Barzanò ricorda Giuseppe, il primo carabiniere ad entrare (in moto) nella Trieste 'liberata'

''Si è spento Giuseppe Spreafico: fu il primo Carabiniere ad entrare a Trieste il 26 ottobre 1954, in sella a una Guzzi 500 Superalce. Lui, come l'Arma, testimone della storia d'Italia. Nel suo ricordo, porgiamo un abbraccio ai suoi cari''. Con un messaggio tweettato nei giorni scorsi dal proprio account ufficiale, la Benemerita ha condiviso una foto in bianco e nero che, a distanza di decenni, rappresenta un pezzo di storia del nostro Paese, stringendosi alla famiglia del triestino d'adozione, Giuseppe Spreafico.
Aveva 24 anni soltanto il carabiniere originario di Barzanò, quando varcò l'ingresso della città friulana tornata all'Italia dopo dieci anni di occupazione, sulla sua due ruote.

A destra Giuseppe Spreafico durante l'ingresso nella Trieste ''liberata'' il 26 ottobre 1954

"Dovevo occuparmi - aveva raccontato qualche anno fa il militare in congedo ripercorrendo con la memoria quei giorni - del servizio di Ordine Pubblico. Appena arrivato alcune signore si avvicinarono e mi consegnarono un mazzo di fiori. Il mio sogno è adesso, a 53 anni di distanza, di rivedere quelle donne e sdebitarmi. Vorrei essere io stavolta a consegnare loro un mazzo di fiori".
Un sogno semplice, che per Spreafico non si è mai realizzato e che si è purtroppo dissolto con la sua scomparsa avvenuta nei giorni scorsi, proprio alla vigilia del 66esimo anniversario di una giornata storica per Trieste.
Nelle occasioni conviviali e durante manifestazioni dedicate alla storia d'Italia e delle istituzioni, il barzanese classe 1929 ha continuato per anni a tramandare il ricordo di quella giornata, attraverso impressioni e parole così nitide da non essere state scalfite dal trascorrere degli anni. E proprio in Friuli Venezia Giulia Giuseppe ha costruito la sua vita, sposando una donna triestina da cui ha avuto una figlia.
''Era un'anima buona a cui si era intrecciata la storia d'Italia'' ha raccontato alla testata ''Il Piccolo'' Paola Cucchiara, figlia del
Spreafico durante un evento organizzato a Trieste nel 2006
 signor Antonino, il carabiniere che aveva condiviso con Giuseppe la quotidianità nella caserma di via Hermet, proprio nel 1954. ''Tra loro due c'era un'amicizia bellissima, dopo quell'anno non si sono più separati. Ridevano del loro legame, perché mio padre era siciliano, Giuseppe lombardo. All'epoca era forte il pregiudizio che fosse impossibile un'amicizia tra nordici e meridionali. Invece Giuseppe era diventato un prezioso amico di famiglia per noi tutti. In lui vedevo il prosieguo di mio padre, che è scomparso molti anni fa. Ma in lui vedevo anche la storia triestina che veniva a compimento''.
Una storia d'altri tempi quella di Spreafico, ben sintetizzata in quello scatto che ha fatto la storia e ancora oggi appeso alle pareti della caserma dei carabinieri di via dell'Istria a Trieste. ''A distanza di decenni si doleva ancora di non essere mai riuscito ad identificare la donna che gli consegnò quel mazzo, confessando, emozionato, che avrebbe voluto restituire il nobile gesto'' scrivono in una nota i suoi colleghi dell'Arma.
Negli anni successivi il barzanese aveva prestato servizio alle stazioni carabinieri di Rozzol e Basovizza, congedandosi dal servizio nel 1979 con il grado di appuntato.
E anche a Barzanò, nonostante siano trascorsi tantissimi anni dalla sua partenza per Trieste, il suo ricordo è rimasto vivo, come testimoniano i messaggi di cordoglio postati sui social in questi giorni, appresa la notizia della sua scomparsa.

Contributo fotografico: www.trieste.com e account FB dell'Arma dei Carabinieri
G. C.
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