Parco Curone: in Valle Santa Croce un lupo sbrana 13 pecore. Altri due episodi di minore entità nei mesi passati

Tredici pecore sono state sbranate due notti fa da un lupo nel Parco del Curone, zona Valle Santa Croce, nel territorio di Missaglia. Le impronte sulla neve hanno agevolato il riconoscimento di un solo esemplare che ha percorso le zone boscate attorno. Non è il primo episodio nel recente periodo, ma non di questa portata. Tre settimane fa infatti un’altra pecora era stata trovata con i segni di due denti nella giugulare. Erano intervenuti le guardie forestali e l’università, che aveva svolto delle analisi, a seguito delle quali era stata confermata la natura del predatore.

Qualche mese fa il primo caso con altri due ovini assaliti e uccisi. Non si può sapere se si tratta sempre dello stesso animale ad aver agito in questi mesi. Data l’esiguità degli episodi è ipotizzabile che il lupo (o i lupi) non sia fisso nel Parco del Curone ma si stia muovendo liberamento su un’area ben più ampia. Non si può escludere che nei giorni della sospensione delle attività durante il primo lockdown, in assenza di disturbo e soprattutto di traffico sulle strade, abbia potuto allontanarsi dalle Prealpi comasche, per esplorare nuove aree di pianura o collina.

“Il territorio del Parco è quindi ora oggetto di attenzione da parte del gruppo di lavoro a cui partecipano tecnici di Regione Lombardia, di ERSAF (Ente regionale per lo sviluppo agricolo e forestale), ricercatori delle università lombarde, Carabinieri forestali, con il coinvolgimento anche della Polizia provinciale, impegnati non solo per lo studio del Lupo e per la sua tutela, ma anche per la definizione delle soluzioni più appropriate per consentire la sostenibilità della sua presenza nelle aree del Parco e quindi la convivenza con il territorio” questo il commento di Marco Molgora, presidente del Parco del Curone.

L’obiettivo non è quindi la ricerca e l’abbattimento dell’animale, ma una gestione della sua presenza. Tramite la Regione Lombardia gli allevatori potranno sottoscrivere una specifica assicurazione per i danni eventualmente subiti. L’Ersaf potrà fornire delle reti e materiale per prevenire gli attacchi. Aggiunge inoltre Molgora: “Trattandosi solo di individui isolati, è possibile che possano allontanarsi volontariamente da quest’area, per tornare verso Nord. Si tratta comunque di una presenza che non comporta criticità per la responsabile fruizione del territorio del Parco, che deve però essere ulteriormente rispettosa e consapevole nei confronti dei valori ambientali e della fauna selvatica”.

Il Parco può agire fornendo informazioni utili ai pastori, partendo dalla prospettiva che il lupo non è pericoloso per l’uomo e anzi cerca il più possibile di starne lontano. Le GEV del Parco sono inoltre all’opera per trovare nuove tracce. Se si dovessero identificare percorsi più volte batttuti si procederà con l’installazione di fototrappole. Il lavoro al momento è stato molto intenso e il presidente Molgora tiene a ringraziare tutti gli attori in gioco: “Come già evidenziato, ringraziamo gli Enti preposti alla gestione di questa specie che si sono prontamente attivati e chiediamo a tutti i cittadini di evitare azioni o attività che possano intralciare l’azione delle Istituzioni o creare inutili allarmismi e tensioni”.
M.P.
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