Spaccio nell'oggionese: 24enne arrestato dai CC. In tribunale un patteggiamento a 3 anni e una sentenza ribaltata in Appello

Il materiale sequestrato al 24enne di Garbagnate
E' comparso stamani in tribunale a Lecco per essere sottoposto a processo con rito direttissimo il marocchino classe 1996 arrestato nelle scorse ore a Garbagnate Monastero dai carabinieri della locale stazione. Durante una perquisizione al domicilio del fermato - S.I. le sue iniziali - i militari hanno rinvenuto 11 grammi di cocaina, una somma di denaro contante pari a 1370 euro ritenuta provento dell'attività di cessione dello stupefacente e un bilancino di precisione.
Finito in manette al termine degli accertamenti, il 24enne è stato condotto stamani in tribunale a Lecco per l'udienza fissata al cospetto del giudice monocratico Giulia Barazzetta. Il suo difensore - l'avvocato Amedeo Rizza del foro di Milano - ha chiesto un termine a difesa per meglio definire la strategia processuale nei confronti del suo assistito, con il procedimento che slitta dunque al 5 gennaio prossimo per la discussione e la sentenza. Nel frattempo il giudice ha disposto la misura cautelare dell'obbligo di firma a carico del giovane imputato.
Ha invece patteggiato una pena pari a tre anni di reclusione e al pagamento di una multa di 14mila euro, A.W.A.; nella mattinata di martedì il giudice per le udienze preliminari Salvatore Catalano ha pronunciato la sentenza a carico del soggetto, fermato dalla Polizia di Stato nell'ambito di una delle operazioni anti-droga condotte lungo la superstrada 36, dopo l'accordo raggiunto dal suo difensore con il sostituto procuratore Paolo Del Grosso, titolare del fascicolo d'indagine.
Riformata invece dalla Corte di Appello di Milano, la sentenza emessa a inizio anno dal giudice monocratico Martina Beggio del foro lecchese a carico di i Z.A., marocchino classe 1995 con casa a Rogeno, accusato di spaccio di sostanze stupefacenti. Il giovane era stato infatti fermato dalla Polizia di Stato nell'ambito della cosiddetta "Operazione Ronni", un'indagine che sul finire del 2018 aveva consentito di stanare un vasto giro di cessioni di droga che avvenivano nel territorio attraversato dalla SS36. Dopo essere tornato in Marocco, Z.A. aveva provato a rientrare in Italia sbarcando al porto di Civitavecchia, ma era stato prontamente bloccato dagli uomini della Polizia di Frontiera, che gli avevano così impedito di tornare a far parte della rete di spaccio lecchese e non solo. Il 21enne era rimasto latitante dopo le catture messe in atto sul nostro territorio: sottoposto agli obblighi di dimora nel Comune di Rogeno, era stato individuato anche grazie alle segnalazioni di ricerca di tutti i latitanti inserite dalla Squadra Mobile di Lecco nel corso dall'attività investigativa.
Al termine dell'istruttoria dibattimentale, il giudice aveva accolto la richiesta di condanna formulata dal vpo Caterina Scarselli, sentenziando la pena di un anno e tre mesi di reclusione (oltre a 2500 euro di multa) a carico del 25enne.
La Corte di Appello di Milano ha accolto il ricorso dell'avvocato Amedeo Rizza, assolvendo l'imputato per non aver commesso il fatto. Secondo le toghe presiedute dal giudice Laura Sola, non sarebbe stata infatti provata oltre ogni ragionevole dubbio, la colpevolezza dell'imputato.
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