Casatenovo: un nuovo caso di mixomatosi. Ordinanza di ATS

Immagine di repertorio
Si torna a parlare di mixomatosi nei comuni della Brianza, questa epidemia mortale diffusa tra i conigli selvatici non cede il passo e continua a mietere vittime nonostante il documento emesso da ATS Brianza nello scorso settembre .
Dopo l'allerta sulla proliferazione della malattia tra i conigli selvatici giunta a seguito dell'analisi delle carcasse prelevate a Bosisio, a Garbagnate e a Valmadrera, un nuovo caso si è verificato a Casatenovo. Segnalazioni che si aggiungono a quelle provenienti dal territorio monzese, dove già da tempo i residenti avevano evidenziato la presenza di colonie malate e di esemplari morti.
Per arginare il contagio è stata emessa una nuova ordinanza da parte del dipartimento veterinario e sicurezza degli alimenti di origine animale di ATS Brianza, il quale estende all'intero territorio lecchese le normative riguardanti le zone di protezione.

Tutti i comuni della provincia di Lecco sono pertanto tenuti a rispettare le misure previste per arginare il mixoma virus, ovvero:

1) Divieto di immettere nella zona di protezione o asportare dalla stessa, conigli vivi o morti;
2) Obbligo della vigilanza sanitaria periodica;
3) Abbattimento dei conigli infetti da effettuarsi esclusivamente da parte della Polizia Provinciale;
4) Distruzione degli animali abbattuti o reperiti morti mediante incenerimento da parte di ditte autorizzate.

E' bene ricordare che tale malattia non è in alcun modo nociva né per l'uomo né per altri animali, e non si trasmette nemmeno consumando carne di coniglio, queste precauzioni devono però essere adottate per evitare il decesso di altri esemplari selvatici o da allevamento.

Gli animali infetti presentano dei rigonfiamenti cutanei, in particolar modo nella zona perioculare e su orecchie, narici e genitali, accompagnate da noduli, lacrimazione e secrezione di materiale purulento; la forma respiratoria provoca polmonite, rinorrea e congiuntivite e può essere di più difficile diagnosi. In entrambi i casi la morte sopraggiunge dai 4 ai 12 giorni dopo la manifestazione dei sintomi a causa di infezioni batteriche o di inanizione, ovvero della mancanza di nutrimenti, in quanto i rigonfiamenti possono rendere impossibile l'alimentazione.

Tutti i provvedimenti sopra elencati potranno essere revocati con atto apposito dopo 6 mesi dall'ultimo caso di mixomatosi.

In allegato il comunicato ufficiale di ATS Brianza.
M.Con.
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