Oggiono: il documento prodotto al Comune era fasullo. Imprenditore finisce a processo

Il municipio di Oggiono
Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. È da questo reato che è chiamato a difendersi P.V., legale rappresentante di un'azienda di costruzioni con sede a Cisano Bergamasco, in seguito a un documento presentato nel corso di una gara d'appalto indetta dal comune di Oggiono per la realizzazione di un parcheggio in via ai campi risultato poi...fasullo.
I fatti, avvenuti a settembre del 2017, che hanno portato il costruttore a processo -difeso dall'avvocato Cristiana Totis del foro di Milano- sono stati sviscerati nell'udienza di questa mattina a palazzo di giustizia, al cospetto del giudice Giulia Barazzetta, titolare del fascicolo, dai diversi testimoni chiamati dalle parti. Il primo a intervenire in aula è stato un dipendente del palazzo comunale di Oggiono, che ha raccontato -incalzato dalle domande del pubblico ministero d'udienza, il Vpo Mattia Mascaro- di aver individuato il preventivo presentato dall'azienda del bergamasco come "anomalo", che in gergo evidenza la troppa convenienza o la troppa onerosità dell'offerta rispetto alla concorrenza: "abbiamo provveduto perciò ad effettuare verifiche in merito a questa offerta e chiesto di conseguenza alla impresa di giustificare le singole voci di spesa. Arrivate queste ultime, abbiamo notato che una di queste era particolarmente bassa e abbiamo proceduto a verificare la veridicità di quest'ultima, contattando direttamente la società che aveva fatto il preventivo alla potenziale appaltante". Rispondendo alla richiesta di verifica dell'Urp di Oggiono, l'azienda che avrebbe dovuto "sostenere" l'impresa di P.V. ha fatto un passo indietro mediante il proprio legale, negando la veridicità del documento presentato dal potenziale appaltante e negando di averne mai presentato uno per quella gara d'appalto. Per questi motivi il Comune, informando la partecipante alla procedura, ha dovuto escludere la società da quest'ultima. I testimoni chiamati dalla difesa dell'imputato hanno in parte confermato la versione fornita dal dipendente comunale ma hanno anche specificato che il documento "spedito" per la gara d'appalto è stato in qualche modo "truccato" da un dipendente senza aver mai chiesto un permesso o informando i suoi colleghi o superiori. "Sono stati presi dei provvedimenti strutturali interni all'azienda a seguito di questa vicenda" hanno specificato i due testi della difesa, affermando così che il dipendente "furbetto" sia stato licenziato per questa sua bravata. Il difensore dell'imputato ha anche provveduto nell'udienza odierna a depositare a fascicolo del giudice il risultato della procedura anac -Autorità Nazionale AntiCorruzione- presentata successivamente alla vicenda nei confronti della azienda bergamasca, che ha evidenziato la natura dolosa della condotta in contestazione.
Il giudice, congedate le parti, ha rinviato il processo al 6 aprile del 2021 per la discussione finale.
B.F.
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