Nibionno, Codic: casi di positività tra il personale. Quattro ospiti ''isolate'' in via preventiva per febbre

Positività al Coronavirus all'interno di casa Maria delle Grazie, la residenza di Nibionno che ospita utenti affette da problematiche psichiche: al momento però, il virus è stato registrato soltanto in alcune operatrici.
Sono infatti recentemente emersi quattro casi di positività tra il personale, che conta circa una ventina di collaboratori: le persone contagiate sono a casa e stanno seguendo i protocolli. Diversa la situazione degli ospiti, che sono 34. "Abbiamo quattro ospiti febbricitanti, con febbre che va da 36 a 37.5 gradi - ha riferito Angelo Negri, il presidente del centro orientamento dimesse istituti correzionali (C.O.D.I.C.) - Sono piccoli sintomi che cerchiamo di tenere monitorati. Non crediamo si tratti di Coronavirus, ma siamo molto prudenti. Abbiamo informato ATS e stiamo aspettando che ci confermino l'appuntamento per i tamponi: vorremmo effettuarli su tutte le ospiti e il personale. Se non dovessero arrivare, stiamo valutando di acquistare quelli rapidi".

La struttura sociale con sede a Cibrone

Al momento la strategia adottata dalla casa è stata quella di isolare le ospiti. "Appena presentano i primi sintomi, le mettiamo in quarantena in un reparto con camere singole e con dispositivi per renderle sicure". Una porzione al primo piano della struttura è stata quindi chiusa e destinata al periodo di quarantena. L'azione quindi è preventiva. "In questi periodi siamo più attenti e, per patologie che prima verificavamo in loco, andiamo ad agire in via preventiva per evitare che sia troppo tardi per intervenire".
Nei locali al primo piano, in attesa del riscontro dei tamponi, sono state ospitate le quattro donne che hanno manifestato le prime linee di febbre. Proprio l'altra sera, un'ospite ha avuto la necessità di essere ricoverata. "Aveva la febbre, ma non abbiamo richiesto l'ambulanza solo per questo motivo. Spesso, in questi casi, si legano altre patologie note - ha aggiunto Negri - Ad ogni modo, a oggi non ci hanno ancora dato riscontro sull'esito del tampone".
Nel frattempo, la casa, per coloro che non presentano sintomi, è stata riorganizzata. "Nella zona comune le ospiti non possono incontrarsi tra loro. Abbiamo fatto in modo che siano distanziate, lavino le mani e che mettano il più possibile la mascherina - ha riferito il presidente - Cerchiamo di fare in modo che i momenti di comunione ci siano il meno possibile. Per il pranzo, ad esempio, abbiamo creato due gruppi: una parte in una sala, una parte in un'altra. Adottiamo quanto possibile per farle avvicinare il meno possibile. Affrontiamo la situazione di giorno in giorno in base a quello a cui ci troviamo di fronte: ogni decisione è per fare in modo che vivano bene, senza che questo impatti troppo sul loro stato mentale".
La struttura ha deciso già dall'inizio della seconda ondata di chiudere le porte. "Dai primi giorni di ottobre, abbiamo vietato le visite e le uscite erano permesse solo con l'accompagnamento delle educatrici. Ora anche queste non sono più consentite. Dopo un mese e mezzo che sono chiuse in casa, stanno sopportando un grande stress: non è semplice far capire loro che bisogna portare pazienza e, con il tempo che passa, iniziano a diventare insofferenti. Cerchiamo comunque di affrontare tutto mettendo in piedi alcune precauzioni che magari sono eccessive ma facciamo il possibile per tutelarle".
M.Mau.
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