Casatenovo: rubò le bottiglie al vicino di casa. Condannato
Un anno di reclusione: è la pena che dovrà scontare Y.A., un trentenne di origine marocchina, dichiarato colpevole quest'oggi in tribunale di Lecco, del reato di furto in abitazione, per aver sottratto delle bottiglie di vino dalla cantina del vicino di casa nel settembre del 2018.
Residente all'epoca dei fatti in una palazzina di Casatenovo, il giovane avrebbe pensato bene di introdursi di sera nel locale di proprietà di un altro inquilino, portandosi via quattro bottiglie. Peccato che il proprietario, non nuovo alle intrusioni e che già aveva notato alcuni ammanchi nello scantinato, aveva fatto installare un sistema di videosorveglianza collegato al proprio telefono cellulare.
L'uomo, che ha poi sporto denuncia ai carabinieri della locale stazione e, a distanza di due anni, è stato chiamato per testimoniare nel processo a carico del marocchino, ha oggi raccontato al giudice Maria Chiara Arrighi che appena avvisato dal dispositivo dell'intrusione si sarebbe precipitato per cogliere il ladro in flagrante. "Quando sono arrivato era già scappato dall'uscita secondaria, ma l'ho visto dal filmato" ha dichiarato la persona offesa "aveva il volto parzialmente coperto da una sciarpa, ma ho capito che si trattava di Y.A.".
Prima di recarsi dalle forze dell'ordine per deunciare il furto, la sera stessa avrebbe bussato alla porta dell'odierno imputato, per poi trovare a terra in cucina le sue bottiglie. "Mi ha chiesto di non denunciarlo, ma io una volta pensatoci su ho deciso di andare dai carabinieri" ha concluso il teste.
Il vpo Pietro Bassi, dopo aver visionato il video insieme al giudice e all'avvocato difensore Daniela Fiocchi, ha chiesto che il trentenne fosse condannato a 6 mesi di reclusione e al pagamento di 100 euro di multa, mentre l'avvocato Fiocchi ha sostenuto la tesi dell'assoluzione per il poprio assistito perchè, a suo parere, l'identificazione "lasciava a desiderare".
Residente all'epoca dei fatti in una palazzina di Casatenovo, il giovane avrebbe pensato bene di introdursi di sera nel locale di proprietà di un altro inquilino, portandosi via quattro bottiglie. Peccato che il proprietario, non nuovo alle intrusioni e che già aveva notato alcuni ammanchi nello scantinato, aveva fatto installare un sistema di videosorveglianza collegato al proprio telefono cellulare.
L'uomo, che ha poi sporto denuncia ai carabinieri della locale stazione e, a distanza di due anni, è stato chiamato per testimoniare nel processo a carico del marocchino, ha oggi raccontato al giudice Maria Chiara Arrighi che appena avvisato dal dispositivo dell'intrusione si sarebbe precipitato per cogliere il ladro in flagrante. "Quando sono arrivato era già scappato dall'uscita secondaria, ma l'ho visto dal filmato" ha dichiarato la persona offesa "aveva il volto parzialmente coperto da una sciarpa, ma ho capito che si trattava di Y.A.".
Prima di recarsi dalle forze dell'ordine per deunciare il furto, la sera stessa avrebbe bussato alla porta dell'odierno imputato, per poi trovare a terra in cucina le sue bottiglie. "Mi ha chiesto di non denunciarlo, ma io una volta pensatoci su ho deciso di andare dai carabinieri" ha concluso il teste.
Il vpo Pietro Bassi, dopo aver visionato il video insieme al giudice e all'avvocato difensore Daniela Fiocchi, ha chiesto che il trentenne fosse condannato a 6 mesi di reclusione e al pagamento di 100 euro di multa, mentre l'avvocato Fiocchi ha sostenuto la tesi dell'assoluzione per il poprio assistito perchè, a suo parere, l'identificazione "lasciava a desiderare".
F.F.