Oggiono: arte e musica nella mostra Dialoghi Sospesi a Villa Sironi
Da sinistra Giulia Rossena, Veronica Pirovano, Michele Mozzanica e Roberta Scimè
Sono state particolarmente apprezzate le profonde riflessioni nascoste dietro alle opere delle due giovani, soprattutto quelle legate al lockdown dei mesi primaverili, e i momenti musicali di Roberta Scimè, che ha proposto ogni giorno alcuni brani di propria composizione e di genere folk-rock. L'intimità che si è creata grazie all'accompagnamento musicale ha reso ancora più particolare l'atmosfera onirica e sognante allestita dalle due artiste.
Veronica Pirovano, laureata in Graphic Design & Art Direction presso la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) e successivamente specializzata in fotografia al Cfp Bauer, ha colpito subito i visitatori all'ingresso della mostra con i suoi petali variopinti, che rappresentano la sospensione e l'attesa di ritrovare un contatto con la natura fuori dalle mura di casa, in cui tutti ci siamo ritrovati come "imprigionati" per diverso tempo. Il tema del rapporto con il mondo esterno è stato un filo conduttore della parte espositiva dedicata alle fotografie di Veronica: un legame che i suoi personaggi cercano di ritrovare, pur nel mondo iperconnesso e digitale caratteristico del lockdown. Ma non sono mancate riflessioni sull'Io, spesso l'unico vero giudicatore di noi stessi, in grado di lanciare anche uno sguardo rassicurante dopo un momento di maggiore tensione e conflitto interiore. Ogni fotografia nasconde tanti scatti uniti tra loro, ridipinti digitalmente e fusi dopo un attento lavoro di rifinitura, in cui il colore è l'assoluto protagonista.
Giulia Rossena, invece, si è laureata prima in Scenografia e poi in Costume per lo Spettacolo all'Accademia di Belle Arti di Brera. Sul lato sinistra della Sala delle Carrozze ha proposto illustrazioni, bozzetti e anche costumi di scena per un progetto che l'ha impegnata nella stesura della sua tesi di laurea specialistica, sul tema de "Il Piccolo Principe".
"Mi piaceva l'idea di far incontrare il ragazzo con la Volpe, di cui ho realizzato un vestito che richiama quello degli sciamani ma si è quasi costruito da sé, con gli oggetti che c'erano a disposizione. Quello del Piccolo Principe invece è molto più semplice: una casacca bianca che dimostra la sua necessità di evolversi, di crescere ancora e imparare" ha spiegato l'artista. Le sue opere hanno poi seguito due temi fondamentali: il falò, elemento ancestrale che richiama il calore, il contatto con la natura, specie in montagna, la vicinanza tra le persone; e la casa, un luogo dove ci si sente protetti ma dove è mancato il contatto fisico durante il lockdown.
Verso l'uscita, sui due lati, la ricostruzione dei due studi delle artiste: uno più pulito e rigoroso, con protagonista la luce, l'altro forse meno ordinato, ma ricco di colori, pennelli, matite e, naturalmente, l'immancabile tela sul cavalletto.
Al centro, l'incontro tra i due mondi: un'isola, uno spazio libero con infinite possibilità, dove due vecchie sedie lasciavano pensare alla sosta e all'attesa mentre tanti piccoli fogli bianchi hanno permesso di scatenare l'immaginazione di chi guardava, come su una tela d'artista ancora vuota.
Tra i visitatori della mostra, anche il sindaco Chiara Narciso e l'assessore alla cultura Giandomenico Corti, che hanno apprezzato l'impegno delle artiste e del pubblico. "Ringraziamo sentitamente l'amministrazione della Città di Oggiono per la concessione del patrocinio e degli spazi espositivi e i volontari che ci hanno aiutati con l'allestimento e la gestione del pubblico. Ci ha fatto davvero piacere ricevere la visita di molte persone di ogni età, che hanno gustato l'arte in tante forme diverse. Siamo convinti che la cultura e la valorizzazione del territorio, assieme ai suoi giovani talenti, siano punti fermi di una società che si rialza dopo il difficile anno che abbiamo passato" ha concluso il presidente dei Clerici Vagantes.
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