I cinque grovigli che spiegano le cause dell’assalto al campidoglio

6 gennaio 2021,Washington, presso il palazzo del Campidoglio degli Stati Uniti, sede dei due rami del Congresso americano, sul colle Capitol Hill, si sta formalizzando, alla presenza del Presidente del Senato, Mike Pence, la vittoria di Joe Binden.

La procedura è interrotta, una massa di persone supera con facilità le transenne, rompe, spacca e entra nel Campidoglio con estrema facilità. La polizia che presidia il palazzo è minima, i manifestati entrano e trasformano il luogo simbolo della democrazia americana in un castello medioevale dell'orrore hollywoodiano.

All'apparenza sembra una grottesca rappresentazione cinematografica con personaggi come Batman, con sciamani indiani, personaggi apocalittici con maschere antigas, pistole, mitra con tute, turisti per caso; la platea è variegata di maschere di ogni tipo che rievocano gli eroi hollywoodiani e disneyani.

Detta così sembra una carnevalata, invece è un golpe fallito. Passano ore prima che il palazzo sia rimesso sotto controllo delle forze di sicurezza e dalla National Guard of the United States: cos' è successo in quelle ore in altri palazzi? Per ora non è dato a sapersi.

I manifestanti sono stati convocati per una dimostrazione massiccia dall'attuale Presidente Trump per opporsi alla nuova nomina. La folla ha ascoltato il richiamo del leone ferito, si è messa in marcia da ogni angolo degli States per dimostrare la propria fede, il proprio credo nei confronti dell'adorato capo.

Trump è adorato dai suoi elettori come se fosse il messia, l'uomo della rivelazione della luce, la folla degli appartenenti si affida alle sue parole, crede ciecamente a tutto quello che dice. Si sentono parte di una grande setta, adorano il capo, lo venerano. La folla si lascia manipolare, è sedotta, gode e soffre nel sentire il richiamo del capo ferito che non vuole lasciare la casa al nuovo inquilino. Lui è il cerimoniere di quella casa, è l'espressione della forza, dell'incarnazione profonda del mito americano, si sente ingannato, tradito, derubato e sparge queste ceneri sulla folla, la benedice e chiede a loro un contributo sostanziale. I fedeli devono dimostrare di esserlo?.

Trump, come sostengono degli psicologi americani, recuperando, un tratto psicopatologico, studiato da Erich Fromm, psicoanalista della Scuola di Francoforte, lo hanno definito affetto da un narcisismo maligno, che si manifesta con manie di grandezza, paranoia, manipolazione, sociopatia e mancanza di empatia. Per Fromm il narcisismo maligno è la quintessenza della malvagità. Erich Fromm ha studiato per anni le personalità autoritarie e distruttive del novecento.

Tenendo per buono quello che sostengono gli psicologi americani, però è indispensabile osservare il comportamento della folla, della massa. E' una folla che, assaltando il palazzo, mette in scena una serie di grovigli protomentali che caratterizzano questo nuovo millennio.

Il primo groviglio è quello virtuale. Il capo inviando migliaia messaggi twitter e facebook a ripetizione manipola i suoi fedeli, appartenenti e li sollecita a partecipare al rito del sacrificio:" Io sono qui solo per voi".

Il secondo groviglio è quello dell'immaginario hollywoodiani e disneyano degli eroi americani che conquistano il mondo e salvano l'America dagli alieni, dagli invasori: "Voi siete gli eroi e i patrioti".

Il terzo groviglio riguarda la realtà sociale, economica delle disuguaglianze, dell'esclusione della periferia noiosa dell'America profonda: "Io capisco la vostra sofferenza. Basta migranti".

Il quarto groviglio è quello psicologico della persona che si considera abbandonata, che si percepisce l'ultima della via, che si sente invisibile, esclusa e indegna per il potere,: "Io sono la vostra voce, io sono come voi".

Il quinto groviglio è quello pandemico della negazione del virus, della rimozione della morte, ma anche della paura: "Io vi salverò da questo virus" .

Sulle scale di Capitol Hill, sulle scale neoclassiche del Congresso degli Stati Uniti, nell'atrio del palazzo, questa folla ha dato corpo al disconoscimento della democrazia ma anche alla frammentazione, alla fragilità dell'attuale società occidentale.

dr. Enrico Magni
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