Bosisio, Nostra Famiglia: la Cgil conferma il no ai due contratti

L'incontro virtuale di martedì sera sulla Nostra Famiglia
L'ultimo incontro tra associazione La Nostra Famiglia e le tre sigle sindacali che stanno tutelando i lavoratori nella vertenza per l'adeguamento del contratto nazionale di lavoro si è tenuto venerdì 6 novembre. Il prossimo sarà lunedì 16 novembre. Tra l'uno e l'altro, Cgil ha individuato uno spazio per incontrare i lavoratori: una riunione si è infatti svolta via web ieri sera ed è servita per spiegare le ragioni dell'ultimo no rivolto alla controparte e le azioni da portare avanti. Proprio quest'oggi, mercoledì 11 novembre, l'associazione ha chiesto un incontro ai dipendenti, senza la presenza delle organizzazioni sindacali.
Ieri sera erano presenti, davanti a una platea virtuale di oltre 160 dipendenti, Catello Tramparulo, segretario generale Fp Cgil Lecco con il collega Flavio Concil, segretario Cgil e membro della Rsu interna.
Nell'ultimo tavolo convocato dall'associazione, era stato proposto di applicare il contratto nazionale di lavoro (CCNL) case di cura ai dipendenti (circa 400) che operano direttamente nell'attività di cura e di ricerca afferenti all'Istituto Scientifico "Eugenio Medea". Per circa 1600 dipendenti che operano nei centri di riabilitazione, nelle direzioni centrali e Regionali verrebbe, invece era stata confermata l'applicazione del CCNL centri di riabilitazione con il riconoscimento del 50% dell'importo corrispondente all'aumento retributivo del contratto nazionale sottoscritto l'8 ottobre.
La proposta aveva causato una levata di scudi delle organizzazioni sindacali che unitamente avevano detto il proprio no, giudicando inaccettabile la proposta "tesa a spacchettare l'attuale applicazione contrattuale, mortificante della professionalità, del lavoro e delle legittime aspettative di tutti i lavoratori".
Questa posizione è stata quindi ribadita nel corso dell'incontro di ieri sera. Secondo la posizione sindacale, Nostra Famiglia da oltre dieci anni sostiene che il dipendente sia unico, indipendentemente dalla struttura in cui si opera e dunque parte della struttura, ma "con la proposta che hanno fatto, mettono in discussione questo presupposto".
Il contratto dei dipendenti dell'associazione è attualmente quello della sanità privata. "Secondo la loro idea il contratto 38 ore era applicabile a tutti. Il 6 novembre si sono resi conto che a una parte di dipendenti non si può applicare. Per noi è un'assoluta provocazione. La delibera regionale che individua le risorse del 50% a parziale copertura del contratto nazionale di lavoro è di agosto, ma ancora oggi Nostra Famiglia non ha fatto i passaggi con la Regione".
I sindacati, in maniera unitaria con i colleghi di Cisl e Uil, hanno rinviato al mittente la proposta della divisione dei dipendenti in differenti categorie: per loro l'applicazione del contratto nazionale di lavoro "è un sacrosanto diritto maturato": sono quindi disposti a discutere di modifiche organizzative, ma non nel merito dell'applicazione del CCNL. Nell'ultima paga ricevuta, inoltre, i lavoratori non si sono visti inseriti alcun riconoscimento del contratto nazionale di lavoro.
L'azienda, fino a prima del 6 novembre, non aveva mai palesato la proposta di attuare contratti differenti: "É un'ennesima versione di rotta - ne abbiamo già viste tante - che l'associazione fornisce".
I sindacati hanno infine ribadito la necessità di continuare l'azione di vertenza verso l'associazione per vedersi "riconoscere un diritto maturato, che viene negato". Diverse sono le azioni già avviate: nell'ultima settimana sono partite 70 diffide solo dall'ufficio di Lecco.
M.Mau.
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