Casatenovo: tradotto in tribunale dalla Sicilia, 42enne deve rispondere di maltrattamenti

Il palazzo di giustizia lecchese
Si è aperta nel pomeriggio odierno presso il tribunale di Corso Promessi Sposi l'istruttoria dibattimentale a carico di V.S., classe 1978, chiamato a rispondere del reato di maltrattamenti in famiglia (secondo l'articolo 572 comma 2 del codice penale).
Tradotto dagli agenti della polizia penitenziaria lecchese - che lo hanno accompagnato a palazzo di giustizia dall'aeroporto di Milano Linate, dove è atterrato dopo aver preso un volo da Palermo - l'imputato ha preso parte all'udienza fissata dinnanzi al collegio giudicante presieduto da Nora Lisa Passoni con le colleghe Giulia Barazzetta e Martina Beggio alle ore 15.15, assistito dal proprio difensore di fiducia, l'avvocato Stefano Pelizzari.
In aula è rimasto però una manciata di minuti soltanto, trattandosi dell'apertura del fascicolo, con il procedimento rinviato al prossimo 7 gennaio per l'audizione dei primi testimoni indicati in lista.
All'imputato, originario di Palermo, dove ancora oggi dimora, la Procura - quest'oggi rappresentata dal pubblico ministero Andrea Figoni - contesta infatti alcuni episodi commessi ai danni della persona con la quale si era trasferito e conviveva a Casatenovo.
Proprio qui i carabinieri della locale stazione - in pieno lockdown - lo avevano arrestato e tradotto in carcere a Pescarenico, dando esecuzione alla misura di custodia cautelare chiesta e ottenuta dal pubblico ministero titolare del fascicolo d'indagine.
Una vicenda che a livello temporale si è (più o meno) sovrapposta ad un altro episodio di cui è chiamato a rispondere il 42enne, accusato di aver messo a segno una rapina ai danni dell'ufficio postale di Salsomaggiore, in provincia di Parma. Lo scorso 10 febbraio, con il volto travisato e minacciando con una pistola gli impiegati e i clienti in coda allo sportello, il siciliano trasferitosi poi in Brianza avrebbe rapinato il pubblico esercizio della celebre località termale, allontanandosi con un bottino di circa 650 euro composto da banconote e monete.
Un colpo che l'uomo avrebbe messo a segno poco dopo essere uscito dal carcere, dove aveva scontato una lunga condanna per...l'omicidio della sua vicina di casa. Un delitto consumato nel 1998 in Sicilia, quando l'imputato aveva poco più di vent'anni e che gli era costato un'iniziale condanna all'ergastolo. Riuscito a beneficiare di una riduzione della pena e ottenuta la scarcerazione però, V.S. avrebbe messo a segno la rapina ai danni dell'ufficio postale del parmense, spostandosi poi a Casatenovo, dove è stato arrestato.
Il lavoro dei militari della Compagnia di Salsomaggiore Terme - coadiuvati dai colleghi della stazione casatese e della Compagnia di Merate - ha consentito di raccogliere tutti i possibili elementi utili all'indagine, tra cui i filmati estrapolati dalle telecamere della videosorveglianza installate all'interno e all'esterno dell'ufficio postale, i tabulati telefonici e le dichiarazioni dei testimoni. Decisivo è stato infine quanto narrato da una persona informata sui fatti che ha fornito particolari utili, tra cui i dettagli relativi agli spostamenti del 42enne antecedenti e successivi al colpo ai danni delle Poste.
Durante la perquisizione nell'appartamento casatese sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro capi di abbigliamento riconducibili a quelli utilizzati al momento della rapina, ovvero un giubbotto con striscia rifrangente sul cappuccio ed un paio di guanti neri.
Tradotto in carcere a Pescarenico il 42enne, nelle settimane successive, è stato successivamente trasferito in Sicilia e posto agli arresti domiciliari, a disposizione dell'autorità giudiziaria: quella lecchese per i maltrattamenti e quella di Parma per la rapina. Nel nostro territorio ha fatto ritorno quest'oggi - scortato appunto dalla penitenziaria - per prendere parte al processo a suo carico; resta da capire se la sua presenza si renderà necessaria anche in una delle prossime udienze.
G. C.
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