Cassago: il Comune 'sfratta' Freccia Rossa. L'ex municipio va liberato entro dicembre

L’associazione giovanile Freccia Rossa è stata “sfrattata” dalla sua attuale sede, sita nell’ex municipio di Cassago, in piazza Trento e Trieste.
Secondo quanto ci ha raccontato il direttivo dell’associazione giovanile, l’amministrazione, tramite la mail di un funzionario, ha invitato Freccia Rossa di lasciare gli spazi. Inoltre, li ha invitati – entro dicembre 2020 – a traslocare il materiale presente nella loro sede e di utilizzare per le consuete riunioni la sala di Oriano, luogo di incontro di diverse associazioni. Il motivo addotto? L’amministrazione necessiterebbe di un luogo in cui stipare i vecchi arredi scolastici.
L’associazione Freccia Rossa è stata fondata nel 2011 e da dieci anni svolge attività culturali, sociali, di volontariato sul territorio cassaghese. La notizia ha colto di sorpresa tutta l’associazione, che vanta la bellezza di quaranta membri i quali, in risposta al sollecito di “sfratto”, hanno mandato una lettera formale all’amministrazione dove hanno espresso le loro perplessità e posto alcune domande, senza – sino ad oggi – ricevere alcuna risposta. Soprattutto, considerando il fatto che a febbraio era stato firmato un contratto che concedeva all’associazione l’uso degli spazi stessi.


In realtà, la questione merita di essere ricostruita fin dal principio. I contatti e gli scambi tra l’associazione e l’amministrazione proseguono da diversi mesi. Infatti, le due salette nell’ex municipio spettanti a Freccia Rossa, erano oggetto di una convenzione che, il direttivo dell’associazione e le diverse amministrazioni insediatesi negli anni, stipulavano con una cadenza biennale. Fino all’anno di insediamento dell’amministrazione guidata dal sindaco Roberta Marabese, i ragazzi dell’associazione ricevevano quegli spazi ad uso gratuito e in cambio fornivano forza lavoro per svariati incarichi, il più importante era quello che comprendeva il volantinaggio e la distribuzione del giornalino comunale. Dal 2017, in realtà, gli spazi erano condivisi anche con il laboratorio di manualità dei bambini delle elementari e con l’AIDO. “Ogni anno rinnovavamo la convenzione in essere portando a nostro supporto quanto avevamo fatto per rispettare la convenzione, e a seconda dei bisogni, che cosa ci impegnavamo a fare per il bene del paese”, hanno spiegato i membri del direttivo. Inoltre, hanno sottolineato che quando l’edificio era stato affidato a loro, il gruppo giovanile aveva provveduto a sistemarlo, imbiancandolo e ammodernandolo interamente, anche a livello di serramenti. L’impianto di riscaldamento, invece, è stato realizzato dal comune.
Con la scadenza della convenzione in essere alla fine del 2019, l’associazione Freccia Rossa e l’amministrazione comunale insediatasi a maggio dello scorso anno, hanno cominciato le consuete trattative per il rinnovo della convenzione. Dai primi contatti è subito trasparito che l’amministrazione non aveva una reale esigenza dei ragazzi per la distribuzione dei volantini, per cui le condizioni dovevano essere ritrattate. In aggiunta, ad usufruire degli spazi ci sarebbero state altre due realtà: la Pro Loco e un’associazione dei genitori delle elementari, fino ad oggi mai formatesi. A questo punto, i membri di Freccia Rossa avrebbero dovuto definire quali fossero le loro preferenze giornaliere, per far sì che lo spazio potesse essere usato anche da altre realtà. “Per noi quella sede è la nostra casa, oltre ad essere un luogo che ci serviva per stoccare diverso materiale, cartellonistica, palchi, tendoni e via dicendo. Non abbiamo mai opposto resistenza al fatto che anche altre associazioni potessero condividere con noi quello spazio, siamo sempre stati collaborativi”, ci ha spiegato il direttivo durante il nostro incontro.


Finalmente però, nella linea del tempo dell’evolversi della questione, il 21 febbraio viene sottoposto un contratto a Freccia Rossa che firma per usufruire della saletta il martedì dalle 20 a mezzanotte, credendo finalmente di essere giunti al termine dell’iter. Ma il 21 febbraio è anche la data funesta in cui sono stati identificati i primi casi di coronavirus in Italia, quindi tutto viene messo in stallo. A questo punto, l’associazione Freccia Rossa cerca di capire come aiutare il proprio paese in una situazione difficilissima. Decidono di raccogliere i soldi che sarebbe serviti per pagare i permessi della festa che organizzano abitualmente in estate, e danno il via a una raccolta fondi sulla piattaforma Gofoundme. La raccolta fondi ha avuto esito positivo, arrivando a raccogliere in totale 8 mila euro – 5 mila al netto del fondo iniziale messo da Freccia Rossa. Il tutto è stato devoluto alla Croce Verde di Bosisio Parini. Inoltre, il gruppo Freccia Rossa in marzo ha anche creato un gruppo WhatsApp, chiamato “Aiuta il tuo vicino”, aggiungendo il sindaco Marabese, in cui si dicevano disponibili ad aiutare l’amministrazione in caso di bisogno. Purtroppo, il gruppo virtuale è rimasto tale e i giovani volontari non sono mai stati chiamati. In luglio, nella sede dell’associazione in piazza Trento e Trieste, sono entrati dei vandali che hanno imbrattato i muri. I ragazzi di Freccia Rossa si sono subito offerti in caso servisse aiuto per ridipingere le pareti e sistemare i danni, oltre a chiedere notizie in merito all’uso dell’edificio, secondo quanto era stato pattuito a febbraio. Dopo svariati solleciti, a cui l’associazione non ha ricevuto risposta, il 28 agosto i ragazzi si sono resi nuovamente disponibili con la propria manovalanza, nel caso in cui l’amministrazione avesse avuto bisogno per la riorganizzazione delle scuole. Di nuovo, nessuna risposta.
Si arriva finalmente al 10 settembre, giorno in cui l’associazione riceve una mail da un funzionario comunale, in cui viene invitata a spostare il proprio materiale – entro il 13 dicembre 2020 – e ad utilizzare la saletta delle associazioni di Oriano, perché la loro attuale sede sarebbe servita per stipare dei vecchi arredi scolastici.
L’associazione Freccia Rossa, con grande rammarico per la decisione presa, decide di scrivere una lettera all’amministrazione in data 1° ottobre (CLICCA QUI per visualizzare il testo), a cui ad oggi non ha ricevuto nessuna risposta. Tra le varie domande poste ne spicca una particolarmente esemplificativa della delusione che stanno vivendo i componenti dell’associazione: “davvero la Vostra Amministrazione intende trasformare in magazzino un importante spazio culturale? Fare un deposito in quello che dovrebbe essere luogo di condivisione? Trasformare un laboratorio di attività e idee in un ricovero per i banchi delle scuole?”. I membri del direttivo, dopo svariati tentativi di risolvere la questione con i diretti interessati, hanno deciso di uscire allo scoperto e porre la questione all’attenzione pubblica.

Naturalmente lo spazio resta a disposizione della giunta cassaghese per eventuali repliche o precisazioni.
Martina Bissolo
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.