Bosisio, Nostra Famiglia: l'appello delle sigle sindacali a Monsignor Gervasoni

Monsignor Maurizio Gervasoni e Monsignor Mario Delpini
Si rivolgono nuovamente a Monsignor Maurizio Gervasoni, vescovo delegato per i problemi sociali e il lavoro, le organizzazioni sindacali che stanno seguendo la trattativa de La Nostra Famiglia: scrivono a lui per chiedere che tutti gli sforzi al fianco dei lavoratori non siano vani.
I segretari della funzione pubblica Catello Tramparulo per Cgil, Franca Bodega per Cisl e Vincenzo Falanga per Uil si sono rivolti, in una nuova lettera, alla Diocesi di Milano, dopo che l'ultimo incontro con i vertici dell'associazione ha portato all'interruzione delle trattative, a causa delle rispettive posizioni che non hanno trovato conciliazione né un punto di incontro.
"É difficile spiegare in poche righe il senso di amarezza, dolore profondo e rabbia che pervade i cuori dei dipendenti de La Nostra Famiglia dopo l'ennesimo tentativo accordo nella cui possibilità abbiamo creduto, purtroppo con malriposta speranza, nella volontà della Associazione di addivenire a un accordo che da parte nostra richiedeva il vincolo minimo e ci permetta, giusto, del mantenimento del contratto nazionale della sanità privata" hanno scritto i segretari. A metà novembre avevano deciso di informare l'arcivescovo di Milano, Monsignor Mario Delpini, tenendolo edotto del caso contratti. La risposta, arrivata dal vescovo delegato alle questioni di lavoro, conteneva l'auspicio che si potesse trovare "al più presto una soluzione adeguata".
Le organizzazioni sindacali hanno quindi riassunto brevemente il contenuto del penultimo incontro, quello del 17 novembre scorso, prima della rottura definitiva. In quell'occasione si era deciso di prendere ancora del tempo. "Al penultimo incontro del 17.11.2020 fra le parti, era stata accordata l'ennesima dilazione di tempo all'azienda esclusivamente con il vincolo di cui sopra e avrebbe visto da parte nostra l'impegno a contemperare le esigenze di sostenibilità-rilancio aziendali ed il riconoscimento di un "giusto" contratto per tutti i lavoratori per la loro professionalità e dedizione, mancato dopo una paziente attesa di 14 anni". Per i sindacati era imprescindibile partire dal diritto dei lavoratori di avere il contratto della sanità privata per avviare tavoli di discussione. Dall'altro lato la proposta dell'associazione di applicare due diverse tipologie di contratto ai lavoratori in base all'ambito di impiego, così riassunta al Monsignor dalle sigle sindacali: "La Nostra Famiglia ha proclamato unilateralmente di continuare a percorrere la strada della "divisione", creando lavoratori di serie A (circa 400) e lavoratori di serie B (circa 1600), lasciamo a Lei immaginare quali saranno le penose ricadute che questa decisione porterà nei confronti della dirigenza e soprattutto, negli ambienti di lavoro, fra colleghi che lavorando fianco a fianco percepiranno salari diversi, pensi ad esempio che uno psicologo o un infermiere (professioni che richiedono a carico del lavoratore, assicurazione, formazione, iscrizione ad un albo) percepirà un salario netto inferiore ai 1200 euro netti al mese, pensiamo anche a quei lavoratori che col nuovo contratto percepiranno meno di mille euro al mese, tutto ciò umanamente e sindacalmente è inaccettabile".
Quindi l'accorato appello rivolto proprio al vescovo. "Sappiamo che gli operatori dell'Associazione da sempre sono un porto sicuro per tutti quei genitori che stanno vivendo una situazione delicata per la salute dei loro figli, gli operatori della Nostra Famiglia piangono con loro quando qualcosa va male, ridono con loro quando tutto volge al meglio, vivere la fragilità come fanno questi operatori richiede serenità, perché ogni lavoratrice e ogni lavoratore dell'associazione ha due famiglie, che tratta allo stesso modo, è ora che la famiglia "adottiva" riconosca quel bene che sono i dipendenti, e che tratti tutti i "figli" allo stesso modo. Non lasciamo che tutto questo vada perduto".
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