La Nostra Famiglia: contratto nazionale da spacchettare. Le sigle sindacali contrarie

Differenziare il contratto nazionale di lavoro a seconda che il personale operi nelle attività ospedaliere-IRCCS o sia impiegato nei centri di riabilitazione, nelle direzioni centrali e regionali del gruppo La Nostra Famiglia. É la proposta, giudicata non accettabile dalle sigle sindacali, al centro dell'incontro che si è svolto nel pomeriggio odierno, convocato su richiesta della direzione dell'associazione con sede a Bosisio e diversi centri attivi nell'intero territorio regionale e non solo.

Alcune immagini di repertorio di presidi avvenuti a La Nostra Famiglia

"Il confronto di oggi pomeriggio costituisce un'ulteriore fase del percorso iniziato lo scorso febbraio con l'adozione del Contratto Nazionale di Lavoro specifico per i Centri di Riabilitazione, segnato da tensioni e difficoltà di dialogo, certamente non facilitato dall'emergenza sanitaria Covid-19'' hanno spiegato da La Nostra Famiglia. ''Le soluzioni presentate alle Organizzazioni Sindacali tengono conto della coerenza dell'attività svolta con il CCNL di riferimento (le unità operative dell'Associazione sono prevalentemente Centri di Riabilitazione); della perdurante criticità dovuta all'insufficienza dei trasferimenti economici da parte delle Regioni; della specifica configurazione di attività ospedaliere - IRCCS e attività non ospedaliere con la prevalenza di queste ultime; delle dichiarazioni del Ministero della Salute sulla copertura del 50% dei maggiori oneri derivanti dall'applicazione del CCNL Case di Cura, sottoscritto lo scorso 8 ottobre, demandata alle Regioni e che deve ancora avere attuazione concreta".
Sono questi gli elementi che l'associazione ha considerato nel formulare la proposta alle sigle sindacali, che risulta quindi differenziata in base al tipo di impiego. ''Sulla base di tutti questi elementi, l'Associazione La Nostra Famiglia ha definito di applicare ai dipendenti (circa 400) che operano direttamente in attività di cura e di ricerca afferenti all'Istituto Scientifico "Eugenio Medea" il CCNL Case di Cura. Per circa 1600 dipendenti che operano nei Centri di Riabilitazione, nelle Direzioni Centrali e Regionali è confermata l'applicazione del CCNL CDR con il riconoscimento del 50% dell'importo corrispondente all'aumento retributivo del contratto nazionale sottoscritto lo scorso 8 ottobre''.
Per La Nostra Famiglia la proposta ha un duplice obiettivo che ha guidato le scelte, ovvero "la salvaguardia dei livelli occupazionali e la volontà di garantire servizi di qualità a bambini e ragazzi nell'ottica di innovazione che da sempre a caratterizzato attività di cura, riabilitazione, ricerca e formazione svolte".

La sede di Bosisio Parini

''In questi mesi La Nostra Famiglia, pur confermando in ogni occasione la sua scelta, non ha mai smesso di interrogarsi sulle soluzioni in grado di contemperare le richieste dei lavoratori con la necessità di garantire continuità e sostenibilità in una visione di lungo periodo, in grado di preservare tutto ciò che di positivo ha rappresentato e rappresenta l'ente, fondato da Don Luigi Monza nel 1946, per i lavoratori e le famiglie dei bambini in cura nei 28 Centri presenti in sei regioni. La proposta discussa oggi vuole essere innanzitutto un atto di responsabilità dell'Associazione che, lo ricordiamo, è un ente non profit. È solo alla luce di queste coordinate, che può essere interpretata ogni scelta dell'Associazione" le parole di Luisa Minoli, presidente dell'associazione La Nostra Famiglia.
Come anticipavamo in apertura, la proposta non è stata apprezzata dalle tre sigle di funzione pubblica che stanno seguendo la vertenza, Cgil, Cisl e Uil. In merito al contratto di sanità privata riferiscono di "una forte dilazione nei tempi di applicazione sia degli istituti economici che di quelli giuridici", mentre la proposta per gli altri 1600 dipendenti ha decorrenza dal 1 febbraio e il "riconoscimento del di un 50% del valore dell'aumento del nuovo contratto, assorbibile su tutti i futuri aumenti contrattuali".

Per quali motivi non è stata accettata? "Abbiamo giudicato questa proposta non accettabile, tesa a spacchettare l'attuale applicazione contrattuale, mortificante della professionalità, del lavoro e delle legittime aspettative di tutte le lavoratrici e lavoratori e, conseguentemente, abbiamo ribadito la nostra richiesta di piena applicazione del CCNL sanità privata sottoscritto lo scorso 8 ottobre 2020 a tutto il personale di La Nostra Famiglia" hanno commentato Barbara Francavilla per Cgil, Marianna Ferruzzi per Cisl e Rossella Buccarello per Uil. "Abbiamo comunque confermato la disponibilità che avevamo più volte rappresentato nei mesi scorsi, qualora ci sia risposta positiva a quanto da noi richiesto, a proseguire nel confronto al fine di individuare tutti i percorsi utili a sostenere La Nostra Famiglia, fermo restando ad oggi la conferma dei percorsi di vertenza legale che abbiamo già avviato".
La vertenza, com'è facile immaginare, non si chiude qui. "L'associazione non è stata in grado di proseguire nel confronto e ci ha chiesto di aggiornarci a lunedì 16 novembre. In assenza di una reale modifica delle scelte dell'associazione La Nostra Famiglia, resta confermato tutto il percorso di vertenze legali che abbiamo illustrato".
M.Mau.
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