Bosisio: è mancato Mons. Enrico Cantù, le sue spoglie nella cappella dei parroci

Mons. Enrico Cantù
È mancato l’altro ieri, Monsignor Enrico Cantù, sacerdote nato a Milano nel novembre 1932, ma unito dal profondo legame alla terra di Bosisio Parini. Qui, infatti la sua famiglia ancora oggi risiede ed è proprietaria di villa Cantù-Arnaboldi, la residenza con il parco che lambisce le sponde del lago di Pusiano, in prossimità della chiesa di San Gaetano.
Enrico Cantù venne ordinato sacerdote il 22 dicembre del 1956 e, pochi giorni dopo, fresco di “investitura”, ha celebrato una delle sue prime messe proprio a Bosisio, quella del giorno di Natale.
La sua vita ministeriale si è snodata all’interno della città meneghina, a cominciare, subito dopo l’ordinazione, dalla nomina a vice rettore del Collegio Arcivescovile di Gorla, carica che ha mantenuto fino al 1971 prima di passare alla chiesa di Santa Maria della Passione a Milano nel ruolo di vicario parrocchiale. Terminato l’incarico, per vent’anni, a partire dal 1980 è stato parroco della chiesa di Sant’Eufemia a Milano. In quegli anni è stato anche Decano del decanato “Milano Centro storico B” (1989-1995) e, per un anno, nel 1994, Prefetto della Prefettura “Milano Centro”.
Nell’ultimo ventennio è tornato alla chiesa Santa Maria della Passione, in particolare presso la sussidiaria la chiesa di San Pietro a Gessate, poco distante dal palazzo di giustizia della città: qui è stato sacerdote residente con incarichi pastorali. In quegli stessi anni ha assunto il ruolo di vice consulente dell’Unione Giuristi cattolici di Milano. A partire dal 2001 ha assunto il titolo onorifico di Cappellano di Sua Santità. Dal 2002 al 2009, ha ricoperto la carica di assistente spirituale dell’Ordo Viduarum Ambrosianus, mentre dal 1 novembre, si trovava presso la Residenza “San Felice” di Segrate.
Se il suo impegno pastorale si è esplicitato soprattutto a Milano, il suo cuore batteva anche per Bosisio, come ha confermato il parroco, don Giuseppe Farioli: “A don Enrico sarebbe piaciuto abitare a Bosisio”. Il rapporto di stima che li ha legati durava da 25 anni: “É stato un grande amico - ha rivelato, ancora sorpreso per la perdita - Per me è stato di esempio e conforto. Ho perso un amico, però l’ho guadagnato in cielo”. Del suo impegno pastorale ha ricordato che “era stato incaricato dal cardinale Carlo Maria Martini per seguire l’ordine delle vedove: ha svolto il compito con impegno”.
Appena aveva la possibilità, rientrava a Bosisio, nella villa dove vivevano i fratelli, per qualche giorno di riposo. “Leggeva quello che scrivevo su “Rivive la voce”, il giornalino parrocchiale, e passava a trovarmi. É capitato anche che mangiassimo insieme durante alcune ricorrenze”.
A nome del mondo istituzionale civile, invece, ha espresso un pensiero il presidente del consiglio comunale: “Mi unisco alle tante persone che in questi momenti prendono la parola per ringraziare il dono che monsignor Cantù ha fatto della sua vita a tanti - ha commentato Giuseppe Borgonovo - Diciamo grazie per il ministero sacerdotale e gli atti di generosità che lo hanno accompagnato. Come presidente del consiglio, esprimo a nome di tutti i gruppi politici le condoglianze alla famiglia Cantù che a Bosisio si è sempre caratterizzata per il grande garbo, la signorilità e la disponibilità nei confronti della comunità”.
Oggi, alle 15, presso la chiesa parrocchiale di Sant'Anna è in programma la funzione funebre, che sarà concelebrata da Monsignor Giuseppe Merisi, vescovo emerito di Lodi. Sarà anche presente una rappresentanza dell’amministrazione comunale.
Monsignor Enrico Cantù ha scelto di unire per sempre il suo destino a Bosisio: riposerà nella cappella dei parroci interna al cimitero.
M.Mau.
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