Retesalute: i soci danno mandato al Cda per una proposta di liquidazione volontaria in continuità. 2 comuni si astengono

Con l'ultima versione, concordata attorno alle 22.15, l'assemblea dei soci di Retesalute ha dato mandato al Cda di "formulare entro 10 gg una proposta che contempli la continuità aziendale di retesalute quale obiettivo politico primario e la legittimità del percorso per affrontare l'indebitamento accumulato verificando la possibilità tecnica di un procedimento di liquidazione volontaria in continuità con possibilità di revoca e avvalendosi degli incarichi professionali opportuni per l'espletamento di tale adempimento".
Una scelta che è stata condivisa da 25 soci ad esclusione di Airuno e Cassago che si sono astenuti.



Il presidente Alessandra Colombo

Ad introdurre il punto sulle valutazioni delle ipotesi di ripiano delle perdite degli anni precedenti è stata la presidente Alessandra Colombo che ha spiegato come a fronte dell'introduzione di correttivi e dell'individuazione delle posizioni debitorie l'azienda abbia tutte le risorse economiche, finanziarie e di personale per superare la crisi.
Ripercorrendo brevemente il lavoro che sta volgendo la BDO, società incaricata di analizzare i bilanci, e rimarcando come gli incontri con i segretari abbiano consentito di riflettere sull'interpretazione delle norme e si siano rivelati utili per avere contezza delle diverse visioni di prospettiva futura, Colombo ha ribadito come la proposta di sintesi formulata si traduca in una liquidazione volontaria in continuità, con possibilità di revoca come previsto dal codice civile.
Proposta appunto che il Cda ha esposto ai soci perchè "Retesalute ha le risorse per proseguire".
La parola è così passata ai sindaci. A ribadire la necessità di una presa di posizione politica forte e imprescindibile è stato Filippo Galbiati di Casatenovo, nonchè presidente dell'ambito.
"La riorganizzazione dei servizi sociali sul territorio è competenza dei sindaci, spetta a noi scegliere e non può essere delegato alcuno. I tecnici devono supportare la soluzione dal punto di vista della legittimità per tradurre il nostro obiettivo politico.
L'obiettivo deve essere quello di generare una discontinuità rispetto alla gestione, dando però un futuro all'azienda nei termini di continuità, con un rapporto di serietà verso i comuni dell'oggionese".
D'accordo sul percorso da intraprendere il sindaco di Sirtori Davide Maggioni "Non possiamo fare a meno di questi servizi. Poi dobbiamo pensare ai dipendenti che vanno tutelati e questa decisione presa mi pare adeguata, alla luce della bontà di un bilancio approvato che ci dà una effettiva possibilità di andare avanti. Qualche rammarico lo abbiamo per il fatto forse di non avere insistito a sufficienza in passato per avere i dati e le relazioni che ci hanno portato in buona fede a questa situazione. Ma ora dobbiamo restare uniti come sindaci.
Concorde sulla liquidazione con continuità anche Oggiono, nella persona del sindaco Chiara Narciso, che ha precisato come necessario un passaggio in consiglio comunale sull'argomento.
A contestare la modalità di questa formula (l'atto di indirizzo, ndr), che ha poi portato all'astensione al momento del voto, è stata il sindaco di Cassago Roberta Marabese. "Vogliamo che tutto sia fatto nei limiti di quello che è legale, e questo potrà dircelo solo il bilancio 2018/2019, con dati certi e non in via ipotetica, quindi chiedo di rinviare la decisione e per questo mi riservo di esprimermi".



"Abbiamo la pressione dei creditori e abbiamo bisogno di una liquidità che non abbiamo" ha spiegato il presidente Colombo facendo leva sul fattore tempo per avviare un percorso formale che poi dovrà trovare l'approvazione nelle sedi opportune.
A farle eco il sindaco di Merate e presidente dell'assemblea Massimo Panzeri. "Il tempo non ci aiuta e non ne abbiamo, altrimenti il risultato che otterremo sarà l'opposto di quello che si vuole. Oggi" aveva anticipato prima della verifica degli equilibri di bilancio "è un momento determinante, è il momento delle scelte non più procrastinabili. La nave ha invertito la rotta ma soprattutto resta a galla”.
A ribattere sulla contrarietà è tornata tuttavia il sindaco di Cassago. “Non è all'ordine giorno perchè quella che si vuole far passare non è una valutazione ma una delibera. Chiedo che si rinvii questa decisione ad altra assemblea regolarmente convocata su questo tema. Personalmente rinvio qualunque decisione, voglio discuterne con il consiglio comunale, il segretario, il revisore dei conti”.
Dopo una serie di proposte circa il testo da approvare e da "consegnare" quale mandato al cda, i soci hanno trovato una quadra che è stata condivisa da tutti, a parte appunto Airuno e Cassago che si sono astenuti.
S.V.
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