Costa: Vania Vecera, parrucchiera, scrive un libro su quarantena e ... autocertificazione

"La quarantena. L'Italia che non si arrende, nemmeno dopo la quarta autocertificazione". É il titolo del volume scritto a quattro mani da Vania Vecera e Marco Sironi per raccontare i giorni e le settimane più buie quando, a causa della pandemia di coronavirus che imperversava in tutto il globo, abbiamo dovuto rimanere nelle nostre abitazioni, senza possibilità di uscita, se non per esigenze primarie come la spesa o necessità sanitarie, al fine di contenere il contagio. Sono state settimane in cui ci si è confrontati con qualcosa di nuovo e sconosciuto e in cui è mancata una bussola che permettesse dare un orientamento all'incertezza. Tanti cittadini si sono sentiti indifesi davanti alla tempesta che li aveva colti in mare aperto. Proprio questa situazione particolare, mai sperimentata in precedenza, ha ispirato Vania Vecera, residente a Calusco D'Adda, parrucchiera da vent'anni e da otto titolare di un negozio di acconciature in piazza Colombo a Costa Masnaga. La sua attività è stata una di quelle, come tante, costrette alla chiusura. La sua volontà di lasciare una memoria scritta è stata condivisa da Marco Sironi, classe 1979, residente a Merate. Lui è un progettista meccanico appassionato di sport, cinema e subacquea. Insieme hanno scritto un breve volume volto a lasciare traccia di questo periodo, costellato da incertezze e contraddizioni. Abbiamo approfondito il contenuto insieme a loro.

- Da dove è nata l'idea di scrivere un libro?
L'idea è nata da me, Vania, in una situazione come quella di marzo, complice la grossa quantità di tempo libero, unita all'esigenza di mettere nero su bianco tutto quello che stava accadendo a marzo, perché molte cose fin da subito, non avevano senso. L'idea era di lasciare un qualcosa di scritto che testimoniasse tutte le "vangate" fatte da chi prendeva le decisioni in quel momento...e parliamo di persone che non hanno uno stipendio di 1.200 euro mensili.
 
- Vi concentrate sul periodo del primo confinamento. Cosa raccontate di queste settimane e come le avete vissute a livello personale? 
L'abbiamo vissuta come la maggior parte delle persone. All'inizio un forte ed innato senso civico ci ha dato lo spunto per passare i primi giorni. Poi, come spesso succede, i tempi si sono dilatati e la nostra forza di volontà è andata via via scemando, lasciando il posto alla delusione, alla rabbia, ed all'incertezza del domani.

 

Vania Vecera

- Nel testo descrivete alcuni paradossi che hanno accompagnato quei mesi. Quali vi hanno colpiti maggiormente e per quale motivo? 
Il presidente della regione Lazio, con l'#abbraccia un cinese, va sui Navigli insieme ai Cinesi, per dimostrare che "non c'è alcun pericolo" col risultato di essere uno dei primi ad ammalarsi di Covid. L'orso Bubu, che in pieno lockdown ha decretato  "indispensabile" l'apertura delle librerie, guarda a caso perchè doveva promuovere il suo libro.

 

- Secondo voi che cosa rimarrà impresso nella memoria nell'anno del Covid? 
Che certe libertà, come abbracciare qualcuno, uscire ed andare al cinema, prendere un aereo e farsi un week end al Mar Rosso non erano cose così scontate come noi tutti pensavamo nel 2019, oltre all'immagine indelebile dei camion pieni di bare dei tanti che non ce l'hanno fatta.

 

Marco Sironi

- Cosa intendete con l'espressione "un'Italia che non si arrende"?
Un'Italia formata da combattenti che, nonostante l'incapacità di chi ci governa, nonostante la mancanza di soldi, nonostante il governo faccia quasi apposta a mettere i bastoni fra le ruote, non si arrende ma cerca di lottare con tutte le sue forze. Uno spirito nell'arrangiarsi ed "aggirare" le leggi che è anche invenzione, creatività, insomma, "l'italianismo" con tutti i pro ed i contro.

- Quale messaggio volete dare con questo volume?
Che dopo il temporale arriva l'arcobaleno, ma è un attimo che arrivi una bufera subito dopo.

- Descrivete il vostro libro con due aggettivi (se volete, motivate la scelta).
Leggero e tascabile, crudo e onesto.

M.Mau.
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