Bevera: il 20 i funerali di Alessia Mantonico. Fino all'ultimo ha lottato contro la malattia

Alessia Mantonico
Non è facile svegliarsi con un peso sui polmoni, non è facile vivere con la consapevolezza di avere una malattia cronica che si può solo cercare di rallentare, non è facile scoprire in tenera età che le tue aspettative di vita sono limitate.
Alessia Mantonico era una ragazza di Barzago di 24 anni affetta da fibrosi cistica. A causa della mutazione genetica capitatale, la malattia le debilitava l'apparato respiratorio e digerente. Fin dai primi anni di vita è stata costretta ad assumere medicinali, che gli consentissero di condurre una vita il più possibile normale e che dilazionassero nel tempo i ricoveri, a cui un malato di fibrosi cistica è continuamente sottoposto.
Negli ultimi anni Alessia ha visto intensificarsi le sue continue visite ospedaliere alla Clinica De Marchi di Milano, specializzata nella cura della malattia. Il peggiorare delle sue condizioni l'avevano costretta a tre sedute giornaliere di terapie.
Nonostante la malattia non le desse tregua, è stato proprio negli ultimi anni che Alessia ha raccolto tutta la forza che le rimaneva per portare un messaggio di speranza a tutti coloro che sono affetti da questo terribile male.
Diplomatasi al Gandhi di Villa Raverio e impiegata presso un ente locale, la 24enne era socia della Lega Italiana Fibrosi Cistica Lombardia e in questa veste si è prodigata nella vendita di colombe, panettoni, fiori e gadget il cui ricavato andava interamente a favore della ricerca.
Banchetti benefici sulle piazze di Barzago e Nibionno hanno ospitato in questi anni il suo sorriso, la sua tenacia, la sua consapevolezza. Una ragazza spaventata dal suo corpo che cambiava e che metteva tutto quello le era rimasto per aiutare gli altri, impegnata in un'opera di sensibilizzazione.
Soltanto qualche mese fa gioiva perché la sua associazione era riuscita ad acquistare i macchinari per aiutare i malati Covid-19.
Per anni interi da casa o dal letto di un ospedale ha coordinato le sue campagne pasquali e natalizie, perché tutti potessero avere per tempo quello che avevano ordinato, perché tutti potessero conoscere la malattia, perché tutti potessero vivere un Natale e una Pasqua più sereni nella consapevolezza di aver fatto un'opera di bene.

Ogni anno festeggiava il compleanno con i suoi amici e in quelle occasioni sottolineava quanto fosse importante che tutti fossero lì, accanto a lei. Ogni candelina in più sulla torta ai suoi occhi era una rivincita nei confronti di quella malattia che le aveva tolto la possibilità di uscire quando voleva, di vedere i suoi amici, di viaggiare, di fare semplicemente quello che fanno tutti i ventiquattrenni al giorno d'oggi.
Gli amici alcune volte cercavano di sdrammatizzare, di portare in superficie quanto di leggero, di divertente, di normale ci fosse nella sua vita. Altre volte le sue lacrime e il suo sconforto ti pietrificavano, e rimanevi inerme di fronte a quanta impotenza scorresse dentro le tue vene, dentro quell'essere umano che in vari frangenti della vita si sente onnipotente.
Alessia ha provato a dire spesso quanto fosse importante per lei lasciare un segno, che la sua vita, seppur breve, non voleva fosse sprecata. La sua missione era innanzitutto divulgativa: far conoscere a più persone possibili ogni informazione e sperimentazione su una malattia che è ancora oggi poco conosciuta e per cui non si ha una cura. "Dalla fibrosi cistica non si guarisce" diceva senza battere ciglio, mentre su Instagram infondeva fiducia a sé stessa e a quanti la circondavano scrivendo: "fino all'ultimo respiro".

I funerali di Alessia si terranno nel pomeriggio di venerdì alle ore 15 presso il santuario di Bevera, la frazione dove risiedeva insieme alla sua famiglia. A causa delle limitazioni imposte dal Covid-19 sarà aperto prevalentemente ai parenti più stretti, ma saranno disposte delle sedie sul sagrato. La famiglia Mantonico - con i genitori Nicolina e Giuseppe e le sorelle Francesca e Angela - invita comunque alla massima responsabilità e al buon senso.

Martina Bissolo
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