Suello: nel '15 qualcuno provò a girare un assegno da 64000€ tarocco, il caso in aula

A suo dire non avrebbe mai messo piede né all'ufficio postale di Suello né a quello di Cantù. Eppure Attilio B. si trova a processo per aver tentato - stando al quadro accusatorio - di far accreditare, alle Poste del piccolo borgo brianzolo un assegno da 62.000 euro - risultato poi "tarocco" - su un conto corrente aperto poco prima a suo nome nella cittadina comasca. I fatti risalgono al maggio 2015 e per la vicenda l'odierno imputato era già stato "punito" con un decreto penale di condanna in relazione al quale ha presentato opposizione, con il processo incardinato dunque al cospetto del giudice monocratico Nora Lisa Passoni, dinnanzi alla quale quest'oggi sono sfilati una serie di testimoni, a comunicare dalla 92enne che ha corso il rischio di vedersi alleggerito il conto corrente dell'ingente cifra in questione. Qualcuno infatti si è presentato alle Poste di Suello, paese dove la signora vive, esibendo al direttore - ai suoi primi giorni di lavoro in quella veste e presso quello sportello - un assegno da versare, chiedendo poi di prelevare seduta stante il denaro, operazione non consentita dovendo intercorrere i tempi tecnici per far transitare il gruzzoletto da un iban all'altro. Il passaggio non è mai avvenuto. Il giorno successivo infatti ricevuto il tagliando, l'ufficio centrale delle Poste ha chiesto al proprio sportellista di effettuare una verifica contattando la correntista che aveva sottoscritto l'assegno, ritenendolo, a sensazione, non autentico. Ed in effetti l'anziana titolare ha disconosciuto il titolo, tra l'altro anche fisicamente diverso rispetto a quelli del proprio blocchetto, ancora "vecchio" e dunque senza i codici a barre ma con i numeri del conto stampigliati. Bloccata la girata, denunciato l'accaduto ai Carabinieri di Valmadrera, sono scattate le indagini che hanno portato al banco degli imputati il signor Attilio, assistito dall'avvocato Alessandra Carsana.
L'uomo ha riferito di aver avuto contezza dell'accaduto solo dopo essere stato contattato dalle Poste che, nell'ambito di verifiche interne, gli chiedevano indicazioni sul conto a lui intestato a Cantù. Sostenendo di un averlo aperto di persona, si è rivolto al legale, scoprendo poi di risultare anche indagato per la truffa per cui ora è finito a giudizio. Ma se non c'è lui dietro all'episodio in contestazione - e il suo volto è risultato sconosciuto alla 92enne sentita in apertura d'udienza mentre il direttore dell'ufficio di Suello ha puntualizzato di non aver memorizzato la fisionomia del cliente che tentò di incassare l'assegno - come un soggetto terzo si sarebbe potuto appropriare della sua identità? La risposta ha fatto sorridere i presenti in Aula. L'imputato ha infatti sostenuto di aver lasciato carta d'identità e codice fiscale, al tempo dei fatti, all'ingresso di tre club che era solito frequentare per giocare Texas hold'em, il poker americano. Per sciogliere il nodo sul sentire o meno un Carabiniere nel frattempo trasferito a Roma e sull'acquisizione di ulteriore documentazione dalle Poste, l'udienza è stata aggiornata al prossimo 16 febbraio.
A.M.
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