Oggiono: esposte pergamene del Seicento in sala consiliare

Non è possibile ricostruire come siano giunte fino a noi. Le loro vicende si sono perse in oltre quattro secoli di storia. Dove siano rimaste depositate negli anni del Ducato di Milano, mentre le truppe di Napoleone attraversavano il nord Italia, durante la nascita della Repubblica Cisalpina o nel periodo di dominazione austriaca fino all’unificazione del Regno, non è dato saperlo. Forse non hanno mai lasciato Oggiono. Probabilmente passarono dall’archivio della “Comunità”, ai tempi di Maria Teresa d’Austria, a quello della municipalità comunale sorta all’epoca dell’unificazione nazionale.

È noto che, diversi anni fa, erano visibili appese in un ufficio del Municipio. Poi l’avanzato stato di deperimento ha obbligato a chiuderle nel buio di un archivio. Dove sono rimaste molto a lungo. Fino allo scorso sabato quando hanno rivisto la luce rivelando parte della propria storia agli oggionesi.

La data che recano è quella del 1614. Agosto la prima, di dimensione maggiore. Dicembre la seconda, minore. Sono le due “bolle” su pergamena con cui la corona spagnola, tramite il governatore del Ducato di Milano, concesse agli oggionesi la realizzazione del mercato settimanale e della Fiera di Sant’Andrea. Concessioni giunte al termine di un percorso travagliato. Portato avanti in concorrenza ai vicini galbiatesi. Una vicenda ampiamente ricostruita da Enrico Baroncelli durante la conferenza dello scorso sabato.


Sulle motivazioni che portarono gli spagnoli a preferire gli oggionesi ai galbiatesi, Giovanni Corti – assessore alla Cultura - ha spiegato: «probabilmente i galbiatesi usarono un modo che non garbò molto agli spagnoli: dissero che Galbiate si era impoverito e serviva il mercato per far rifiorire l’economia. Gli oggionesi si presentarono diversamente. Dissero che il paese era molto ricco. Gli abitanti si potevano permettere di pagare i dazi e le gabelle che sarebbero state richieste. Alle orecchie degli spagnoli deve essere suonato molto bene».


Le due pergamene, “bolle”, recano testi differenti. «La più grande tratta la concessione del mercato settimanale del venerdì, per tutte le settimane dell’anno, e la possibilità di “fare fiera” otto giorni prima di Sant’Andrea» ha spiegato Corti aggiungendo: «all’epoca a Oggiono c’era già una certa anima commerciale. Gli oggionesi chiesero al governatore spagnolo di specificare quali fossero le “altre cose” di cui veniva concessa – nella “bolla” di agosto - la commercializzazione assieme alle granaglie». Da qui la seconda pergamena, la più piccola, redatta nel mese di dicembre. Con questa “bolla” nuova il governatorato specificava che era consentita la vendita di bestiame e merci varie. Ciò che gli oggionesi volevano sentirsi dire. «La commercializzazione di bestiame era l’attività che garantiva i maggiori profitti» ha ricordato Corti.


L’esposizione dei due documenti è terminata nella serata di lunedì. Difficile pensare a una futura replica. Complessivamente le pergamene non si trovano in buono stato. Un risultato dovuto alle cattive condizioni di conservazione con cui sono state mantenute nell’arco dei decenni passati. Oggi devono essere toccate il meno possibile.

«Per esporle – ha spiegato l’assessore alla Cultura - abbiamo dovuto fare delle richieste alla Soprintendenza delle Belle Arti garantendo che nessuno le potesse toccare, che non ci si potesse avvicinare più di tanto durante l’esposizione e che fosse presente costantemente una persona per sicurezza. Inoltre, abbiamo dovuto utilizzare un’illuminazione con luci a led fredde per evitarne il surriscaldamento».


Quasi duecento i cittadini che, nel fine settimana, sono passati dalla sala consiliare per osservare i due documenti ricchi di storia. Alcune persone sono giunte anche da altri comuni. Ora le pergamene sono tornate a riposare nel buio dell’archivio comunale di Oggiono.
L.A.
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