Oggiono: con il professor Enrico Baroncelli ripercorsa la lunga storia del Fierone

Enrico Baroncelli e  Giovanni Corti
«Nel recente passato solo il maltempo è riuscito parzialmente a rovinare questa festa […], quest’anno ci sono cause più gravi». Giovanni Corti – assessore alla Cultura della Città di Oggiono – ha aperto la conferenza sulla storia del “fierone” di Sant’Andrea ricordando le cause che hanno portato all’annullamento degli appuntamenti più tradizionali: fiera zootecnica e mercato. Eventi annullati e oggi vietati dalla normativa nazionale predisposta per contenere la diffusione dei contagi da Coronavirus.
Istituito nel 1614, il “fierone” ha una storia talmente antica che nel suo passato ha già dovuto confrontarsi con le pandemie, come la peste del ‘600. Oltre che con le guerre. «Non ci sono testimonianze – ha precisato Corti - che parlano della continuità della fiera dal 1600 ad oggi, in alcuni periodi è stata interrotta. Oggi noi vogliamo tenere viva la memoria di questa lunga tradizione storica ricordando che l’anima imprenditoriale dei nostri concittadini e del territorio è nata proprio nel 1614».
La ricostruzione di come è stato istituito il mercato di Oggiono e la fiera di Sant’Andrea è stata fatta dal professore Enrico Baroncelli. In modo dettagliato il docente studioso di storia del territorio ha ricostruito tutti i passaggi che hanno portato alla nascita del “fierone”.
«Prima degli avvenimenti duri e tragici [Guerra dei trent’anni e peste del ‘600] c’era stata una certa fioritura dell’economia lombarda» ha spiegato Baroncelli, nella fase introduttiva della conferenza, precisando: «fra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, a Oggiono c’erano circa 1500 abitanti e 500 famiglie. Era sicuramente un paese molto vitale».
Vitalità che aveva portato gli abitanti del paese alla richiesta di concessione del mercato settimanale. «Il mercato – ha precisato Baroncelli - porta progresso economico, scambi commerciali e anche arricchimento, a Oggiono c’erano già attività commerciali».
L’importanza di avere un mercato settimanale entro il proprio territorio era nota e conosciuta dalle popolazioni dell’epoca. Disposte a ingaggiare veri e propri confronti amministrativi con le autorità di governo pur di ottenere la possibilità di dare vita al mercato di paese.
«Tant’è vero che all’inizio vi è una diatriba con Galbiate perché anche Galbiate voleva il suo mercato. I galbiatesi già nel 1603 inviarono al re di Spagna un memoriale con cui chiedevano di poter fare il mercato» ha ricordato lo storico.
Memoriale che venne inviato anche a Pedro Enríquez de Acevedo, conte di Fuentes, nominato dalla monarchia spagnola governatore dello Stato di Milano. Si tratta dello stesso Fuentes che – negli stessi anni – fa erigere l’omonimo forte situato a Colico. «Un monumento di storia europea, un forte che doveva controllare tutti i movimenti tra Italia e Germania» ha sottolineato il docente.
Dai galbiatesi il mercato era visto come un rimedio per la povertà locale. Lo avrebbero voluto realizzare il lunedì o il venerdì. «C’era – ha spiegato Baroncelli - il mercato di Lecco, il sabato, e quello di Monza il giovedì». Il mercato di Galbiate venne quindi valutato realizzabile.
«A questo punto entrano in gioco gli oggionesi». Anche gli abitanti di Oggiono, nel 1609, con un memoriale inviato al magistrato incaricato di produrre l’istruttoria, chiesero di poter realizzare un mercato, un giorno alla settimana, e segnalarono l’inadeguatezza geografica di Galbiate e la maggior propensione mercantile dell’oggionese. Inoltre, Oggiono era luogo di residenza del Podestà e poteva vantar maggior contatti con il centro amministrativo dell’epoca situato a Milano. I galbiatesi reagirono producendo a loro volta un memoriale contro le richieste degli oggionesi. Ma, non otterrà gli effetti sperati.
Nel 1613 oltre al mercato settimanale – da realizzarsi il lunedì o il venerdì - gli oggionesi chiedono anche una fiera vicino alla ricorrenza di Sant’Andrea. Ad agosto del 1614 il governatore spagnolo concede l’istituzione del mercato. Prese il via la tradizione del “fierone”.
L.A.
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