Missaglia: prese a calci il bus. 37enne condannato a un anno

Al divieto di far salire il cane sull'autobus senza museruola aveva dato un calcio alla porta del mezzo pubblico, rompendone il vetro e rendendo necessario l'intervento dei carabinieri: il giudice Maria Chiara Arrighi l'ha condannato quest'oggi a 1 anno di reclusione.
Una sentenza più mite rispetto alla richiesta di pena (1 anno e 6 mesi, oltre a 900 euro di multa) formulata dal Vice Procuratore Onorario Pietro Bassi, che senza troppi fronzoli si era ''battuto'' per la condanna dell'odierno imputato, risultato colpevole, secondo l'accusa, dei reati di danneggiamento e interruzione di pubblico servizio.
L'episodio ricostruito in aula risale al marzo 2014: Samuele B., classe 1983, stava rientrando da un ambulatorio veterinario di Missaglia verso la propria residenza di Casatenovo assieme alla madre e al proprio cucciolo di 4 mesi di American Staffordshire Terrier. Mentre stava per salire sul bus della tratta Oggiono-Monza, il conducente gli aveva negato l'ingresso, vedendo il cane sprovvisto di museruola. Il padrone non era riuscito a convincere il dipendente della SAL nemmeno spiegando che l'animale aveva appena subito un delicato intervento alla zampa, che era ancora sotto effetto di sedativi e la museruola non sarebbe servita.
A sostenere l'innocenza - quantomeno per la mancanza di dolo - del proprio assistito, l'avvocato Elda Leonardi: l'uomo non avrebbe spaccato il vetro della porta del bus come atto vandalico, bensì perchè l'autista, dopo aver discusso con l'uomo e averlo fatto scendere dal mezzo pubblico, nel chiudere la porta - forse con troppa fretta - avrebbe trattenuto la manica della giacca dell'odierno imputato. Un "segno di stizza", così ha definito l'avvocato il calcio inferto allo sportello, costato caro all'imputato.
F.F.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.