniversario dei 500 anni dalla sua morte, avvenuta nel 1520. Il maestro urbinate è uno dei maggiori rappresentanti del Rinascimento italiano – sviluppatosi tra 1450 e 1550 – da non confondere con quello nordico-fiammingo e quello cinese, in auge con la dinastia Ming. Il sontuoso periodo rinascimentale è diretta conseguenza della straordinaria ricchezza che affluiva in Italia in quel periodo, che portava papato e nobiltà a gareggiare tra di loro per dimostrare chi era la casata più potente e più ricca. Per far questo ognuno di loro accoglieva sotto la propria ala protettiva brillanti artisti. Raffaello si inserisce proprio in questo contesto, nato a Urbino da Giovanni De Santi, pittore umbro che aveva la sua bottega, cresce con un’educazione impeccabile e immerso nell’arte, tanto da realizzare a soli quindici anni il suo primo quadro nella casa paterna. Un aggettivo che spesso accompagna il suo nome è ‘divino’, per diversi motivi: il cognome paterno ‘De Santi’, per i tratti aggraziati con cui era solito dipingere i protagonisti dei quadri, il suo modo di rappresentarsi esteriormente somigliante a Gesù Cristo, e infine la coincidenza per cui sia la sua nascita, che la sua morte sarebbero coincise con il Venerdì Santo.



Ad aggiungere un alone di mistero alla sua figura, contribuisce l’età a cui è mancato: infatti è morto a 37 anni, età attorno alla quale altri artisti, tra cui Caravaggio, Giorgione, Modigliani e Boccioni, sono mancati. Per le cronache storiche dell’epoca, la sua morte è stata determinata da febbri altissime durate otto giorni in conseguenza di eccessi amorosi. Cosa voglia dire rimane di difficile intuizione, probabilmente Raffaello frequentava le cortigiane dell’epoca, ma la sua morte è più comunemente addotta ad un’epidemia, di malaria o di colera, che non l’ha risparmiato.
Dal punto di vista artistico, Raffaello si contraddistingue per alcuni tratti tipici: il carattere dolce dei lineamenti, la Madonna che nei suoi quadri non possiede nessuna caratteristica sacra, ma sembra una normale madre – come nella ‘Madonna del Belvedere’ o nella ‘Bella giardiniera’. Inoltre, si contraddistingue perché inizia a dipingere i paesaggi e dargli ampio spazio nell’equilibrio dell’opera. Fino a quel momento i paesaggi non erano ritenuti essenziali in un dipinto, tranne che per Leonardo, vero propulsore dello sfondo ambientale. Un’altra curiosità riguarda le donne e i bambini rappresentati in carne e paffutelli, l’obiettivo infatti era quello di rendere visivamente il senso di benessere dell’epoca.



Le tecniche pittoriche più utilizzate da Raffaello erano l’olio su tela e l’olio su tavola. La tecnica dell’olio su tela è stata scoperta in epoca rinascimentale, prima venivano usati l’acquerello e la tempera. Raffaello però, non era unico autore delle sue opere: all’epoca si eseguiva una pittura corale. Infatti, i quadri più grandi in termini di dimensioni, molto spesso erano quadri a più mani: il maestro della bottega si occupava delle parti più significative come il volto e le mani, mentre il panneggio e le parti secondarie erano rifinite dagli allievi della scuola. Nella sua breve carriera artistica, Raffaello lavorò per due grandi papi, Giulio II della Rovere e Leone X de’ Medici, coloro che commissionarono a Michelangelo e a Raffaello la Cappella Sistina, le Stanze Vaticane e il Giudizio Universale.



Il capolavoro di Raffaello sono proprio le Stanze Vaticane: 16 affreschi, quattro per stanza, realizzati dal maestro urbinate, di cui il più famoso è la celebre ‘Scuola di Atene’. In quest’ultimo, insieme ad Aristotele e Platone al centro, compare anche un Michelangelo corrucciato nei panni di Eraclito e Raffaello riveste invece i panni di Apelle, considerato il più grande pittore della Grecia antica. Tra Michelangelo e Raffaello, infatti, non scorreva buon sangue, ma i due si ravvidero quando scorsero i rispettivi capolavori ultimati.
L’ultimo aneddoto con cui il professore Valentini ha salutato i presenti, riguarda la più recente cultura pop italiana. Infatti, sono famosi i due puttini, utilizzati svariatamente dai media, tratti dalla Madonna Sistina, opera di Raffello. Questi ultimi vengono erroneamente associati al marchio Fiorucci, ma quelli utilizzati dal brand milanese non sono quelli dipinti da Raffaello, anche se la nostra memoria visiva li confonde e sovrappone.
M.Bis.
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