Bevera: l'estremo saluto ad Alessia, scomparsa a soli 24 anni. 'Ora corri più forte che puoi e respira la tua libertà'

Un'esistenza vissuta a pieno, fino all'ultimo respiro. Alessia Mantonico amava la vita e non si era lasciata abbattere dagli ostacoli che la fibrosi cistica, malattia da cui era affetta sin da bambina, aveva posto lungo il suo cammino. Un cammino in salita, che la 24enne ha spesso percorso con il sorriso stampato sul volto, ma anche con inevitabile dolore e sofferenza.

Il feretro di Alessia mentre lascia il santuario di Santa Maria Nascente a Bevera

In ogni momento a sostenerla c'erano i suoi familiari: i genitori Nicolina e Giuseppe, le adorate sorelle Francesca e Angela e il suo fidanzato Raffaele. E poi tanti amici e persone care che nel pomeriggio odierno si sono riunite nel santuario mariano di Bevera, la frazione barzaghese dove Alessia viveva, per tributarle l'estremo saluto.
''Avremmo preferito fare altro, certamente qualcosa di diverso rispetto a questo momento'' ha esordito don Giovanni Colombo pronunciando la sua omelia. ''Siamo ancora frastornati da questa dolorosa notizia. Alessia ora è un angelo e l'altro giorno le campane ne hanno annunciato la prematura scomparsa. Ci troviamo sconvolti, non volevamo essere qui, perchè non c'è nulla che all'apparenza dia un senso a tutto questo, ma invece ci siamo. Il nostro sguardo deve sollevarsi verso l'alto, verso Alessia che seppur fisicamente non sia qui, c'è con il suo spirito e la sua anima. Tutto questo ci basta per dire che insieme a lei c'è qualcuno di più grande ancora: il Signore risorto. E questa è una delle poche cose che ci fa stare tranquilli''.

A sinistra il parroco don Giovanni Colombo

Nel suo intervento pronunciato di fronte ad una chiesa e ad un sagrato gremiti - seppur con le dovute modalità di distanziamento sociale garantite anche grazie alla presenza dei volontari della parrocchia - il parroco barzaghese ha richiamato la presenza delle cime lecchesi che fanno da cornice al santuario.

''Ieri mentre alla sala del commiato di Costa Masnaga attendevo l'arrivo del feretro di Alessia guardavo le montagne: la loro stabilità e ho pensato al contrasto tra questa immagine di eternità e il soffio che è stata la vita di questa ragazza, mancata a soli 24 anni. Eppure ci deve essere qualche certezza e solidità, che dà un senso anche a quello che sembra non averlo'' ha aggiunto il sacerdote, facendo riferimento alle sacre scritture lette poco prima e in particolare al brano tratto dall'Apocalisse di San Giovanni Apostolo sul ''libro della vita''. Un volume che per Alessia contiene tutti i pensieri dei suoi cari e quello che di buono ha fatto in vita. ''C'è la sua lotta e il senso che ha voluto dare alla sua esistenza. Nonostante la malattia non si è chiusa in se stessa, ma ha fatto di tutto per cercare di aiutare gli altri a vincerla. Ha voluto essere per, essere con, essere in, nel perfetto stile di Dio e oggi noi abbiamo il compito di accompagnarla all'incontro definitivo con Lui''.

Prima di chiudere la liturgia - scandita dai canti del coro parrocchiale, fra i quali l'Halleluja di Cohen - a prendere la parola sono state le sorelle Angela e Francesca che hanno dedicato ad Alessia messaggi intrisi di lacrime, ma soprattutto di immenso affetto. Un rapporto fortissimo legava le tre giovani, sostenutesi reciprocamente nei momenti più difficili. ''Eri mia sorella, mia amica, mia compagna. Durante il lockdown ho avuto l'opportunità di viverti fino in fondo...quante ne abbiamo combinate a mamma e papà. Come potrò dimenticare questo nostro tempo? Spero di averti dimostrato quanto ti amassi. Ora puoi volare, libera dalle catene, ma ti prego, facci sentire la tua presenza'' le parole, rotte dal pianto, pronunciate da Angela, alle quali hanno fatto seguito quelle di Francesca, la sorella maggiore.

''Non è facile per me esternare in pubblico i miei sentimenti, ma lo sto facendo per te, perchè so che tu apprezzi queste cose. Sei stata il regalo più grande che papà e mamma potessero farci. Mi dispiace se sono stata più una seconda mamma che una sorella, ma volevo proteggerti e rassicurarti. Invece eri tu che rassicuravi me, e sono sicura che da lassù continuerai a pronunciare queste parole. Sarai sempre il nostro pensiero fisso Ale. Ti abbiamo accompagnato fino all'ultimo respiro, ma ora abbiamo bisogno della tua grande forza. Sei e sarai sempre un esempio per tutti noi. Ora continua a divertirti e a far divertire tutti lassù: non preoccuparti per le tue campagne di ricerca, ci penseremo noi. Vola più in alto che puoi, ora corri forte e respira la tua libertà''.

Presente alle esequie anche il sindaco Mirko Ceroli e una rappresentanza dell'amministrazione comunale di Barzago, di cui la sorella Francesca è esponente, nel ruolo di assessore alla cultura. Un lutto che ha unito un'intera comunità: quella religiosa e quella civile, affrante dalla scomparsa di una giovane che aveva fatto della lotta alla malattia l'essenza della sua breve ma intensa esistenza, come è stato ricordato dando lettura di un pensiero scritto dalla stessa ragazza in occasione della Giornata del malato di fibrosi cistica.

Al termine della cerimonia funebre sul sagrato del santuario è stato suonato il silenzio: l'ultimo desiderio espresso da Alessia, il cui feretro è stato poi accompagnato - alla presenza dei suoi familiari più stretti - nel suo ultimo viaggio terreno fino al cimitero di Barzago.
G. C.
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