Molteno, Covid: sospesa l'attività alla scuola dell'infanzia

La scuola dell'infanzia La Chiocciola di Molteno
Causa Covid, la scuola dell'infanzia la Chiocciola di Molteno sara chiusa fino a metà novembre, mentre alla primaria una classe è stata posta in quarantena.
È quanto reso noto al termine del consiglio comunale di ieri sera, su sollecitazione del gruppo di minoranza, dall'assessore a cultura e istruzione Sara Brenna.
"È stata una settimana complessa per i nostri istituti - ha riferito - Abbiamo avuto la sospensione dell'attività didattica per tre sezioni a seguito di casi accertati ravvicinati nel tempo, avvenuti nelle classi degli arancioni, creata quest'anno, dei blu e dei rossi. La chiusura di tre classi su cinque ci è sembrata valida motivazione per sospendere tutte le attività didattiche".
La decisione, ha assicurato l'assessore, è stata presa di concerto con la fondazione Ermanno Gerosa. "Sappiamo quanto possa incidere negativamente sulle famiglie, ma sappiamo anche che è stata fatta per la sicurezza di tutti coloro che ruotano intorno all'asilo". La scuola d'infanzia, che ha chiuso il 28 novembre, riaprirà il 12 novembre.
Non solo alla scuola d'infanzia: l'istituto comprensivo di Molteno ha registrato il primo caso di Covid. Lo stesso mercoledì 28 ottobre, si è verificato un caso accertato di positività al virus Sars-CoV2 nella classe IV B della scuola primaria. "È stata attuata la misura preventiva di isolamento della classe - ha precisato l'assessore - Stiamo aspettando che ATS comunichi la data di fine isolamento. Gli insegnanti hanno attivato la modalità di didattica a distanza: due alunni necessitano di device per collegamento che verrà consegnato la prossima settimana. La dirigente mi ha confermato che partiranno subito con la didattica a distanza, rispetto ai mesi dell'emergenza quando il tempo di partenza è stato più lungo: qualcosa abbiamo imparato da quel periodo".
La consigliera di minoranza Giusi Corti ha chiesto maggiori precisazioni sulla didattica a distanza. "Mi risulta che durante il lockdown alla primaria non tutte le insegnanti facevano video lezione. Alcune inviavano video già registrati e quindi veniva meno il supporto didattico. L'amministrazione deve sollecitare la scuola affinché la didattica venga svolta in maniera efficace su tutte le classi. Non si possono avere metodi diversi a seconda delle classi o cicli di studio. Penso che l'assessore debba avere la possibilità di chiederlo fortemente". Per il collega Ferdinando de Capitani, le risorse con le quali il comune sostiene annualmente la scuola, attraverso il piano del diritto allo studio, devono essere impiegate "per gli strumenti tecnologici. In Italia, ci sono scuole che hanno ben avviato l'anno perché si sono attrezzate bene".
Il parere dell'assessore: "So che gli insegnanti hanno gestito in modo diverso la didattica d'emergenza, anche sulla base delle capacità tecnologiche - le prime parole di Brenna - Sono però sicura che ogni classe ha ricevuto il supporto didattico nonostante la distanza, ma è legato a una decisione collegiale dell'istituto. La prima fase è stata un'emergenza per tutti: il divario digitale esiste e non tutte le famiglie hanno a disposizione i mezzi digitali. Penso che oggi abbiamo sicuramente una preparazione maggiore".
L'assessore ha poi fornito un'anticipazione del piano del diritto allo studio. "Quest'anno la scuola non ha in programma progetti specifici - ha specificato - La nostra scelta è quella di contribuire con le medesime cifre degli anni passati, nonostante non ci siano progetti didattici per un obiettivo: queste risorse potranno così servire per colmare il divario digitale". Ha poi concluso: "Diamo fiducia agli insegnanti che vanno a scuola ogni giorno e non sanno se il giorno dopo saranno lì".
M.Mau.
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